Bolivia: dichiarazione delle delle donne contro il cambiamento climatico

il: 9 Gennaio 2013

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Noi, Confederazione Nazionale delle donne contadine indigene originarie della Bolivia “Bartolina Sisa” e Alleanza delle Donne verso il Pre-Vertice sul cambiamento climatico ed i diritti della Madre Terra, riunite nella città di Cochabamba il 28 marzo 2010, abbiamo valutato gli effetti negativi del cambiamento climatico percepiti nelle nostre comunità e abbiamo concluso quanto segue:

Considerando che:

–  La causa principale del riscaldamento globale è il sistema capitalista. Stimolato dal consumismo, propulsore di questo sistema, il capitalismo provoca lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali da parte delle grandi imprese industriali. L’intero sistema si basa sull’uso dei combustibili fossili, i principali responsabili del Riscaldamento Globale, allo stesso modo delle imprese petrolifere che stanno depredando e danneggiando gli ecosistemi. A livello mondiale, la guerra è il primo inquinante visto che per combatterla si utilizzano sostanze chimiche la cui combustione genera l’emissione di gas inquinanti
Il sistema capitalista ed il cambiamento climatico nuocciono alle donne in maniera particolare: all’apparato riproduttivo, dato che l’inquinamento può aumentare la mortalità materna, gli aborti involontari e le relative infezioni.

Tutto ciò non viene preso in considerazione nei diversi eventi causati dal cambiamento climatico e nel ruolo di attenzione alle famiglie, che obbliga a garantire la somministrazione di alimenti, medicine e attrezzature, resi sempre più difficili dalla crisi del sistema e dell’ambiente.

Il consumismo dei paesi industrializzati e l’azione delle imprese e degli Stati non rispettano la vita e
stanno contribuendo all’inquinamento e all’inasprimento del Cambiamento Climatico
– La nostra Terra è viva, è nostra Madre e ha diritto alla vita ed alla conservazione.
– Il referendum sul Cambiamento Climatico è una consulta mondiale che vuole permettere a tutti i popoli di decidere sulle tematiche relative al Cambiamento Climatico.
– Esiste un debito ancestrale dei paesi sviluppati, colpevoli di avere inquinato la nostra Madre Terra per molti anni.
– Noi donne siamo le più colpite dalle migrazioni climatiche, dalla vulnerabilità climatica e dal carico lavorativo che rappresenta per noi
– Il Cambiamento climatico sta facendo ammalare la nostra Madre Terra (Pachamama), sta attentando alla vita dei popoli indigeni (alcuni sono in estinzione) e sta alterando le forme di vita (organizzative, culturali, spirituali e produttive).
– Dalla firma del Protocollo di Kyoto non si è diffusa informazione riguardo le aspettative derivanti da questo accordo. Il protocollo di Kyoto è stata una buona intenzione che non si è realizzata perché non si è prevista nessuna sanzione per la sua inattuazione, che però ha delle conseguenze negative: cambiamento climatico, instabilità delle stagioni, incremento della contaminazione e perdita della credibilità di questo tipo di accordi e altri
– Adattarsi è fare fronte agli effetti negativi del cambiamento climatico, proteggere e difendere la Madre Terra. Le nostre foreste conservano la biodiversità e l’aria incontaminata, le foreste ci aiutano a difenderci dalle inondazioni e ci danno la possibilità di vivere in un Ambiente sano.
– Noi stesse dobbiamo vegliare sui passi avanti fatti e su quello in cui siamo impegnati all’interno del nostro paese, prima di esigere qualcosa dagli altri paesi.
– Siamo noi donne quelle che conserviamo, perché pensiamo al futuro dei nostri figli.
– Coloro che credono al mercato delle emissioni di carbonio credono di avere diritto ad inquinare. Con le negoziazioni di mercato non si è riusciti ad abbattere le emissioni di gas serra perché si trasferiscono le responsabilità e perché il mercato non è un meccanismo efficace per la riduzione delle emissioni di gas serra, che non riesce a ridurre la deforestazione, né l’inquinamento
– Il nostro paese e, in generale, i paesi poveri stanno perdendo la Sovranità Alimentare. C’è una crescente dipendenza dai prodotti esteri. I cambiamenti climatici danneggiano la nostra produzione e la nostra agricoltura, quel poco che produciamo va al mercato e  a noi rimane poco più di niente per il consumo domestico.

Vista la rilevanza mondiale di questi problemi che ci colpiscono, a tutti e a tutte proponiamo:
– Il Cambiamento strutturale del sistema Capitalista e che l’intera umanità dica NO AL CONSUMISMO.
– Esigiamo che siano gli Stati a farsi carico della totalità delle spese destinate ad adeguarci e a mitigare le conseguenze del cambiamento climatico e all’uso delle tecnologie pulite.
– Che i paesi inquinanti diano un grande impulso alla implementazione e al trasferimento delle energie alternative pulite per diminuire le emissioni in ogni paese.
– Che le imprese private non sfruttino irrazionalmente le foreste.
– Che i paesi e le imprese responsabili sono obbligati a trasferirci tecnologie pulite in forma completamente gratuita, come parte della riparazione ai danni provocati all’ambiente.
– Che si recuperino e valorizzino gli usi e costumi dei nostri avi, s’impari a ringraziare e a chiedere permesso alla madre terra, per la semina e anche per il raccolto. Lasciare riposare la terra per continuare a produrre, in modo tale da coltivare l’AMORE PER LA MADRE TERRA.
– Che si deve portare avanti il referendum per il cambiamento climatico tenendo in considerazione le donne per riuscire a influire nelle decisioni politiche internazionali, ragion per cui CONCORDIAMO TOTALMENTE con tutti i quesiti, considerando molto importante la REALIZZAZIONE del suddetto referendum.
– Che i paesi sviluppati paghino il loro debito storico e che ci remunerino economicamente se non vogliono migranti
– Che tollerino il nostro arrivo negli altri paesi e rispettino i nostri diritti al lavoro e all’alimentazione.
– Chiediamo la Creazione di un tribunale di giustizia climatica nel quale si esiga l’adempimento degli accordi internazionali, si stimolino strategie di sensibilizzazione, si raccolgano prove dei crimini ambientali, si definiscano e standardizzano i delitti e i crimini ambientali, si determinino le sanzioni, le giurisdizioni e si giudichino tali crimini.
– Si devono standardizzare normative a livello nazionale ed internazionale e pianificare misure di risarcimento dei danni.
– Recuperare e rivalorizzare le conoscenze ancestrali di cura e convivenza dei popoli indigeni con la madre terra
– Instaurare nel mondo il nuovo modello di sviluppo del “Buen Vivir” dei popoli indigeni
– Esigere dai paesi e dai governi (soprattutto quelli sviluppati) l’adempimento degli accordi, convenzioni, trattati ed impegni contratti.
– Partecipazione dei popoli indigeni agli spazi decisionali (voce e voto) nelle negoziazioni relative al cambiamento climatico
Rispetto dei diritti individuali e collettivi dei popoli indigeni inseriti nelle norme, le convenzioni ed i trattati internazionali (Convenzione 169 della ILO, Dichiarazione dei Diritti dei Popoli Indigeni)
Formare la commissione mondiale delle organizzazioni dei popoli indigeni per  la lotta al cambiamento climatico.
Che i paesi sviluppati paghino il debito climatico attraverso il trasferimento di tecnologie non inquinanti, che rispettino i diritti della Madre Terra e le risorse naturali.
Dal momento in cui il Tribunale sentenzi l’esistenza del delitto ambientale, i paesi sviluppati (colpevoli) potranno fornire gratuitamente tecnologie ai paesi colpiti come parte del risarcimento. Tali tecnologie devono essere attuali e ancestrali.
Le tecnologie trasferite devono essere sviluppate o lavorate da persone del luogo in cui verranno utilizzate, al fine di creare posti di lavoro.
E’ necessario un contributo economico da parte dei paesi inquinanti per conservare e riforestare i nostri boschi, come parte del Debito Climatico, senza condizioni. Saranno loro a dover ridurre l’inquinamento.
Nel quadro dei negoziati tra i paesi, proponiamo che la società civile dell’intero pianeta faccia pressione sui governi e  che ci sia un lavoro congiunto tra governi e imprese.
Esigiamo che si tenga in considerazione come visione comune l’innalzamento del livello della temperatura a 0,8 °C, il riconoscimento del reale livello di responsabilità sul cambiamento climatico di ogni paese, l’Enfasi su quelli maggiormente colpiti, tra i quali risalta la donna che ha già cominciato ad affrontare il problema della migrazione, le scarse innovazioni tecnologiche da poter implementare in tali regioni e soprattutto la RESPONSABILITA’ della cura della Famiglia.
Che ci sia un ruolo molto più partecipativo delle donne nei negoziati e nella coscientizzazione mediante la socializzazione dell’informazione, azioni di prevenzioni per creare UNA RISPOSTA al cambiamento climatico. Rafforzare e unire i popoli.
Rendere consapevoli i popoli in relazione ai danni che la Madre Terra sta subendo.
Creare un consenso tra organizzazioni e popoli su problematiche comuni.
Forzare i governi ad impegnarsi a ridurre l’inquinamento, ad assumersi responsabilità ed a prendere misure per raggiungere questi obiettivi

Che si stabilisca un registro, all’interno della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite, dei costi dei debiti di adattamento che i paesi sviluppati dovranno pagare.

Che i paesi sviluppati finanzino l’adattamento attraverso le loro risorse pubbliche, prendendo in considerazione le imprese maggiormente inquinanti.
Che il finanziamento serva alla coscientizzazione, agli investimenti per la prevenzione nelle infrastrutture, all’educazione, alla salute, alla sicurezza agricola, alle tecnologie pulite e alla protezione ambientale.
Che ci siano meccanismi di finanziamento atti a rafforzare il ruolo delle donne nel cambiamento climatico.
Dobbiamo esigere che i paesi sviluppati rispettino gli impegni assunti e cambino i loro stili di vita e di consumo.
Bisogna promuovere lo scambio di conoscenze per lo sviluppo di tecnologie pulite. Per questo è necessario eliminare i brevetti su tali conoscenze al fine di contribuire allo sviluppo sostenibile.
Rispettare i diritti dei popoli indigeni e delle persone che convivono con i boschi e vegliare sul loro sviluppo sostenibile.
E’ necessaria un’istanza internazionale che regoli il compimento del pagamento del Debito Climatico e gli accordi tra i paesi.
La Bolivia non deve accettare il trasferimento di responsabilità.
Ogni paese deve sviluppare la consapevolezza della SUA popolazione (attraverso l’educazione ambientale).
Educazione e sensibilizzazione delle nuove generazioni (introduzione del tema della Madre Terra come materia nei programmi educativi).
La Bolivia non deve entrare nel mercato del carbonio.
Coloro che spogliano la Madre Terra devono assumersi le loro responsabilità e “rivestirla”.
L’istituzione di tasse sull’inquinamento che servano a compensare i danni.
Si deve esigere che gli Stati Uniti firmino il Protocollo di Kyoto.
Si deve proibire la produzione di agrocombustibili dato che gli alimenti servono ad alimentarsi e non devono essere considerati una merce.
La produzione di alimenti transgenici deve essere drasticamente sanzionata.
Revisione degli accordi commerciali in base alla contaminazione ambientale. Promuovere in ogni paese la sovranità alimentare.
Gli alimenti, le risorse naturali, l’aria, l’acqua non possono essere oggetto di negoziati come una qualunque merce, perchè da essi dipende la nostra vita