L'acqua in gabbia/ultimo atto: OGGI ALLE 17.00 TUTTE E TUTTI IN COMUNE A TRENTO PER UN'OPERAZIONE VERITA'

il: 4 Giugno 2013

Comunicato stampa

L’acqua in gabbia/ultimo atto: TUTTE E TUTTI IN COMUNE A TRENTO PER UN’OPERAZIONE VERITA’

In occasione della discussione della approvazione in Consiglio della delibera, oggi martedì 4 giugno alle 17.00 appuntamento sotto il Comune di Trento per dire no alla creazione della nuova Spa In House per la gestione del Servizio Idrico di Trento.

A pochi giorni del secondo compleanno del Referendum Acqua Bene Comune, il 12 e 13 giugno, i cittadini di Trento si incontrano nelle sedi del Consiglio Comunale per ribadire tutti insieme ancora una volta l’incoerenza di una manovra del Consiglio Comunale di Trento sulla gestione idrica del nostro territorio, che in un momento di profonda crisi economica vuole far digerire alla collettività, senza alcuna consultazione, una spesa di 37 milioni di euro per riacquistare l’acquedotto della nostra città. Tacciandola come “concreta risposta all’esito referendario del giugno 2011”.

Martedì verrà votata la delibera – truffa dell’acqua pubblica. E noi ci saremo.

MENTRE I COMITATI ACQUA BENE COMUNE FESTEGGIANO IL SECONDO COMPLEANNO DEL REFERENDUM, L’11 E 12 GIUGNO, IL CONSIGLIO DI TRENTO CI FA LA FESTA, E TENTA DI FAR NASCERE LA SPA IN HOUSE CHE COSTA A PESO D’ORO

L’abbiamo detto e ripetuto tante volte: la Spa in House non è la risposta che volevamo. Come custodi dell’esito referendario Acqua Bene Comune, insieme a quelle 11.000 persone che in Trentino hanno detto no alla privatizzazione del servizio idrico e fuori i profitti dall’acqua, non possiamo avvallare l’ennesima manovra politica che si dimostra lontana dal reale meccanismo democratico, e fa dell’acqua una merce economica e di scambio politico.

                                                                                                                                                                                                                                                                                    

Martedì pomeriggio, dalle 17.00, saremo in Consiglio Comunale, curiosi di ascoltare risposte a domande sempre lasciate inevase: perché dire no alla creazione dell’Azienda Speciale?    Perché pagare 37 milio ni di euro per un bene pubblico come l’acquedotto cittadino? Chi pagherà e come verrà gestita la Spa In House che realmente nessuno vuole, se non il meccanismo lobbistico su cui si basa la governace trentina?

Se si può dire che, nel periodo di massima espansione dell’ideologia privatistica le SpA abbiano potuto rappresentare una sorta di argine al definitivo ingresso dei privati nella gestione dei servizi idrici, oggi quell’argine è stato travolto : da parte dei movimenti per l’acqua che, prima con la legge d’iniziativa popolare, poi con 27 milioni di voti referendari, hanno ridisegnato un altro orizzonte, quello di una gestione pubblica e partecipativa del servizio idrico integrato.

Dentro questo scenario, anche le SpA a totale capitale pubblico vengono disvelate come soggetti privatistici (come dice il Codice Civile) il cui unico scopo è quello di produrre dividendi per gli azionisti: Il risultato è di conseguenza identico a quello delle gestioni private : torsione economicistica del servizio, con aumento delle tariffe, riduzione dell’occupazione, riduzione degli investimente aumento dei consumi di acqua.

E con un “pubblico” che stravolge se stesso, espropriando i cittadini di ogni decisione, affidata ai Consigli di Amministrazione delle SpA.

 

Mentre Berlino, Parigi e altre 30 città francesi dimostrano che la ripubblicizzazione del servizio idrico paga; mentre Napoli, Palermo, la Toscana, ed il Lazio ed altre realtà italiane mettono al centro la difesa dell’acqua e dei beni comuni e dimostrano la volontà di una partecipazione diretta dei cittadini; mentre i movimenti per l’acqua bene comune in tutto il continente lavorano insieme per trasformare l’Europa da sede delle multinazionali dell’acqua in cuore della riappropriazione sociale del bene essenziale alla vita, il Trentino guarda malamente indietro.

La difesa dell’acqua come bene comune è la difesa di una idea di società che abbiamo ben chiara in testa, dove la politica la fanno i cittadini, ed è al servizio dei cittadini.