Un acquedotto nel conflitto

il: 28 Ottobre 2013

Da una parte i militari asserragliati nel fortino al centro del Paese. Dall’altra i cecchini dell’ ELN – Esercito di liberazione nazionale – nascosti tra le montagne. In mezzo, riunita nell’aula del collegio di Sucre, l’assemblea comunitaria convocata lo scorso 17 ottobre per decidere le tariffe da pagare per l’uso dell’acqua. E’ così che si difende un acquedotto e l’acqua bene comune, anche tra le pallottole che fischiano tra i tetti di lamiera di un Paesino, Sucre, arrampicato tra le pendici della cordigliera occidentale del Cauca e immerso nel pieno del conflitto colombiano, tra guerriglieri dell’ELN ed esercito.

La sfida era questa: sostenere gli acquedotti comunitari nelle zone di conflitto in Colombia. E il progetto Acqua Giustizia e Pace, promosso da Yaku insieme alla Commissione Interecclesiastica Justicia y Paz e finanziato dalla Provincia Autonoma di Trento e dal Comune di Trento, segue la linea tracciata, alla lettera. In particolare nel Cauca  nel municipio di Sucre, dove l’associazione dei Bienandantes, dopo aver difeso l’acquedotto dalle privatizzazione, nell’ottobre del 2013 si è costituita come “associazione di utenti” e da questo novembre inizierà a gestire l’acquedotto che distribuisce acqua a circa 1500 persone (430 famiglie).

L’assemblea comunitaria a cui Yaku ha partecipato insieme all’ONG Re:Common e Justicia y Paz – fra cui l’equipe legale e sociopedagogica –  ha stabilito le tariffe necessarie e la tipologia di organizzazione comunitaria per sostenere la gestione dell’acquedotto, il trattamento delle acque reflue, il sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Ma soprattutto, è stata suggellata da un patto della comunità, che si impegna a rispettare una serie di valori e principi, primo fra i quali la difesa dell’acqua come bene della Madre Terra. Dal primo novembre 2013 parte dunque la grande sfida con lo Stato: un anno per dimostrare di essere in grado di rispettare gli standard imposti, e di poter gestire le proprie risorse idriche con solidarietà e rispetto.

L’assemblea si è tenuta in un clima piuttosto teso, non tanto per l’entità della tariffa, che è stata fissata a 3.300 pesos a utente (circa 1,5 euro al mese) ma per lo scontro tra militari e guerriglia che ha fatto temere alla gente di Sucre un ritorno al passato. La strategia del Governo Santos di militarizzazione dei territori d’interesse economico continua.

Ma una parte del Cauca, e in particolare i monti che circondano Sucre – ricchi di metalli, oro in particolare, ed acqua – è controllata da l’ELN. E allora gli scontri sono inevitabili e pericolosi. Un militare è stato ferito al volto e la casa di una contadino è stata bersagliata da una raffica di M16 partita dal bunker dei militari. Ma la vita prosegue a Sucre e la difesa dei beni comuni anche.

Per rispondere con un “fiore” anzi con un “albero” ai timori del conflitto, durante la mattinata, poco prima dell’Assemblea, gli alunni del collegio hanno piantato 2500 alberi per rimboschire la zona della discarica, che in realtà sembra un giardino paragonata alle nostre.

E poi si è tenuta l’assemblea: vi ha partecipato anche una delegazione di Tequendama, la zona montana non distante, dove il progetto Acqua Giustizia e Pace ha permesso la costruzione dell’acquedotto comunitario che serve la piccola scuola ed i suoi 35 alunni e una quarantina di famiglie sparse per altrettante fincas, oltre che l’ingegnere statale incaricato di seguire la transizione dell’acquedotto nelle mani dei suoi cittadini.

E’ stata decisa la tariffa dei 3 servizi, forse la più bassa al mondo, e sono state fatte delle proposte per sostenere economicamente l’associazione di utenti, perché ovviamente la tariffa da sola non basta a coprire i costi della gestione. Solo di personale, per gestire l’acquedotto, l’impianto di depurazione,  e smaltire i rifiuti,  servono almeno 9 persone, tra cui un “fontanero” – il nostro indimenticato fontaniere della tradizione trentina. E così verrà venduto il concime ricavato dal trattamento delle acque reflue e una volta all’anno a Sucre si terrà il Festival dell’Acqua per  raccogliere fondi, ma soprattutto verranno organizzate delle mingas dell’acqua – il lavoro comunitario – per risparmiare sui costi di gestione.

La visita a Sucre da parte della delegazione internazionale aveva toccato nei giorni precedenti anche San Antonio e San Isidro, altre due realtà che fanno parte del percorso di sostegno di agli acquedotti comunitari qui in Colombia. Incontri molto positivi, partecipati anche da un avvocato per i diritti umani.

Ecco una bella esperienza, che porteremo in Italia e che speriamo ci serva di lezione. Perché gestire collettivamente i beni comuni si può. Ci riescono anche nelle zone in conflitto, in Colombia.