22 marzo Giornata Mondiale dell’Acqua

il: 18 Marzo 2014

“Diritto all’acqua: pubblica, partecipata, libera e di qualità!”

Siamo alla terza Giornata Mondiale dell’Acqua dopo il referendum vinto nel 2011. E ora, più di prima, l’acqua è al centro del dibattito e delle mobilitazioni sociali.

 

 

Dall’Assemblea dei movimenti per l’acqua al 22 marzo

L’assemblea nazionale del Forum dei movimenti per l’acqua dello scorso 1 e 2 marzo ha indicato il cammino per riprenderci, oltre all’acqua, la democrazia e la partecipazione sociale.

“Diritto all’acqua: pubblica, partecipata, libera e di qualità!” è stata la risposta del popolo dell’acqua alle politiche imposte dall’Europa e dai grandi istituti finanziari. Una risposta che indica un cammino di alleanze e articolazioni tra quanti lottano in difesa dei beni comuni nel nostro Paese, a livello europeo e in altri continenti.

 

Il contesto della crisi. In un quadro politico e sociale, che a partire dalla crisi economica sta velocemente erodendo le condizioni sociali di ampi settori della società italiana, la risposta dei governi nazionali e della governance europea è stata quella di imporre politiche del debito, di austerity, e intere compagini di governo, acutizzando di fatto la rottura democratica e la crisi della rappresentanza. Le ricadute concrete hanno travolto i diritti e le garanzie, approfondendo i meccanismi di precarietà nel mercato del lavoro, riaprendo in modo esplicito la strada delle privatizzazioni come possibilità principale per rientrare del debito e riducendo sempre di più la possibilità di accedere alle risorse per garantire i servizi pubblici.

Il nuovo cammino del Forum. A partire dalle campagne di Obbedienza Civile e perla Ripubblicizzazione dell’acqua, l’Assemblea appena conclusa ha deciso, al fine di rafforzare le vertenze su cui è impegnato il movimento, di articolarsi con altri movimenti, di prendere di petto il tema delle risorse economiche e della ricchezza sociale, in modo da costruire un’alternativa sottraendole alla speculazione finanziaria e ponendo la centralità dei territori come luoghi decisionali. E’ stata evidenziata la necessità e la possibilità di un altro modello di partecipazione democratica da contrapporre all’attuale espropriazione di sovranità a favore dei mercati.

La visione olistica e i diritti della natura. E’ emersa anche con chiarezza la necessità di approfondire il “mondo dell’acqua e dei beni comuni” in una visione olistica, a partire dalla riappropriazione sociale dell’intero ciclo dell’acqua e dalla sua tutela integrale, unendo le battaglie ambientali e della qualità dell’acqua con la tutela della salute. Così inizia anche un percorso virtuoso di studio e analisi per inserire nella Costituzione il diritto all’acqua e dei diritti della natura, così come già avvenuto in Ecuador e in parte in Bolivia. Un’elaborazione circolare intorno all’acqua non può che riaprire con forza il piano delle relazioni e alleanze che si sono trovate proprio in quei movimenti che, a livello territoriale, si battono per la difesa dei beni comuni, con i quali spesso già il movimento dell’acqua collabora o, addirittura, si coordina in maniera strutturata. Proprio i nessi di cui il Popolo dell’acqua ha iniziato a parlare quasi due anni fa, e in particolare nel campeggio in Amiata nel luglio del 2013, sono divenuti elementi importanti sia nei singoli territori che a livello nazionale e internazionale

Si apre uno spazio di elaborazione comune. Il movimento dell’acqua offre quindi un terreno di lavoro e di confronto per la difesa collettiva dei beni comuni: tante cittadine e cittadini, ognuno con la sua specificità e le proprie pratiche, lottano per il diritto all’abitare, contro le grandi opere inutili, per riconquistare ettari di terra, contro l’inquinamento delle falde acquifere e le ecomafie, contro i trattati internazionali di libero scambio, per un’energia decentralizzata che non inquina, per una finanza pubblica partecipata e popolare. E l’elenco potrebbe continuare.

 

Il Referendum del 2011. Adesso l’acqua non è pubblica. Non sono bastati 27 milioni di persone che hanno votato per la ripubblicizzazione del servizio idrico nel referendum del 2011. Non è stata sufficiente la campagna di obbedienza civile di autoriduzione delle bollette per indurre imprese e forze politiche ad attuare il referendum. Non è bastato l’ardore dei comitati locali a contrapporsi alle lobby trasversali che vedono nel servizio idrico solo interessi di parte e intrecci clientelari. Ma qualcosa è successo. Per difendere l’acqua la società civile si è mobilitata in modo permanente. E dopo 3 anni ancora tanti attivisti chiedono acqua e democrazia. Per questo i risultati, se pure parziali, sono arrivati continueranno ad arrivare.

 

Una legge di iniziativa popolare nel Lazio. Lo scorso 17 marzo la regione Lazio ha votato la legge di iniziativa popolare presentate dai comitati regionali. Una legge che recepisce i risultati referendari, a partire dalla definizione di servizio idrico come servizio di interesse generale da gestire senza finalità di lucro, fino al fondo stanziato per incoraggiare la ripubblicizzazione delle gestioni in essere. Una legge che rimette al centro finalmente gli enti locali, delineando gli ambiti territoriali ottimali sulla base dei bacini idrografici e dando la possibilità ai comuni di organizzarsi in consorzi e di affidare il servizio anche ad enti di diritto pubblico, tutelando al contempo la partecipazione delle comunità locali nella gestione di questo bene fondamentale, anche rispetto alle generazioni future.

 

Osservatorio popolare dell’Acqua e dei Beni Comuni

E poi qualcosa si muove anche nell’elaborazione. Proprio il 22 marzo sarà presentato a Roma con la presenza di Stefano Rodotà l’Osservatorio popolare dell’acqua e dei beni comuni, uno spazio e un proceso di analisi e di elaborazione promosso dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua, Yaku e, tra gli altri, l’Arci e Attac Italia.

 

22 marzo la Giornata Mondiale dell’Acqua a Trento

E per il 22 marzo, a Trento, presso il caffè dela Paix, oltre a una breve analisi dei processi di ripubblicizzazione del settore idrico in Italia, abbiamo voluto dare spazio anche ai processi di quei Paesi  dove il conflitti per l’acqua sono  più acuti e paradigmatici, comela Colombiaela Palestinain cui il problema dell’accesso all’acqua si declina in violenza, militarizzazione dei territori, controllo economico e sociale.

 

29 marzo, continua la lotta per ripubblicizzare il servizio idrico della Provincia di Trento

E poi c’è la vertenza trentina, ancora aperta e in bilico per quanto riguarda l’attuazione del referendum del giugno 2011.

Il 29 marzo presso il Comune di Trento si aprirà un confronto tra le istituzioni, il Forum Italiano dei movimenti per l’acqua e il Comitato Trentino Acqua Bene Comune, per cercare di riportare nelle mani pubbliche e sociali il servizio del settore idrico.

scarica la locandina del 22 marzo