11 ottobre: Stop TTIP Day. Il Trattato che allontana i popoli

il: 9 Ottobre 2014

Decine di iniziative in tutta Italia, centinaia in Europa: l’11 ottobre è il No Ttip Day, ed è il risultato di una delle più grandi mobilitazioni decentrate della società civile internazionale, che ha come obiettivo il TTIP, Trattato Transatlantico di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti. In Italia manifestazioni sono previste in tutte le maggiori città. Anche da Trento si sensibilizzerà la comunità con  volantinaggi, mentre molti sono gli attivisti trentini in partenza per Milano e Roma.

 

Il TTIP, ben poco conosciuto alla grande massa, punta a creare il più grande mercato liberalizzato mondiale (40% del PIL globale) “a tutto vantaggio di grandi imprese e investitori, e a tutto svantaggio dei diritti di lavoratrici e lavoratori, di cittadine e cittadini e delle comunità di entrambe le sponde dell’Atlantico” , così come si legge nel comunicato della Campagna Stop TTIP Italia, piattaforma che collega oltre 90 realtà di movimento, associazioni, organizzazioni sindacali e politiche che hanno contribuito al percorso di avvicinamento alla Giornata di Azione globale del prossimo sabato, e che chiede  il blocco immediato dei negoziati.

 

Con un comunicato del  9 ottobre, il Vice Ministro allo Sviluppo Economico Italiano Carlo Calenda ha fatto sapere che il Consiglio Europeo proprio su sollecitazione del Governo italiano ha reso pubblici i termini dell’accordo. Ma il testo in fieri del TTIP, malgrado sia definito “classificato” cioè tenuto segreto nei cassetti della Commissione Europea, è stato reso noto alle organizzazioni della campagna che lo hanno pubblicato anche sul sito (http://stop-ttip-italia.net/).

L’11 ottobre si prevede saranno migliaia le persone che si mobiliteranno dalla Scandinavia alla Grecia, dal Regno Unito all’Italia per dire no ad un accordo commerciale negoziato in gran segreto, e che viene considerato un rischio per i diritti sociali ed economici dei cittadini europei: “Cosa direste se sulla vostra tavola comparissero i vitelli cresciuti con i mangimi ogm del Texas?”, si chiedeva qualche tempo fa un giornalista di Der Spiegel.

Di fatto,il rischio è che il TTIP possa abbassare drasticamente tutta una serie di standar standard di prodotti e di processi produttivi, dando in mano alle imprese il potere di denunciare gli Stati chiedendo compensazioni in base ad una previsione di perdita di profitto a causa di normative legittimamente votate da Parlamenti eletti.

In Italia sono ormai decine le mozioni presentate per chiedere alle Amministrazioni locali di opporsi al trattato di libero scambio: Regione Toscana, Comune di Pisa, di Ancona, di Milano sono tra esse, così come stanno crescendo i comitati locali che sostengono la campagna. “Il TTIP va fermato subito”, aveva dichiarato Monica Di Sisto, vicepresidente di Fairwatch ed ospite a Trento nel giugno scorso all’Oltre Economia festival, organizzato dalle realtà locali in alternativa al festival dell’Economia;  “per evitare un aggravarsi della crisi di sistema che stiamo vivendo con un’altra stagione di liberalizzazioni selvagge, e aprire un processo costituente sociale, economico ed ambientale in cui economia e commercio tornino strumenti, non obiettivi politici – aveva continuato la Di Sisto. “Chiedere il ritiro del TTIP”, le faceva eco Marco Bersani, coordinatore nazionale di Attac e animatore anche lui dell’OEF di Trento, “significa difendere i beni comuni e la democrazia. Fermare il TTIP vuol dire immaginare una diversa uscita dalla crisi e costruire un’altra Europa dal basso”. Tra le decine di iniziative dell’11 Ottobre: alle ore 13.00 a Milano Flash mob/Conferenza stampa  al Forum di Milano in occasione del Forum dei Popoli Asia-Europa ,il 14 a Roma, in piazza Madonna di Loreto, per chiedere l’immediato ritiro del TTIP. Fra le associazioni presenti a Roma,Yaku, mentre a Milano è dal Centro Sociale Bruno che partiranno alcune automobili, nell’ambito del No Expo Day.