Il furto d'acqua non esiste

il: 15 Marzo 2015

Si evidenziano, pur nella loro chiarezza, alcuni principi di diritto naturale internazionale e costituzionale che escludono che si possa condannare una persona umana per “furto di acqua”
Sappiamo tutti che NON C’E’ VITA SENZA ACQUA,questo elemento naturale è VITALE, appartiene a tutti, come l’aria, e non può essere privato a nessuno .
Non tutti hanno a cuore che 30.000 persone ogni giorno muoiono nel Mondo per mancanza di acqua..
Le Nazioni Unite hanno riaffermato la fede nel diritto alla vita già riconosciuto nell’art.3 della Dichiarazione Universale dei diritti dell’ Uomo e recepito nel nostro ordinamento giuridico in forza dell’art.10 della Costituzione..

Ebbene, non è ammissibile una punizione per “furto di acqua” atteso che l’ACQUA non va intesa come “energia idraulica” non è una “energia” come l’elettricità o il gas né tanto meno una merce da poter far rientrare “sub ” le fattispecie previste dall’ art. 625 c. p., ma è sorgente e condizione della vita. (“condicio sine qua non” per la vita):
E come tale è un diritto inalienabile e irrinunciabile di tutti gli esseri umani, che non può essere soggetto a privazioni,condizionamenti,sanzioni,condanne né, ad arricchimenti e/o specualzioni da parte di privati o Società private.
Le acque pubbliche fanno parte del DEMANIO PUBBLICO (art.822 C.C), appartengono, quindi, a tutti i cittadini e “ope legis” non possono essere oggetto di mercificazione ( art.823 C.C.).
Chi senza autorizzazione si allaccia a una condotta idrica o fognaria pubblica commette un illecito amministrativo, non un furto.
Una vera estorsione la commettono i Gestori idrici (abusivi) che pretendono la tariffa sulla erogazione dell’acqua, quando tutti i cittadini già pagano allo Stato le tasse per dighe, centrali idro-elettriche, acquedotti .e servizi idrici e fognari.
Inoltre, va ricordato che nel nostro diritto positivo, incide e merita rispetto
la volontà referendaria del popolo italiano che si è espresso nel noto “referendum” del 12-13.6.2011 per l’abrogazione di tutti i tentativi di privatizzazione di questo bene naturale pubblico, che erano stati infilati nella conversione in legge del D.L. 135 / 2009 (il c.d. “decretone omnibus”.) .
Con questo referendum ,”coram populi”, sono state abrogate non solo le norme che prevedevono la privatizzazione dei servizi idrici, ma anche quelle sulla c.d.
“tariffa integrata ” ai costi del capitale investito. per detti servizi idtrici.
Il servizio pubblico idrico è stato così ricondotto al “no-profit”

Il Governo Berlusconi tentò di reintrodurre, sia pure con diversa formulazione, le norme abrogate e lo fece con l’art.4 del D.L. 13.8.2011 n°.138, ma la Corte Costituzionale il 20.7.2012 lo censurò, giudicando incostituzionale detto art.4 .

Sappiamo che i governi succubi della Troika tentano la privatizzazione per ridurre
il debito. e per altri fini . Col recente decreto “sblocca Italia”, l’attuale Governo sta cercando di quotare in Borsa le azioni dei Gestori dei servizi idrici: una subdola manovra per consegnare – attraverso le cessioni delle azioni quotate in borsa – la gestione dell’acqua alle Multinazionali.

Ma i cittadini non solo italiani,ma di tutta Europa sono insorti unanimi contro i subdoli tentativi di mercificazione dell’acqua.
I Governi di molti Paesi hanno programmato di distribuire l’acqua gratuitamente ai bisognosi.
Più di 180 città, fra cui Parigi e Berlino hanno ripreso in mano pubblica la gestione dell’acqua. Anche in Italia prosegue la marcia dell’acqua pubblica “no-profit”: Napoli, Torino, Palermo, Imperia, Varese, Brescia, Pistoia, Pescara sono all’avanguardia.

Alcuni gestori privati dei servizi idrici invece, resistono impervi e così assistiamo indignati, al mercimonio illegittimo che continuano a fare speculando sugli appalti dell’acqua . ( appalti non solo del tutto incostituzionali, ma pure ottenuti in “gestioni in house ” senza gare e senza garanzie Anti-Trust e Anti-corruzione e pure censurati dall’U.E.) .
E, quel che è peggio, questi gestori, illegittimi quanto arroganti, fanno litigare fra di loro anche gli utenti e, per far lievitare i prezzi, lesinano la erogazione della acqua con ritardi irragionevoli che superano addirittura l’anno solare come si è verificato spesso.

Questi gestori privati sono molto attenti nella riscossione delle esose quanto illegittime ” bollette ” .( afferenti alla citata “tariffa integrata” abrogata) e nel tagliare l’acqua a chi non può pagarle, anche se povera gente.
E così si fan beffe della Corte Costituzionale e del Popolo referendario italiano .

Ben si può parlare di un bene pubblico oltraggiato.

Spetta agli Avvocati e ai Magistrati difendere questo diritto fondamentale universale dell’ Uomo : il diritto all’acqua “no-profit. e lottare contro i latenti ma pressanti tentativi di mercificazione .

Attualmente vi sono tre indirizzi giurisprudenziali:

1°) IL FATTO NON COSTITUISCE REATO
2°) IL FATTO NON E’ PUNIBILE ex art.54 c.p.
3°) IL FATTO E’ RICONDUCIBIE sub ART. 626-2° c.p. ( furto lieve per stato di bisogno ), col conseguente non luogo a procedere per mancanza di querela.

Qui si segnala “una tantum” la sentenza di spicco 14.12.2013 del Tribunale di Cormons (Friuli Venezia Giulia) Giudice .Fabrizio Russo, che ha stabilito che

l’acqua essendo un bene di prima necessità non è punibile chi la ruba in quantità sufficiente alle proprie elementari esigenze.
Il cittadino Fabris era stato denunciato da IRIS ACQUA quando i tecnici si erano accorti che dal contatore della sua casa erano stati tolti i sigilli che bloccavano la erogazione dell’acqua.
La sentenza ha anche stabilito che il Gestore IRIS ACQUA non essendo un Ente pubblico non poteva apporre sigilli e, pertanto, non si commette reato se vengono rotti.

Onore al merito di chi sa ben giudicare

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Avv.Marcello MARINI