Non c’è più condizionale, non c’è più Santiago

il: 21 Ottobre 2017

Abbiamo dovuto togliere i condizionali, i punti di domanda, i forse, che avevamo prudentemente usato negli ultimi articoli, per seguire l’evoluzione della vicenda del giovane Santiago. Il corpo ritrovato tre giorni fa nel fiume Chubut, in Patagonia, è il suo

UFFICIALE: È di Santiago Maldonado il corpo ritrovato nel Rìo Chubut. Santiago è morto perché difendeva le comunità mapuche in resistenza contro l’usurpatore diterre Benetton. A 78 giorni dalla sua sparizione forzata il suo corpo è stato fatto ritrovare a pochi metri dal luogo dove era stato visto l’ultima volta mentre resisteva assieme alla comunità mapuche di Cushamen alla repressione della Gendarmeria argentina, giunta fino a lì per proteggere gli interessi dell’azienda trevigiana. 

Santiago è stato riconosciuto dal fratello Sergio grazie ai tatuaggi durante l’autopsia preliminare iniziata venerdì. Ora, come ha spiegato il giudice Lleral (nel quale la famiglia ha fiducia), ci vorranno giorni per chiarire le cause del decesso, dal momento che, pare, il corpo non presenti alcun tipo di lesione.

La famiglia sulla pagina facebook ha rilasciato un breve comunicato che riportiamo tradotto per intero.
“Il corpo trovato nel rio Chubut è di Santiago.
L’incertezza che aleggiava ancora sulla sua scomparsa si è così conclusa. Il calvario che la nostra famiglia sta vivendo e affrontando dal 31 luglio scorso non terminerà fino a che non otterremo giustizia.
Possiamo dire molto poco sui nostri sentimenti di fronte alla conferma dell’identità di Santiago: il dolore non ha parole. Le circostanze del ritrovamento del corpo ci fanno però venire molti dubbi. Crediamo così che sia il momento andare avanti con fermezza nell’indagine e lasciare lavorare senza pressioni il giudice Lleral. Abbiamo bisogno di sapere cosa è successo a Santiago e chi sono i responsabili della sua morte. Tutti. Non solo chi gli ha tolto la vita ma anche chi, per azione od omissione, ha collaborato nel coprire il delitto e ha sabotato il processo di ricerca.
Reclamiamo l’inefficienza, l’inefficacia e la parzialità del giudice anterior (Otranto) per come ha gestito la situazione. Continua a essere inspiegabile per noi la risposta negativa del Governo Nazionale di fronte all’offerta di collaborazione di esperti dell’ONU, di comprovata esperienza internazionale. Nessuno potrà toglierci dalla testa che si sarebbe potuto fare molto di più e molto prima.
Ai media di comunicazione, alle organizzazioni sociali, dei diritti umani, alle persone che ci hanno accompagnato nelle manifestazioni per Santiago, vi chiediamo di continuare a reclamare Giustizia, con più forza che mai. Alle forze politiche, che facciano il massimo sforzo per appoggiare e garantire tutte le azioni che ci possano aiutare a trovare la Verità e ottenere Giustizia.
La morte di Santiago non deve essere motivo di divisioni e offerte interessate. Nessuno ha diritti sul dolore di questa famiglia, per la quale chiediamo rispetto.
Per Santiago, per noi.”

[Traduzione comunicato: Ya Basta Edi Bese]