Attentato a Bogotà. Otto morti e 41 feriti.

il: 17 Gennaio 2019


Poche decine di minuti fa – alle 9.30 della mattina, ora locale – a Bogotà un attentato che non è stato ancora rivendicato ha fatto esplodere un carro bomba all’interno della Scuola di Polizia Santander nella zona sud della città. Otto i morti, tutti cadetti della polizia, 41 i feriti fino ad ora accertati. Il presidente Ivan Dunque, in visita nel Sud del Paese, sta tornando nella capitale. Oggi era prevista una manifestazione nazionale chiamata dagli studenti universitari delle principali città colombiane che voleva chiedere lo smantellamento dell’ESMAD, il corpo antisommossa della polizia colombiana, protagonista di una violenta repressine durante l’ultima manifestazione degli universitari in novembre. La manifestazione studentesca prevista oggi probabilmente verrà sospesa, anche se continua l’assemblea permanente della piattaforma universitaria UNEES. 
Risale al18 di giugno del 2017 l’ultimo sanguinoso attentato a Bogotà: una bomba in uno dei centri commerciali più importanti e grandi della città, il centro Andino, che aveva procurato la morte a tre persone, fra cui una turista francese di 23 anni.
Una delegazione trentina di Yaku si trova a Bogotà per una serie di incontri previsti dal progetto di interscambio “Donne per una pace bene comune fra Italia e Colombia ” con la partecipazione di due studentesse trentine.A quanto pare, l’illusione di una pace duratura in Colombia, nonostante il processo di pace siglato da oltre due anni fra governo colombiano e FARC – EP , è evidentemente sempre più lontana. 
Il numero dei leaders comunitari, attivisti e giornalisti, dal dicembre 2016 è svettato ad oltre 400 morti: la violenza  diffusa e selettiva in Colombia segnala il fallimento degli accordi di pace, che non hanno intaccato le radici di una guerra che da oltre mezzo secolo insanguina il Paese andino, e che affondano in un sistema economico predatorio ed estrattivista dove diseguaglianza sociale e povertà continuano ad aumentare.
In Colombia la lotta armata vede la continua contrapposizione fra strutture paramilitari, del narcotraffico, dell’esercito governativo e dei guerriglieri dell’ELN e della dissidenza FARC. Nel mezzo, le comunità indigene, contadine ed afrodiscendenti, lasciate sole, accompagnate solo dalle organizzaizoni umanitarie nazionali ed internazionali. 
Sui siti e media di Yaku aggiorneremo le notizie, in connessione con le associazioni per i diritti umani e i media indipendenti con cui collaboriamo.

Bogotà, 17 gennaio 2019yaku.eut. +57 – 321 3921562 / 321 3921586wapp +39 3425652511