Attacco al cuore indigeno della Colombia

il: 31 Ottobre 2019

Sette morti fra i quali la governatrice sono il saldo drammatico dell’attentato martedì scorso nel territorio della comunità indigena Nasa di Tacueyò, in Colombia.  A pochi giorni dal grave fatto di sangue, il richiamo della comunità indigena per una massiccia mobilitazione contro la violenza. 

Il Consiglio Regionale Indigena del Cauca (CRIC) ha denunciato il sanguinoso attacco che nel pomeriggio di  martedì 29 ottobre  – per mano,  secondo le loro dichiarazioni, del gruppo armato legato alla dissidenza delle FARC, Dagoberto Ramos –  che ha assassinato la governatrice del resguardo indigeno Nasa Tacueyò, Neehwe’sx Cristina Bautista,  la guardia indígena José Gerardo Soto insieme ad altri cinque compagni. Almeno sei i feriti. 

Le autorità indigene puntano il dito verso il Governo Duque, che: “Non sta rispettando gli accordi di pace e che da quando si è installato, ha permesso che le stime degli assassini fra i leader dei popoli indigeni salissero in maniera esponenziale. Sono almeno 125 i rappresentanti dei popoli ancestrali ammazzati da quando Duque è al potere”, hanno detto. 

Testimoni raccontano che dal giorno prima dell’efferato assassinio si erano attivati i  controlli da parte della Guardia Indigena – meccanismi di autoprotezione senza armi di alcune popolazioni indigene colombiane, fra cui i Nasa –  fatti denunciati dalle autorità ancestrali, che non hanno però avuto conseguenze di protezione da parte dell’esercito e della polizia presenti sul territorio: “Ora ci sentiamo impotenti da una parte, e in una situazione di incertezza dall’altra, perché il governo si sta relazionando con noi come fossimo gruppi armati, e noi non lo siamo”.

I Nasa cercano – attraverso spazi chiamati di riarmonizzazione – di “recuperare” gli attori armati che attraversano il loro territorio. 

Cosa che non era in corso durante le giornate dell’attacco, per cui non è chiaro cosa abbia scatenato la violenza omicida. 

La ONIC – Organizzazione Nazionale dei popoli indigeni della Colombia – attraverso una conferenza stampa ha denunciato “il continuo massacro, il genocidio, che stanno subendo i popoli indigeni in Colombia”. 

Attraverso la voce della rappresentante María José Pizarro, sono state chieste le dimissioni  sia del ministro della difesa Guillermo Botero, che della ministra dell’Interno Nancy Patricia Gutiérrez. 

Il Presidente Duque da canto suo, ha risposto condannando i fatti e organizzando una commissione speciale per i Diritti Umani che si possa correlare con le autorità ancestrali. 

Sia i risultati elettorali delle recenti elezioni amministrative – che hanno sonoramente sconfitto il partito al governo “Centro Democratico” del senatore di destra Alvaro Uribe – sia la pressione delle organizzazioni internazionali per i diritti umani che denunciano almeno 700 attiviste ed attivisti ammazzati negli ultimi tre anni, stanno pretendendo un cambio di atteggiamento verso gli Accordi di Pace e il rispetto dei diritti umani del Presidente colombiano Ivan Duque .