Il giornalismo di oggi, fra crisi mediorientale e i muri del respingimento

il: 11 Gennaio 2020

Carta, lentezza, giornalismo, etica, città: parole dense che richiamano scelte e direzioni urgenti. Che hanno a che fare con il mondo dell’informazione, ma ancora di più, con una posizione di responsabilità e con la costruzione di strumenti adatti per fronteggiare  il movimento drammatico del nostro tempo. Se ne parlerà lunedì 13 gennaio alla Libreria Due Punti di Trento (Via San Martino 79 – ore 18.30) con Christian Elia, giornalista di frontiera che da anni ci racconta le storie al di là e al di qua dei confini, con un occhio privilegiato per Balcani e Medio Oriente, e oggi condirettore di Q Code insieme ad Angelo Miotto. L’occasione sarà la presentazione di un progetto coraggioso e necessario, la rivista cartacea e semestrale di QCodeMag edita per i tipi di Prospero, che dedica il suo primo numero alla parole “muri”: “Le parole sono importanti – ci racconta Elia –  e dedicare una rivista ai muri di ieri e di oggi ci ha permesso di rielaborare ciò che è successo a Berlino vent’anni fa – un muro che non è mai davvero caduto –  ma soprattutto di raccontare i muri di oggi: da quelli concreti dei Balcani e del Mediterraneo, a quelli dell’emarginazione, delle città, dell’informazione”.

Chiediamo a Christian di spiegarci la connessione fra i tempi di realizzazione, distribuzione e di lettura di una rivista come quella di “geopoetica” di QCodeMag , e le rutilanti notizie ad esempio, degli ultimi giorni, che ci hanno fatto iniziare il nuovo anno con l’amaro gusto di una guerra imminente e sconsiderata: “Partiamo proprio da questa considerazione: l’estrema velocità della diffusione delle notizie sull’attentato contro il generale iraniano Qassem Soleimani e sulle successive ripercussioni ha impedito ai giornalisti e quindi alla gente, di porsi le domande giuste, a partire da cosa ci facesse uno dei più alti dirigenti della cupola iraniana in Iraq. Ma è proprio questo che vogliamo combattere: l’incapacità di una elaborazione complessa, che è poi il lavoro vero del giornalismo. Questo porta esimi colleghi degli esteri a prendere delle cantonate pazzesche, come il bravo Purgatori che confonde un videogioco con il video dell’uccisione del generale. Questa brama di dover essere dietro ai tempi dei social sta uccidendo lo spirito del giornalismo”.

Elia – che è anche autore di libri, teatro, documentari e radio e che con i suoi lavori ha vinto premi fra cui il premio Baldoni, il premio Giornalisti del Mediterraneo, l’IMMaginario DOC Festival – alla Due Punti presenterà anche il suo libro “Oltre i muri. Storie di comunità divise” (Milieu Edizioni): “E’ un progetto di dieci anni, fa che ho deciso di riprendere in mano e rieccitare per provare a capire che è successo in questi vent’anni: nell’’89 avevamo speranza e celebravamo il diritto all’accoglienza e alla felicità. Oggi che lo scenario internazionale è alquanto più drammatico, con Paesi molto più poveri e guerre in ogni angolo, siamo peggiorati diventando inumani”.

Chicco Elia – che lunedì dialogherà con Yaku – sarà anche ospite del prossimo OltrEconomia festival, la cui edizione 2020 sarà presto presentata con titolo, luoghi, ospiti, finalità.