🔴 Grave attacco del governo colombiano contro l’ONU 🔴

il: 4 Marzo 2020

In un attacco senza precedenti, il governo colombiano ha duramente criticato il report presentato il 27 febbraio 2019 dal rappresentante in Colombia dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani dell’ONU Alberto Brunori. Invece di accogliere le sue raccomandazioni e dar prova di volersi impegnare per garantire il rispetto dei diritti umani e per proteggere i/le difensori/e dei diritti umani, il presidente colombiano Iván Duque ha dichiarato che il report era impreciso, infondato, “un’ingerenza nella sovranità nazionale”, e che si augurava che l’Alto Commissariato potesse fare un lavoro migliore la prossima volta.

Nel report si denuncia un’escalation delle violenze nel Paese e gravi violazioni dei diritti umani, tra cui l’aumento degli attacchi contro i/le difensori/e dei diritti umani, l’uso sproporzionato delle forza contro i/le manifestanti durante proteste pacifiche, e la collusione dell’esercito con paramilitari e gruppi armati illegali. In particolare, nel report si fa riferimento a tre casi di violenza sessuale commessi probabilmente da membri dell’esercito e si denuncia un’operazione militare dell’8 aprile 2019 nel municipio di Valdivia, dove l’esercito avrebbe agito coordinandosi con gruppi armati illegali. Secondo i dati raccolti dall’ONU, nel 2019 si sono verificati 36 massacri e sono stati uccisi 108 difensori/e dei diritti umani, tra cui 15 donne difensore e due attivisti dei diritti LGBTI, in un contesto di totale impunità.
Il presidente Duque ha particolarmente criticato la sezione del report sull’ESMAD (la polizia anti-sommossa), in cui si citano vari esempi di uso eccessivo della forza che hanno portato anche alla morte di uno studente diciottenne, durante una protesta a Bogotà nel novembre 2019.

Tra le raccomandazioni contenute nel report, quella di aumentare i controlli sull’ESMAD per evitare l’uso sproporzionato della forza e trasferire il corpo dal Ministero della Difesa a quello degli Interni.

Anche il Ministero degli Affari Esteri colombiano ha affermato che il report era politicizzato, non attualizzato, sconfinava fuori dai temi del suo mandato, e non riconosceva i progressi e i successi ottenuti in relazione al tema dei diritti umani e dell’implementazione degli accordi di pace. Nella sua risposta ufficiale presentata a Ginevra, la Cancelleria colombiana ha affermato: “Notiamo con preoccupazione come l’ufficio ONU abbia espresso considerazioni che sfociano in opinioni politiche, così come commenti e conclusioni che vanno ben oltre il suo campo d’azione.

Ancora più grave è che il report parli in varie sezioni di presunti crimini e abusi che violano i trattati internazionali, a quanto pare documentati dall’ufficio ONU ma che non sono mai stati segnalati al governo”.
Era dai tempi del presidente Álvaro Uribe che l’ONU non riceveva messaggi di una tale gravità da parte del governo colombiano, ma da tempo si avvertiva la crescente tensione. Il senatore Ernesto Macías, del partito Centro Democrático, ha addirittura proposto al presidente Iván Duque di chiudere l’ufficio dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani dell’ONU in Colombia.

Questi attacchi arrivano a pochi giorni dalla pubblicazione di un altro importante report, a cura del Relatore Speciale sui Difensori/e dei diritti umani in Colombia Michel Forst, che sarà presentato a Ginevra il 4 marzo. Lo stesso Forst, che era stato nel Paese nel dicembre 2018, è stato fortemente ostacolato nel suo lavoro. Aveva infatti previsto una seconda visita nel 2019, ma nonostante le sue ripetute richieste le autorità colombiane non hanno mai presentato una lettera d’invito ufficiale, necessaria per autorizzare la visita del Relatore. In un’intervista alla rivista “Semana”, Forst ha dichiarato: “quando sono venuto a conoscenza di alcuni commenti del governo, ho capito che avrebbero voluto cancellare del tutto il mio report”. Si teme dunque che anche il report del Relatore Speciale possa scatenere critiche simili a quelle ricevute da Alberto Brunori.
Oltre 300 organizzazioni della società civile colombiana, insieme a 40 ONG internazionali e più di mille firmatari individuali, hanno espresso il proprio sostegno al lavoro dell’Alto Commissariato dell’ONU e hanno pubblicato una lettera aperta per esprimere la propria solidarietà, nonché la preoccupazione per gli attacchi del governo. Nella lettera, le organizzazioni colombiane dichiarano: “Il report è opportuno, serio, rigoroso, e rispecchia bene la realtà che si vive in Colombia per quanto riguarda i diritti umani. (…). Consideriamo ingiustificata la reazione del governo nazionale e del presidente Iván Duque al report e al lavoro dell’ufficio di Brunori. Questa reazione sproporzionata dimostra la mancanza di impegno del governo per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani”.

Le organizzazioni firmatarie di questo comunicato, che fanno parte del gruppo di lavoro America Latina della rete “In Difesa Di – Per i Diritti Umani e chi li difende”, si uniscono alla società civile colombiana ed esprimono forte preoccupazione per le inaccettabili critiche del governo colombiano agli uffici ONU e per la chiara assenza di volontà di collaborare con loro. A oltre tre anni dalla firma degli accordi di pace, la Colombia sta attraversando una fase storica di grande fragilità, con una recrudescenza degli attacchi indiscriminati contro la popolazione civile, in cui è fondamentale il supporto delle autorità ai difensori/e dei diritti umani, alle organizzazioni locali e internazionali dei diritti umani, e agli uffici ONU che ogni giorno si impegnano per far uscire il paese dalla spirale di violenze.
Per questo chiediamo ai rappresentanti diplomatici italiani di utilizzare tutti gli strumenti a loro disposizione per:
Sostenere il lavoro del Relatore Speciale ONU Michel Forst e del rappresentante in Colombia dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani dell’ONU Alberto Brunori, accogliendo le raccomandazioni dei loro rispettivi report.
Far pressione sul governo colombiano, affinché segua le raccomandazioni dei report dell’ONU e intraprenda azioni concrete per far rispettare i diritti umani nel paese, garantire sostegno e protezione ai/alle difensori/e dei diritti umani, e assicurare la piena implementazione dell’accordo di pace.

Organizzazioni firmatarie:


Giuristi Democratici
Yaku
Rete italiana di solidarietà Colombia Vive onlus
Operazione Colomba
Comunità Papa Giovanni XXIII