L’Eni si ricicla al Muse

il: 20 Ottobre 2020

Il MUSE, Museo delle Scienze di Trento – fiore all’occhiello del Trentino, foraggiato lautamente dalla cassa pubblica provinciale (per il 57%), decide di fare il gioco dell’ENI e propone al territorio il prossimo 21 ottobre un incontro sulla sostenibilità ambientale in tema di riciclo dei rifiuti, in partnership con ENI.

ENI, multinazionale dell’energia il cui 30% è ancora nelle mani delle Stato Italiano, è attualmente inquisita per corruzione; sta inoltre facendo storia la denuncia del popolo Ikebiri contro Eni e la sua
controllata Naoc, che chiede due milioni di euro e la bonifica dell’area devastata dall’incidente avvenuto il 5 aprile 2010, e sempre ENI è stata multata poche settimane fa dall’Antitrust per pubblicità ingannevole.

Ma sono soprattutto le violazioni dei diritti umani ed ambientali per cui ENI è additata in Italia e nel mondo dalle più importanti organizzazioni internazionali, ed obiettivo non a caso delle proteste di gruppi di giovani ambientalisti che sulla scia di Fridays For Future – hanno negli ultimi mesi manifestato a più riprese in diverse città italiane contro il cambio climatico: dagli Extinction Rebellion lo scorso 8 ottobre a Roma – “Ci siamo incatenati e incatenate ai cancelli di Eni. La nostra modalità di azione è nonviolenta, anche nella comunicazione, ma non possiamo tacere di fronte all’inazione politica nei confronti della “svolta green” di Eni “, si legge nel loro comunicato – alla rete Rise Up 4 Climate Justice che il 10 settembre ha fatto un’azione dimostrativa alla raffineria ENI di Porto Marghera.
Non a caso, è di questa mattina la notizia di una maxi retata al Centro Sociale Rivolta di Mestre, con decine di poliziotti in tenuta antisommossa che si sono introdotti nell’edificio perquisendone gli spazi: “Si tratta di una vendetta di stato per il sanzionamento all’impianto di Eco-progetto di Veritas”, si legge sul comunicato di Rise Up di qualche ora fa.

Ci pare dunque per lo meno contraddittorio che un incontro su rifiuti e riciclo sia proposto insieme ad Eni, e visibilizzato da nomi di rilievo – Alfio Ghezzi, chef doppia stella Michelin, Gabriella Greison, divulgatrice scientifica e fisica nucleare, Adolfo Villafiorita, creatore della app “Bring the food” contro lo spreco alimentare, Gianluca d’Aquila, ed accompagnati – ovviamente – dal Responsabile dello Sviluppo del Progetto Waste to Fuel – Eni Rewind.

Eni è assurta agli onori delle recenti cronache, non solo per il caso di corruzione stellare di cui sopra, ma anche per l’accordo stipulato con l’allora Ministro dell’Istruzione Fioramonti per entrare nelle scuole e fare corsi di sostenibilità ambientale nel peggiore stile greenwashing. Lo scorso anno il governo aveva infatti approvato la legge 92/2019, che ha riportato nelle scuole l’educazione civica con un focus sulla sensibilizzazione sui cambiamenti climatici. Una grande vittoria, se non fosse per un dettaglio che rende l’intera vicenda paradossale: l’Associazione Nazionale Presidi ha realizzato un programma di incontri sui temi della sostenibilità ambientale, e l’accordo l’ha siglato con l’Eni.

Dai Teachers for Future Italia a studenti di scuole ed università si è levata la voce del dissenso, con manifestazioni e lettere di fuoco ai ministeri. Ma di tutto questo evidentemente – e ce ne dispiace – la eco non ha raggiunto il sofisticato giardino del MUSE e la sua dirigenza, capeggiata da Michele Lanzingher.

“Per rendere reale la parola sostenibile dobbiamo offrire alle comunità le conoscenze e gli strumenti per difendere se stesse”, si legge sul sito del MUSE , che con la frase di Ikal Angelei presenta l’incontro di domani, mercoledì prossimo 21 ottobre.

Ci pare necessario, come cittadine e cittadini attivi, e come associazioni ambientaliste e per i diritti umani del territorio e nazionali, rifiutare con forza la strategia di greenwashing che Eni vuole diffondere in una sorta di neocolonialismo dell’immaginario di scuole e spazi pubblici di conoscenza.

Per questo istituzioni culturali come il Muse che in parte hanno un cuore pubblico, dovrebbero sottrarsi alla evidente strumentalizzazione di una multinazionale che come inquina le terre, prova ad inquinare le menti di tutte e tutti noi.

Trento, 20 ottobre 2020

Associazione Yaku

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