Donne per una pace bene comune fra Italia e Colombia: la partenza

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E’ in corso da oltre un anno; è stato fino ad oggi intenso, sorprendente, necessario. Ed ora è alla sua fase finale: è il progetto di interscambio “Donne per una Pace Bene Comune fra Italia e Colombia”, che dal novembre del 2017 ha voluto costruire un percorso fatto di connessioni, formazione ed incontri fra donne ed attiviste colombiane e trentine.
Dopo aver ospitato Juliana, Nidiria e Magola – esponenti di percorsi di resistenza e lotta in difesa della pace e dei beni comuni in Colombia – nel maggio – giugno del 2018 per un intenso ciclo di incontri sul territorio trentino,  dal 16 di gennaio una commissione di Yaku accompagnerà le due ragazze trentine selezionate grazie al progetto, in Colombia.
Per tre settimane – fino al 6 di febbraio – insieme alla Commissione di Giustizia e Pace Colombia e all’associazione ambientalista colombiana Censat Agua Viva, Michela e Marzia – questi i nomi delle due trentine – prenderanno parte agli incontri organizzativi delle donne indigene, contadine e d afrodiscendenti delle comunità colombiane: partendo dal Bajo Naya, passando dai percorsi di difesa dei territori e dell’acqua del Cauca, arrivando fino al Putumayo , il gruppo di Yaku ancora una volta avrà l’onore di essere ospitato e di contribuire ai percorsi di chi in Colombia si batte per la costruzione della pace. La finalità del progetto è proprio l’interscambio sulle tematiche di genere, in connessione con la pace, l’estrattivismo, la difesa delle risorse e dei beni comuni. Finanziato dalla Provincia Autonoma di Trento, costruito con il Centro per la Cooperazione Internazionale, strutturato con il Centro Studi Difesa Civile di Roma, questo progetto proposto da Yaku parte dalle esperienze dell’associazione trentina nel campo della difesa dei beni comuni in America latina ed Europa.  In oltre dieci anni di progetti, lotte e militanza per la difesa dell’acqua in primis, Yaku ha sempre di più sostenuto il protagonismo femminile che nei luoghi di conflitto è in prima linea per la vita, il cambiamento, la giustizia ambientale.

 

Le due ragazze selezionate sono Michela Lonardi e Marzia Deflorian: la prima laureanda – con una tesi che si nutrirà dell’esperienza con Yaku nei percorsi femminili e femministi delle comunità colombiane; la seconda laureata con 110 e lode con già una interessante esperienza di militanza e viaggi in America latina, Palestina e  nei territori del Kurdistan. La possibilità data dai bandi provinciali di interscambio ci hanno dato l’opportunità di costruire un percorso unico, che ha permesso a donne attiviste, studentesse, militanti e non, di mescolare le proprie vite, in un confronto fra mondi diversi ma necessariamente contigui. E che ha coinvolto decine di enti ed associazioni: l’Università di Trento con il dipartimento di sociologia e le docenti Ester Gallo e Francesca Odella; la Casa Internazionale delle Donne di Rovereto, scuole elementari medie e superiori di Trento, Riva del Garda e Rovereto; i comuni di Tenna, Caldonazzo, Calceranica. E poi gli incontri a Roma con la Casa Internazionale delle Donne e l’OltrEconomia festival.

Si è creata una rete che ha conosciuto ed intrecciato altre reti, un tessere sempre più fitto per costruire resistenza, consapevolezza, alternative, a modelli economici e sociali sempre più violenti con il corpo e i territori. 

Da cosa nasce cosa: la conferenza internazionale “Donne In Difesa Di” organizzata da Yaku il 24 novembre al Centro per la Cooperazione Internazionale, per valorizzare la giornata internazionale contro la violenza di genere, ci ha fatto ascoltare Tatiana Roa Avendano, dell’associazione  colombiana Censat Agua Viva , che denunciava con forza la mattanza dei e soprattutto, delle leader ambientaliste in Colombia dalla firma degli accordi di pace: un appello raccolto dalla rete In Difesa Di, di cui Yaku fa parte, e che da due anni si è organizzata in una piattaforma di azione e difesa per coloro che nel mondo lottano per la difesa dei diritti umani ed ambientali: appello raccolto dalla Provincia di Trento e dal Comune, che hanno deciso come primi territori in Italia, di attivare percorsi di “Città in difesa di”con una visione di genere.

Donne e Pace – Prima parte. Il caso Colombia

Nel frattempo, insieme al Centro per la Cooperazione Internazionale di Trento ed il Centro Studi difesa Civile, un percorso di formazione su femminismo, cooperazione internazionale e genere coinvolgeva oltre trenta ragazze trentine in una serie di incontri ed approfondimenti .

QUI  E QUI ALCUNI DEGLI INCONTRI DI FORMAZIONE NEL 2018

Nel maggio del 2018, tre donne colombiane – attiviste, contadine, afrodiscendenti, esponenti in varia maniera di percorsi di resistenza ed auto organizzazione femminile delle comunità colombiane – ci hanno fatto visita, incontrando le ragazze iscritte al percorso di interscambio, ma partecipando anche a molti incontri pubblici.

QUI LE INTERVISTE DI GLOBAL PROJECT ALLE TRE OSPITI COLOMBIANE, JULIANA CHAPARRO DELLA COMMISSIONE DI GIUSTIZIA E PACE COLOMBIA, NIDIRIA RUIZ DELL’ASSOCIAZIONE FEMMINILE AINì DEL BAJO NAJA E MAGOLA RANDA, DELLE DONNE COCOALERE DEL PUTUMAYO, COLOMBIA

L’America latina come laboratorio

Nonostante la spoliazione e l’aggressione ai territori sia una costante nella storia della colonizzazione in America latina, negli ultimi anni i progetti estrattivisti sono cresciuti enormemente in tutto il continente per opera delle politiche neoliberiste. Nelle ultime decadi, la massiccia presenza delle donne e del loro ruolo da protagoniste nella difesa del territorio ha guadagnato visibilità proporzionalmente a quanto si è acuito il processo di espropriazione. Le loro voci  rivelano l’impatto che le attività estrattiviste producono nelle relazioni di genere e nella vita delle donne.

Da sud a nord le vene dell’America Latina continuano a sanguinare. Progetti estrattivisti, minerari, idrocarburiferi o agroindustriali si moltiplicano lungo tutto il continente latinoamericano ad opera di aziende transnazionali alle quali si sono aggiunte, negli ultimi anni, imprese statali. Se c’è una cosa nella quale convergono i governi neoliberisti e progressisiti della regione, è nel consolidamento di un modello di neo – sviluppo la cui base è l’estrattivismo. L’altra faccia di questo processo di estrazione e esportazione su grande scala è il fenomeno di sottrazione accellerata del territorio e dei diritti delle popolazioni locali colpite.

Nonostante le donne siano state presenti nei processi di resistenza socio – ambientale contro i progetti estrattivisti, le loro dinamiche di lotta non sempre sono state visibilizzate in modo adeguato. In ogni caso, nelle ultime decadi, la massiccia presenza delle donne e del loro ruolo da protagosniste nella difesa del territorio ha guadagnato visibilità proporzionalmente a quanto si è acuito il processo di espropriazione.

Le loro voci che provengono da una pluralità di approcci e posizioni, rivelano l’impatto che le attività estrattiviste producono nelle relazioni di genere e nella vita delle donne. Alcune si ritrovano nel femminismo popolare e comunitario, altre partono dall’ecofemminismo e molte non si riconoscono come femministe in forma esplicita. Però, tutte loro, partendo dalla loro diversità, condividono l’orizzonte verso una lotta post – estrattivista, che libera dal colonialismo, antipatriarcale, e si legittimano all’interno della resistenza. Il loro apporto principale: portare alla luce i vincoli di prossimità tra estrattivismo e patriarcato. Per altro, il modello estrattivista comporta la militarizzazione dei territori, e le donne si trovano a dover fare i conti con la violenza in modo specifico, per la loro condizione di genere. Questo include, in molti casi, aggressioni fisiche e sessuali da parte delle forze di sicurezza pubbliche e private. Secondo questa prospettiva, sia la terra che il corpo della donna sono considerati come territori sacrificabili. A partire da questo parallelismo, i movimenti femministi contro i progetti estrattivisti hanno costruito un nuovo immaginario politico e di lotta che si concentra nel corpo delle donne come il primo territorio da difendere. Il recupero del territorio – corpo come primo passo indissociabile nella difesa territorio – e della terra. Una reinterpretazione nella quale il concetto di sovranità e autodeterminazione dei territori si amplia e si vincola ai corpi delle donne.

La penetrazione dell’industria estrattivista nei territori espropria e disarticola le economie locali. Rompe con le modalità precedenti di riproduzione sociale della vita, che si orientano nuovamente in funzione della presenza centrale della compagnia. Questo processo istituisce nelle comunità un’economia produttiva altamente maschlizzata, accentuando la divisione sessista del lavoro. Le restanti economie non egemoniche – l’economia popolare, per esempio – che fino a questo momento hanno avuto un certo peso nelle relazioni comunitarie, assumono un ruolo marginale. In un contesto dove i ruoli tradizionali di genero sono profondamente radicati e dove il sostentamento della vita si trova subordinato alle dinamiche di accumulazione dell’attività estrattivista, gli impatti socio – ambientali come l’inquinamento delle sorgenti d’acqua o l’aumento delle malattie, incrementano notevolmente il carico di lavoro domestico e di attenzione quotidiana, appannaggio delle donne.

QUI L’ARTICOLO DE IL TRENTINO

INTERSCAMBIO E CONOSCENZA

Ecco perchè diventa quantomai importante cominciare a condividere visioni ed aizoni fra donne, movimenti e studentesse/i di ogni parte del mondo: “Il progetto Donne per la Pace Bene Comune fra Italia e Colombia si propone di costruire un percorso di interscambio fra realtà trentine, italiane e colombiane, con la finalità di costruire un’elaborazione condivisa della prospettiva di genere attorno alle tematiche dei conflitti, dell’ambiente e della costruzione della pace come bene comune, partendo dalla valorizzazione del ruolo della donna nei vari settori. “Donne per la Pace Bene Comune fra Italia e Colombia” riconosce il valore di interscambiare esperienze e contatti fra territori ed istituzioni di Paesi diversi e la necessità urgente di incorporare una prospettiva di genere nelle operazioni di mantenimento della pace e di sottolineare l’apporto imprescindibile delle donne nei territori; vuole contribuire nella reciproca conoscenza fra donne in diverse parti del mondo, e contribuire alla costruzione di un dialogo sempre più proficuo fra istituzioni territoriali ed associazioni nel mondo”

QUI IL PROGETTO COMPLETO

 



Event Details

  • Location
  • Date 16 Gennaio 2019 - 11 Febbraio 2019
  • Time 12:00 am - 12:00 am