El Quimbo, la megadiga che Enel stava costruendo in Colombia fra proteste e violenze, va chiusa: lo dice la Corte Costituzionale colombiana, dando ragione alle comunità e ai movimenti che da anni si battono per avere giustizia e difendere il proprio territorio e la bellezza del Rio Magdalena.
A quasi un anno dalla carovana internazionale No al Quimbo, proseguono le proteste della popolazione sfollata per la costruzione della megadiga sul fiume magdalena. Attivi picchetti sulle strade che impediscono l’entrata degli operai, mentre Asoquimbo chiede chiarimenti alla multinazionale Emgesa, che non rispetta i patti e non restituisce nè terre nè indennizzi ai contadini e pescatori locali.
La resistenza delle comunità locali colombiane e dei movimenti sociali sta costringendo le grandi multinazionali a rivedere i propri progetti idroelettrici: el Quimbo ed Hidroitunago non avanzano, e così i nuovi investimenti per queste grandi opere devastanti e socialmente pericolose. la rilfessione di Rios Vivos.
Enel mostra di nuovo i muscoli contro la resistenza delle comunità colpite dal progetto della diga di El Quimbo nel Huila, in Colombia. Il 7 novembre decine di contadini sono stati allontanati con la forza dalle loro case dalle forze di sicurezza private di Emgesa (Endesa-Enel) e dai nuclei antisommossa dell’ESMAD. Mentre a Roma i movimenti si parlano per decidere nuove mobilitazioni dopo i “tumulti” di ottobre.
Dopo la Marcia NO al Quimbo del 12 ottobre nella regione del Huila proseguono gli incontri della delegazione internazionale in Colombia: con le Organizzazioni indigene che partecipano alla MInga Indigena Nacional, e con gli acquedotti comunitari del Cauca. Per un modello energetico e sociale alternativo
Desde El Congreso de los Pueblos hacemos un llamamiento a las organizaciones internacionales que velan por los derechos humanos y a los gobiernos de Latinoamérica a vigilar y acompañar la situación del pueblo colombiano, que desde el 14 de octubre estará movilizado por las vías del país.