Verso la ripubblicizzazione del servizio idrico in Trentino?

il: 30 Marzo 2014

A tre anni dal Referendum del giugno 2011 si riapre il processo di ripubblicizzazione dell’acqua  in Trentino. O così almeno sembra dal titolo del convegno “Verso la ripubblicizzazione del servizio idrico” organizzato dal Comune di Trento che si terrà oggi, lunedì 31 marzo, dalle ore 13,45, presso la sala di rappresentanza di Palazzo Geremia in via Belenzani a Trento. Parteciperanno, oltre ai rappresentanti istituzionali e alcuni esperti universitari del settore, anche Corrado Oddi  – Fp CGL –  per il Forum italiano dei movimenti per l’acqua. Sarà presente anche il Comitato Acqua Bene Comune Trento, all’esterno del palazzo con un volantinaggio informativo, e all’interno con un intervento dal pubblico.

 

Il confronto riprende dopo lo stop imposto dalla stessa giunta Comunale nei mesi passati allo scorporo della gestione del servizio idrico dalla multiiutility Dolomiti Reti e la sua trasformazione in una Spa a totale capitale pubblico. Una soluzione che era stata rumorosamente criticata dal Comitato Acqua Bene Comune di Trento  – due occupazioni del Consiglio comunale solo nel 2012 –  e che per la sproporzionata onerosità dell’operazione era stata accantonata dall’amministrazione comunale in attesa di ulteriori approfondimenti. Perché per scorporare il servizio idrico dalla multi utility  Dolomiti Reti,  il Comune di Trento avrebbe dovuto ricomprare l’acquedotto – 42 milioni di euro il costo stimato dell’operazione –  che in tempi remoti era stato a sua volta svenduto per “due lire” alle imprese che poi in un secondo tempo hanno costituito  l’attuale Spa a capitale misto. In tempi di magra e di austerity “un costo insostenibile” secondo l’amministrazione. Dopo il referendum del 2011 “Una soluzione che non soddisfa la volontà popolare” ribattono i comitati trentini per l’acqua pubblica. La trasformazione del settore idrico in una Spa a totale capitale pubblico è quindi una mediazione che scontenta tutti , soprattutto quei 27 milioni di persone in Italia ed 11.000 in Trentino che  hanno votato “Sì” al referendum del giugno del 2011. Perché se da una parte togliere un servizio come quello idrico dalle mani dei privati è sicuramente un passo in avanti, dall’altra affidare l’acqua ad una Spa, benché a capitale pubblico, non è una risposta che va nella direzione indicata dal Referendum che chiedeva il superamento dell’orizzonte delle società per azioni. La  richiesta dei comitati dell’acqua, è  quella di arrivare allo scorporo del settore idrico dalla multiutility e la creazione di un’Azienda Speciale, ente di diritto pubblico, che prevede la riutilizzazione dei profitti per la collettività e che tutela l’impresa da eventuali svendite di quote a privati.