Alex Zanotelli a Trento per Acqua in piazza:
“In questo periodo quaresimale sento l’urgenza di condividere con voi una riflessione sulla tempesta finanziaria che sta scuotendo l’Europa [..]che rivela finalmente il vero volto del nostro Sistema: la dittatura della finanza …”. Così Padre Alex Zanotelli, missionario comboniano trentino, poco prima di Pasqua. E fra una citazione biblica ed una del Papa, chiosava: “Come Chiese, dobbiamo prima di tutto chiedere perdono per aver tradito il messaggio di Gesù in campo economico-finanziario, partecipando a questa bolla speculativa finanziaria”. Sono sempre di più i religiosi che prendono posizione contro il sistema economico di stampo neoliberista. Alex Zanotelli ha da tempo intravisto nella difesa dell’acqua il paradigma di questa battaglia per la salvazione. Il bene vitale per eccellenza è simbolo di una ritrovata spiritualità e di una equità verso cui tendere. “L’acqua è la Madre”, ha detto. “Vendereste vostra Madre?”.
Padre Alex è stato a Trento lo scorso mercoledì 11 aprile per una inziativa che aveva nome “Acqua in piazza” e che voleva provare ad inaugurare una stagione di confronto aperto con i politici troppo spesso chiusi nei palazzi. Ha deciso di unirsi a chi ha promosso l’evento – comitati, studenti, lavoratori e cittadini – perchè ancora una volta ritiene necessaria la propria discesa in campo per difendere l’acqua come bene comune. Al suo fianco un altro nome d’eccezione, Marco Bersani, filoso, scrittore, ma soprattutto voce importante del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.
La serata era stata stata indetta per ragionare pubblicamente sull’operazione di scorporo del servizio idrico di Trento, Rovereto e altri 17 comuni, dall’attuale Spa mista Dolomiti Reti in favore di un’altra Spa “In House”, in mano alle istituzioni pubbliche. Il dilemma è noto: chi dice di no, afferma che una Spa è comunque una società votata al profitto perchè ente di diritto privato, i cittadini non hanno l’effettivo controllo delle operazioni, e poi c’è la questione spinosa dei 42 milioni di euro che il Comune di Trento dovrebbe sborsare per riavere indietro l’acquedotto, venduto al tempo a Dolomiti Energia, e che corrispondono al disavanzo della stessa DE reso pubblico qualche giorno fa. Provincia e Comune invece avvallano l’operazione finanziaria, perchè, affermano, assicurerebbe introiti ed efficienza al servizio idrico locale e una salda conduzione pubblica.
Ma il tentativo era anche “stanare” quei politic che forti del loro potere, si dileguano nelle serate pubbliche, non accettano il confronto con la gente, stanno a loro agio nella stanza dei bottoni.
A Padre Alex abbiamo chiesto cosa lo ha mosso per partecipare alla serata: “Ritengo molto importante questo confronto. Non si può più tornare indietro, bisogna obbedire al referendum Acqua Bene Comune. E’ chiaro che la prospettiva per Trento è una Azienda speciale. L’acqua è fondamentale, è sempre meno ed è l’oro blu di questo secolo. Anche la TAV del Brennero è un pericolo proprio per le falde acquifere che andrebbe ad intaccare. E’ importante che in nostri politici prendano questo problema seriamente”. Certo, l’iniziativa di fare un’assemblea pubblica è nuova per il nostro territorio:” Ma questa è la strada! Informare la gente, che fa fatica a trovare le giuste informazioni. La politica è sottomessa a potentati economici. Noi dobbiamo stare con il popolo e fare pressione sul mondo politico perchè eviti in ogni maniera che l’acqua sia una merce”. Una pratica di democrazia partecipativa..”Sono momenti importanti. Non ci troviamo più fra di noi.Mi ricordo da giovane: c’erano tante occasioni, incontri, assemblee, ora più nulla. Dobbiamo tornare ad incontrarci e parlare”. Nella difesa dell’acqua come bene comune, qui in Trentino, Lei ha più volte sottolineato il respiro globale di ogni battaglia locale:”E’ una delle ragioni per cui sono tornato in Italia. Per noi missionari è importante stare con i poveri, ma mi devo domandare da dove viene questa povertà. I miei di Gorococho (in Africa, dove è stato a lungo missionari. ndr) mi dicevano di tornare dalla mia tribù bianca e convertirla. Difendere l’acqua in ogni luogo assume una prospettiva globale. Sta aumentando la temperatura terrestre, il panorama è inquietante – basti pensare alle guerre per l’acqua per il Nilo – ecco che il nostro stile di vita ha enormi conseguenze. Credo nel Dio della Vita, delle persone, del Pianeta. Dio vuole che godiamo della nostra vita, non ci vuole vedere soffrire. Ecco che io come missionario devo impegnarmi contro le strutture finanziarie”. I comitati per mercoledì hanno chiesto la presenza sia del Sindaco Andreatta che del Vicepresidente Pacher, per discutere in maniera pubblica e trasparente del futuro delle risorse idriche trentine e se possibile trovare una posizione condivisa:”Io a loro rivolgo un appello: Trento deve dare l’esempio. Tocca a noi fare questo passo importante. Diventiamo un modello. La Provincia deve gestire l’acqua attraverso enti di diritto pubblico, aspettando che il Governo ci dia gli strumenti che il referendum ha indicato. Altrimenti i loro nipoti li malediranno”.
E così sarà. Ieri il consiglio comunale ha bocciato l’Odg che proponeva l’istituzione di una azienda speciale per gestire l’acqua di Trento e andrà avanti con la sua opera di privatizzazione.