Ieri 31 gennaio 2018 il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento ha approvato una mozione sulla protezione dei difensori e delle difensore dei diritti umani. Prima firmataria, la consigliera e vicepresidente del Forum Trentino per la Pace e per i diritti umani del Trentino, Violetta Plotegher.
L’approvazione della mozione arriva all’indomani di un intenso percorso dedicato da Yaku alle donne difensore dei diritti umani ed ambientali sviluppato negli ultimi mesi attraverso la rassegna, appoggiata dal Centro Servizi Volontariato di Trento – Donne In Difesa Di – che ha visto attiviste, scrittrici, rifugiate politiche, ecologiste italiane, colombiane, tunisine, etiopi, basche , partecipare ad incontri diffusi sul territorio trentino.
Una serie di conferenze culminate il 24 novembre 2017 – in occasione della giornata internazionale contro al violenza sulle donne – con l’incontro internazionale promosso anche dal Comitato Interministeriale per i Diritti Umani, presso il Centro per la Cooperazione Internazionale di Trento insieme all’assessora alla cooperazione e pari opportunità Sara Ferrari e la Tavola Rotonda organizzata con la rete In Difesa Di, insieme al Forum della Pace e dei Diritti Umani del Trentino e alla sua vicepresidente, la consigliera Violetta Plotegher, prima firmataria della mozione al Consiglio della Provincia Autonoma di Trento.
Consideriamo questo un risultato eccezionale ma anche il primo passo di un cammino molto lungo, che se da una parte deve prevedere l’assunzione e la condivisione delle responsabilità in difesa delle e dei difensori dei diritti umani ed ambientali minacciati nel mondo, dall’altra deve attuare concretamente nei Paesi dove le minacce e le uccisioni si stanno verificando in maniera tra l’altro sempre più preoccupante.
Sappiamo che la violenza selettiva ed i conflitti contro le comunità indigene e contadine in resistenza, rappresentano la faccia efferata di un sistema di economie estrattive che basano i loro guadagni sull’accaparramento e la finanziarizzazione delle risorse e delle terre. In questo panorama, chi si oppone fisicamente e moralmente, a costo anche della propria incolumità, deve necessariamente essere posto sotto tutela, e considerato una compagna o un compagno della stessa lotta in difesa dell’acqua, dei beni comuni e dei diritti, che anche noi insieme ai nostri referenti colombiani, boliviani e di tante altre parti del mondo, portiamo avanti.
Per questo, la mozione n. 638, che ha come oggetto la Protezione dei Difensori Dei Diritti Umani, sottoscritta da tutti i Capigruppo di maggioranza, dà un senso più completo al concetto di solidarietà e strumenti efficaci alla cooperazione internazionale, così come da sempre la intendiamo noi
COMUNICATO DELLA RETE IN DIFESA DI
Ieri 31 gennaio 2018 il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento ha approvato una mozione sulla protezione dei difensori e delle difensore dei diritti umani: un segnale importante, perché per la prima volta in Italia un ente locale si impegna ad adoperarsi per sostenere chi difende i diritti umani e pone le fondamenta per un percorso di accompagnamento agli attivisti minacciati, con la proposta di sviluppare una città rifugio per l’accoglienza temporanea.
La prima firmataria della mozione (n. 638) è la consigliera Violetta Plotegher, e la proposta è stata sottoscritta dagli altri consiglieri/e del gruppo e da tutti i capogruppo di maggioranza. La mozione è il frutto del lavoro avviato da Yaku (organizzazione che svolge attività di cooperazione internazionale in America latina, in particolare in Colombia) e dalla rete “In Difesa Di – Per i Diritti Umani e chi li Difende”, di cui Yaku fa parte, con il sostegno della Provincia Autonoma di Trento, del Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani e di altre organizzazioni attive sul tema dei difensori dei diritti umani. In occasione di un incontro svoltosi a Trento nel novembre 2017, Yaku e la rete In Difesa Di hanno avuto modo di discutere sui possibili strumenti con cui gli enti locali italiani possono aiutare un difensore o una difensora in pericolo, e di riflettere insieme sui sempre più frequenti e brutali attacchi subiti da attivisti e comunità che si battono per difendere i diritti umani.
Secondo le Nazioni Unite, i difensori e le difensore dei diritti umani sono coloro che si impegnano per promuovere o proteggere, in modo non violento, i diritti umani sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell’ONU. L’attacco a chi difende i diritti umani è ormai un’emergenza globale: secondo l’ultimo report dell’organizzazione non-governativa irlandese Front Line Defenders, nel 2017 ne sono stati assassinati almeno 312.
Istituzioni come l’ONU, l’OSCE, l’Unione Europea e diversi governi nazionali hanno sviluppato strumenti e meccanismi per la tutela dei difensori dei diritti umani, tra cui linee guida che indicano in che modo si può – e si deve – proteggere chi difende i diritti umani. Dal 2016 anche in Italia questo tema è arrivato all’attenzione dell’opinione pubblica, grazie al lavoro di sensibilizzazione e informazione svolto dalla rete “In Difesa Di”. Un passo importante è stato fatto nel gennaio 2017, quando la Commissione Esteri della Camera ha approvato una risoluzione “sulla tutela dei difensori dei diritti umani”, che impegna il Governo a sostenere le iniziative a favore della tutela e protezione di chi difende i diritti umani.
Tra i vari strumenti a disposizione, a cui però è importante ricorrere solo in extrema ratio, c’è la cosiddetta “temporary relocation”, ovvero la possibilità per un difensore o una difensora di lasciare per un breve periodo (dai 3 ai 9 mesi) il suo Paese in un momento di particolare rischio e trovare rifugio in un Paese terzo. L’Unione Europea ha creato una “Piattaforma di coordinamento per l’asilo temporaneo dei difensori dei diritti umani”, a cui hanno aderito vari governi, istituzioni e organizzazioni non-governative. Iniziative di “città rifugio” sono state avviate a livello locale, regionale, nazionale e internazionale, come l’iniziativa “Shelter Cities” del governo olandese e dell’Ong Justice and Peace, o il programma dei Paesi Baschi in collaborazione con l’Ong CEAR-Euskadi.
A novembre una rappresentante di CEAR-Euskadi ha partecipato all’incontro a Trento, e proprio in seguito a questo scambio di informazioni ed esperienze anche la provincia di Trento ha iniziato a riflettere sul possibile sviluppo di una “città rifugio” per attivisti a rischio, che potrebbe poi essere presa da esempio da altri enti locali in Italia.
Con questa mozione, il Consiglio impegna la Giunta a:
– attivare come Provincia di Trento sul proprio territorio programmi di protezione temporanea e training per difensori dei diritti umani minacciati
– promuovere nel corso del 2018 occasioni di approfondimento, e scambi di esperienze tre enti locali e organizzazioni della società civile sul ruolo degli enti locali nella protezione dei difensori dei diritti umani e le città rifugio
– sollecitare il Governo nazionale affinché attivi programmi di protezione per i difensori dei diritti umani e rafforzi l’iniziativa del copro diplomatico italiano, aderendo al contempo alla Temporary Relocation Platform dell’Unione Europea
– inviare questa mozione all’ANCI e alla Conferenza Stato-Regioni al fine da diffonderla presso altri enti locali, sollecitandone l’impegno per la protezione dei difensori dei diritti umani e la creazione di opportunità di rifugio temporaneo per attivisti a rischio.
Particolare attenzione inoltre verrà data alle donne difensore dei diritti umani, che sono esposte a maggiori rischi e ritorsioni rispetto ai colleghi maschi, e per questo la “città rifugio” potrebbe essere dedicata in modo particolare alle donne attviste e alle loro famiglie.
Proprio per riflettere sui migliori strumenti a disposizioni e sugli obiettivi per il futuro, la rete “In Difesa Di” a giugno PARTECIPERA’ AD un workshop INTERNAZIONALE ORGANIZZATO Dalla Farnesina sulle buone pratiche per tutelare e sostenere i difensori dei diritti umani, tra cui la possibilità di sviluppare città rifugio in Italia.
“La mozione del Consiglio – afferma Francesco Martone della rete In Difesa Di – si inserisce in un contesto di maggiore attenzione e impegno delle istituzioni italiane sul tema dei difensori. In occasione della presidenza italiana dell’Osce 2018 e il ventesimo anniversario della Dichiarazione Onu sui Difensori dei Diritti Umani, è fondamentale che i diversi settori e le diverse istituzioni italiane (enti locali, Parlamento, Governo, rappresentanze diplomatiche all’estero, il mondo della cooperazione e le imprese private) si impegnino – ognuno con i diversi strumenti a disposizione – per tutelare chi rischia la vita per difendere i diritti umani.” Proprio per riflettere sui migliori strumenti a disposizioni e sugli obiettivi per il futuro, la rete “In Difesa Di” a giugno coordinerà un workshop alla Farnesina sulle buone pratiche per tutelare e sostenere i difensori dei diritti umani, tra cui la possibilità di sviluppare città rifugio in Italia.
info: yaku.eu – indifesadi.org