Protection of Human Rights Defenders (HRD): good practices and the role of Italy”. Il seminario alla Farnesina di oggi.

il: 18 Giugno 2018

Dopo il seminario internazionale del 16 giugno a Trento sulla elaborazione degli strumenti e degli obiettivi per la difesa dei difensori dei diritti umani attraverso la Mozione 190 della Provincia Autonoma di Trento, una delegazione del nodo trentino della rete In Difesa Di formata da Yaku, PBI insieme alla consigliera provinciale e vicepresidente del Forum Trentino per la Pace e Diritti umani Violetta Plotegher prende parte all’ International workshop su“Protection of Human Rights Defenders (HRD): good practices and the role of Italy”, organizzato dal MAECI alla Farnesina: l’implementazione delle linee guida dell’Italia sulla difesa degli Human Rights Defenders passa dalla collaborazione con la società civile ed è connessa alla costruzione della Pace.

“Condividere con così tanti attori un percorso così importante è un’occasione straordinaria – ha detto la Consigliera Plotegher – non solo per la costruzione congiunta delle linee guida dell’Unione Europea in Italia sulla difesa delle difensore e dei difensori dei diritti umani, ma anche per una maturazione culturale profonda nel nostro Paese, che non deve avere alcun dubbio sulla inviolabilità dei diritti umani nel mondo”.  Sottolineando come il percorso che ha portato il Trentino ad essere il primo territorio in Italia a recepire con una mozione di indirizzo  votata lo scorso gennaio dal Consiglio Provinciale di Trento le normative europee sulla difesa degli HRD – che ha visto una virtuosa collaborazione fra organizzazioni trentine ed istituzioni – fra cui Yaku, PBI e la connessione con la Colombia e la comunità di Pace di San Josè de Apartadò – la Plotegher ha proposto la costituzione di una Commissione Nazionale italiana per la protezione degli HRD e un coordinamento nazionale fra ONG ed enti locali, che hanno intenzione di mettersi a disposizione per questo percorso.

Inoltre, ha proposto di far partire proprio dal Trentino  una prima esperienza pilota, che veda la collaborazione di ambasciate, Ministero degli Esteri, ANCI , ma anche di grandi organizzazioni come Front Line Defenders, attiva già da tempo in programmi di protezione di persone minacciate: “Senza diritti umani non possiamo costruire un percorso di pace, senza la costruzione di relazioni forti e a più livelli i programmi di protezione non possono essere efficaci. Difendere gli HRD’s significa aiutare i percorsi locali di sviluppo e l’economia globale. Inoltre la stessa Costituzione Italiana con l’articolo 2 , prelude a quella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo di cui ricorrono i 70 anni proprio quest’anno.”.

Le dichiarazioni della Consigliera trentina sono state apprezzate e riprese anche da Francesco Martone, referente della rete In Difesa Di che ha contribuito alla promozione del seminario, e sono state raccolte da Emma Achilli dell’ufficio dell’Unione Europea di Frontline Defenders , che ha auspicato un ruolo da capofila dell’Italia per iniziative diplomatiche specifiche, spendendo parole in difesa delle ONG, “che non devono necessariamente essere iscritte a registri e in piattaforme, ma che possono poter svolgere il loro lavoro nella eterogeneità delle loro nature politiche e anche vicino ai movimenti sociali”.

Leire Lasa, del programma basco di protezione CEAR, che con l’olandese  Sebastiaan Van der Zwaan ha partecipato all’incontro del 16 giugno a Trento, ha sottolineato l’importanza di valorizzare la visione di genere e femminista dei programmi e di connettere il ragionamento e le azioni per la difesa degli HRD’s con l’assunzione di responsabilità collettive sugli impatti dell’economia estrattivista nei paesi terzi e gli effetti del riscaldamento globale.

Uno degli obiettivi importanti dell’incontro alla Farnesina riguardava i visti specifici per gli HRD’s, tema affrontato dal referente  del ministero Giulio del Federico.

Infine, Francesca Tardioli Ministra Plenipotenziaria e Direttrice per le Nazioni Unite e i diritti umani presso la Direzione generale Affari politici e di Sicurezza del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha concluso come il tema degli HRD’s vada inquadrato nel più ampio quadro della promozione e la tutela dei diritti umani: “Questo è il modo per cercare di creare un clima permissivo per il lavoro dei difensori dei diritti umani nei loro Paesi; questo è un tema trasversale, come lo è il diritto dell’acqua, richiamato dagli ospiti internazionali nella sessione della mattina: si conferma come nel contesto della Presidenza italiana dell’OSCE, l’Italia stia prendendo iniziative relative alle linee guida europee. E si auspica di far partire il programma delle shelters cities anche in Italia quanto prima. Il motto della candidatura dell’Italia per il 2019 al Consiglio dei Diritti Umani è proprio quello che la speaker Violetta Plotegher richiamava all’inizio della sessione pomeridiana: non ci può essere Pace senza rispetto per i Diritti Umani ”.

Domani 19 giugno, un altro seminario promosso dalla rete In Difesa Di, presso il Senato, vedrà il protagonismo delle associazioni che in Italia si occupano della difesa dei difensori dei diritti umani.