Italia e Danimarca vogliono rivedere i trattati su immigrazione e diritti

il: 13 Maggio 2025

Danimarca e Italia chiedono ad altri Paesi di sostenere una lettera che critica la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per essersi spinta “troppo oltre” nell’interpretazione della legge, in particolare in materia di immigrazione.

Le interpretazioni della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo da parte della Corte plasmano il panorama giuridico dell’Europa e dei Paesi dell’UE su questioni che vanno dall’asilo alla privacy.

In una bozza di lettera visionata da Euractiv, Copenaghen e Roma avvertono ora che alcune recenti decisioni hanno esteso il significato della Convenzione oltre il suo intento originario e hanno limitato la loro capacità di “prendere decisioni politiche nelle nostre democrazie”.

La Corte, con sede a Strasburgo, è l’organismo internazionale responsabile dell’applicazione della Convenzione nei 46 paesi del Consiglio d’Europa.

Fonti italiane hanno confermato l’esistenza della lettera a Euractiv, ma hanno affermato che Roma sta ancora valutando la possibilità di cofirmarla. L’obiettivo, hanno affermato, è avviare un dialogo sull’interpretazione della Convenzione, che rifletta meglio le “sfide dell’immigrazione irregolare moderna”.

“Ciò che una volta era giusto potrebbe non essere la risposta di domani”, si legge nella lettera.

La lettera, non ancora pubblica, è ancora aperta ai firmatari e dovrebbe essere pubblicata nelle prossime settimane.

La decisione fa seguito a mesi di crescenti richieste di rivisitare o reinterpretare quadri giuridici internazionali di lunga data, in particolare in materia di immigrazione.

Tra i potenziali sostenitori figura il gruppo informale di paesi dell’UE incentrato sulla migrazione che Italia e Danimarca hanno promosso e presieduto nell’ultimo anno in vista dei vertici dei leader dell’UE. Tra questi figurano Repubblica Ceca, Finlandia, Polonia e Paesi Bassi.

Tutti i 27 Stati membri dell’UE appartengono al Consiglio d’Europa e sono firmatari della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Tuttavia, l’UE stessa non è ancora parte della Convenzione, nonostante sia legalmente tenuta a farlo ai sensi del Trattato di Lisbona, che ha riformato il funzionamento dell’UE nel 2007.

L’adesione significherebbe che le istituzioni dell’UE potrebbero essere chiamate a rispondere dinnanzi alla Corte europea dei diritti dell’uomo, un provvedimento ancora in fase di negoziazione.

fonte: euroactive