“Dietro agli scudi la parte migliore del Paese”. Il 31 maggio attese a Roma decine di migliaia di persone.

il: 28 Maggio 2025

La conferenza stampa della Rete A Pieno Regime dopo la manifestazione del 26 maggio a Roma. “Da mesi l’obiettivo era assediare i palazzi del potere nel giorno del voto in Parlamento del Decreto Sicurezza”. “da mesi l’obiettivo era assediare i palazzi del potere nel giorno del voto in Parlamento del Decreto Sicurezza”.

“Quello che abbiamo visto ieri a Roma, sotto al Parlamento, è il segno evidente di un’opposizione sociale che non solo è diffusa e radicata, ma che ha imparato a esprimersi in molteplici forme: dal conflitto aperto alle grandi manifestazioni di massa, dai convegni di approfondimento alle mobilitazioni territoriali. Pensiamo a Padova, dove un quartiere di 50 mila abitanti è diventato “zona rossa”: lì si sta esprimendo una mobilitazione di massa senza precedenti, che vede protagonista l’intera composizione sociale del quartiere.” Affermano i portavoce della rete.

Dopo aver utilizzato la decretazione d’urgenza per superare le difficoltà fuori e dentro l’aula, ieri il Ministro Piantedosi ha messo la fiducia sul provvedimento. Il governo Meloni appare sempre più debole. Nonostante una maggioranza parlamentare solida, ha dovuto porre la fiducia ben 89 volte, segno che la sua agenda autoritaria e antisociale non riesce a passare in modo lineare. La credibilità di questo governo è ormai ridotta ai minimi storici. Basti pensare che Meloni ha salutato il decreto come un “ritorno alla legalità”, citando il caso di un cittadino rumeno nullatenente sgomberato da una casa occupata a Mestre. “Ma di quale legalità parliamo, in un Paese la cui economia è permeata da infiltrazioni mafiose e capitali illeciti? Di che sicurezza parliamo, se gli ultimi dati ISTAT dicono chiaramente che l’Italia è in piena emergenza sociale?” incalza la Rete. 

Di fronte a tutto questo, la Rete “A pieno regime” è riuscita in ciò che da tempo mancava: saper fare sintesi politica. Sta infatti tenendo insieme forze sociali e politiche diverse, assemblandole in un fronte comune capace di costruire un’opposizione sociale vera a questo governo. La giornata di ieri ne è stata prova, e la manifestazione nazionale del 31 maggio lo sarà ancora di più. “Le persone che ieri stavano dietro gli scudi sono la parte migliore di questo Paese, quella che si sta ponendo a difesa della democrazia. Il fatto che in 12 ore gli autobus per il 31, provenienti da tutta Italia, siano raddoppiati, dimostra che la sfida al governo si sta ampliando sempre di più”. A una settimana dal referendum, spazi sociali, movimenti, associazioni, realtà politiche e sindacali provenienti da tutta Italia stanno infatti costruendo uno spazio di democrazia alternativa possibile. Il perimetro della rete sta esondando e coinvolge ora chiunque abbia in testa un’idea di democrazia e di società diametralmente opposta a quella del Governo.

da Global Project