colombia

Sfollata con la violenza la comunità Wounaan Nonam di Santa Rosa di Guayacán

A causa degli scontri tra militari e paramilitari da una parte e guerriglia dell’Eln dall’altra dal 25 novembre 154 persone della comunità indigena colombiana Wounaan Nonam hanno dovuto lasciare i loro villaggio sulle sponde del fiume Calima e si sono rifugiate in una casa comune ai bordi della pericolosa periferia di Puertobuenaventura, capitale di Valle del Cauca, regione del maroriato sud ovest colombiano. La responsabilità del governo colombiano è evidente: una totale immobilità delle istituzioni a fronte di una tragedia da

Attacco alle persone difensore della terra e dell’ambiente

articolo originale: https://www.globalwitness.org/es/last-line-defence-es/ Dal 2012, Global Witness ha raccolto dati sul numero di omicidi di attivisti per la terra e l’ambiente. Durante questi anni, si è profilata una prospettiva desolante. I dati suggeriscono che, mentre la crisi climatica si intensifica, aumenta anche la violenza contro chi protegge il pianeta. E’ chiaro che lo sfruttamento irresponsabile e l’avidità che sono alla base della crisi climatica, sono anche responsabili della violenza contro gli attivisti. Nel 2020 si sono registrati 227 omicidi, che significa

Neoestrattivismo e violenza di Stato: difendere i difensori in America Latina

di Aldo Orellana Lopez “A La Guajira stiamo resistendo per non consegnare neanche un metro di terra in pù”, ha spiegato Samuel Arregocés, membro del Consejo Comunitario de Negros Ancestrales de Tabaco in Colombia. “Questo carbone è carbone di sangue, carbone di lacrime, carbone di necessità”, “Ecco perché stiamo resistendo contro il modello estrattivo1 imposto da questo paese”, afferma. La sua esperienza di vita ci mostra la realtà dell’estrattivismo in America Latina e la violenza che lo accompagna. Nell’agosto 2001, 400 famiglie della comunità di Tabaco furono

Stupro di Stato nel Paese che hanno chiamato Colombia

da Il Manifesto Intervista a Vilma Rocío Almendra Quiguanás. I rischi del negoziato con un governo che puntualmente viola gli accordi, il ruolo dei giovani e della “minga indigena” nelle proteste che hanno mobilitato 15 milioni di persone sfidando la feroce repressione dell’Esmad, la necessità «partire dal basso per costruire collettivamente la nostra autonomia e prenderci cura gli uni degli altri, come abbiamo fatto in tutti questi giorni di lotta»  L’ingresso a Cali di un gruppo della Guardia indigena del Cric © Ap Claudia

Il bollettino di guerra della repressione in Colombia

La Campagna “Defender la Libertad un Asunto de Todas”, è una rete di organizzazioni sociali, locali, studentesche, ambientaliste, femministe, di comunicazione e per i diritti umani, vuole rendere pubblica dopo dodici giorni di proteste a livello nazionale, le violazioni dei diritti dal 28 aprile al 10 maggio (ore 18:20) sul territorio nazionale colombiano: 52 persone uccise presumibilmente uccise dalle azioni della forza pubblica e / o “civili”. 1 agente di polizia. 489 persone ferite per azioni sproporzionate della Polizia Nazionale ed

Colombia: il governo è più pericoloso del virus

10 maggio 2021 “Se un popolo protesta e scende in piazza in piena pandemia  è perchè il suo governo è più pericoloso del virus”. di Marco Consolo – Il 6 dicembre 1928 la Colombia si svegliò macchiata del sangue dei lavoratori delle piantagioni di banane. Lo sciopero andava avanti da quasi un mese e l’esercito  intervenne a difesa degli interessi della United Fruit Company degli Stati Uniti (oggi Chiquita), provocando un massacro che ha dato origine al romanzo “Cento anni di