PER PARTECIPARE AL CLIMA DEL CAMBIAMENTO VERSO OEF 2016

il: 4 Giugno 2015

Ci siamo posti Oltre il sistema dell’economia mainstream, che pur facendo – spesso con le carrellate dei grandi nomi – l’occhiolino a posizioni pacatamente critiche rispetto al neoliberismo e alle politiche dell’austerity, non prevede che sia dal basso, attraverso la produzione intellettuale sociale ed i conflitti, formule di riappropriazione della democrazia e del cambiamento.

Con l’OltrEconomia Festival – Il Clima del Cambiamento abbiamo cercato invece di raccontarci un’altra storia, quella che si dipana come lettura trasversale dei conflitti sociali e ambientali in atto nel nostro paese e nel mondo.

Una lettura sicuramente più scomoda da accogliere  perché l’analisi di questi giorni ci ha riportato alla realtà di un tessuto sociale profondamente lacerato e impoverito dalle politiche del debito, dell’austerity, delle privatizzazioni imposte dell’Europa, della Bce e dei governi, in cui al precariato e all’aumento della povertà corrisponde un’ulteriore polarizzazione della ricchezza; il quadro di un ambiente devastato dalle politiche delle grandi opere  e di una politica energetica che con inspiegabili balzi all’indietro nel tempo e nello spazio, vuole tornare ai combustibili fossili.

OEF15 nei cinque giorni – dl 29 maggio al 2 giugno – in cui si sono succeduti 30 relatori e centinaia di partecipanti (si stima attorno alle cinquemila persone il passaggio al Parco Santa Chiara) ci ha anche riconsegnato la speranza dell’altra faccia dell’Economia: un’economia informale, delle pratiche solidali e del mutualismo sociale che già esiste e funziona: a Roma, come a Milano, come a Rosarno e anche in Trentino.

L’economista e referente della campagna Stop TTIP Italia Monica di Sisto  si è interrogata su: “A chi serve l’economia” , nel primo panel del 29 maggio sviluppato insieme a Luca Pagni di La Repubblica: a cosa servono strumenti come il TTIP, lo Sblocca Italia, il Jobs Act, le politiche dell’austerity sotto il ricatto costante del debito?

Domanda emblematica, che ha percorso trasversalmente la riflessione dell’OEF15: chi sono i veri artefici di un’economia globalizzata e finanziarizzata che aumenta le disuguaglianze sociali ed economiche, amplifica lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e dell’uomo sull’ambiente e la Natura, che erode sistematicamente ogni forma di partecipazione democratica? La risposta che ci siamo dati – insieme ad economisti, scrittori, filosofi, giornalisti che ci hanno accompagnato per tutto il festival – è che questa economia serva  ai grandi gruppi industriali, alla grande distribuzione, alle oligarchie finanziarie che fanno parte di un 5% che continua ad accaparrare le maggiori risorse del pianeta.

Il 30 maggio dedicato ai conflitti ambientali e alle grandi opere è partito dall’analisi dei cambiamenti climatici – in vista anche dell’appuntamento della COP21 a Parigi nel prossimo dicembre: provocati e acutizzati dalle politiche e dall’opera dell’uomo, ci stanno riconsegnato un ambiente ai limiti del collasso, in cui la finitezza delle risorse naturali pongono un limite certo alla crescita economica, così come pensata e auspicata “dai folli e dagli economisti” , come ha detto lo stesso Stiglitz, ospite del festival dell’Economia di Trento.

Un Paese devastato dalle grandi opere come la Tav in Val di Susa; progetti in fase di realizzazione come la Tav Brennero. O soltanto ancora in cantiere come  l’autostrada Orte-Mestre, che hanno solo il fine di arricchire le tasche delle grandi imprese e della politica di sistema. Ma anche  minacciato dalle politiche previste dallo Sblocca Italia, con il rilancio delle politica energetica del governo Renzi basate sul petrolio e i combustibili fossili.

Aggressione e saccheggio dei territori a cui risponde una fitta rete di conflitti sociali che si organizzano per articolarsi in una lotta condivisa, senza innescare processi di rappresentanza sotto un’unica bandiera, ma rafforzandosi reciprocamente per costruire relazioni capaci di incidere a livello nazionale ed europeo, in grado di spostare gli equilibri politici.

La manifestazione a Lanciano (Ch) del 23 maggio contro la realizzazione della piattaforma petrolifera Ombrina sul mare  Adriatico a soli 6 chilometri della costa, a cui hanno partecipato più di 60 mila persone, e la successiva assemblea del 24 maggio a Pescara contro lo Sblocca Italia partecipata da decine di comitati territoriali, danno il polso della livello raggiunto da un intero popolo che subisce senza possibilità di replica norme e leggi non condivise, che riflettono logiche lontane dal buon senso e dalle reali esigenze della gente. Manifestazioni e capacità di autorganizzazione che rappresentano dall’altra quello snodo fondamentale di un conflitto sociale“necessario e massificato , per contrastare in forma sinergica la nuova ondata neoliberista.

Il 31 abbiamo invece approfondito i percorsi e le pratiche solidali e di nuovo welfare sociale, esperienze che mostrano una ricchezza forte di umanità e creatività, per ovviare ad un sistema sempre più escludente: c’è stata quella metropolitana di Rete per il diritto alla Città che a Roma  mette in connessione gli spazi sociali della città per rafforzare le pratiche alternative di welfare sociale, dal sostegno alle ragazze madri con gli asili sociali,  ai corsi di lingua gratuita ai migranti, alle polisportive sociali e alle cucine sociali a sostegno di famiglie senza reddito e a sostegno del reddito stesso. Oppure il percorso  di SOS Rosarno in Calabria che combattendo contro le economie in mano alle mafie mette insieme agricoltura e sostegno solidale ai migranti. Infine la Fabbrica recuperata RiMaflow dell’interland milanese, che in questi giorni rischia la chiusura per la volontà politica di cui le amministrazioni locali sono strumento, per affondare un’esperienza replicabile che il sistema economico e politico percepisce come un pericolo perché reale alternativa solidale all’economia di mercato.

L’OltEconomia Festival, tutte le realtà che lo compongono e lo hanno animato accompagneranno al RiMaflow nel suo percorso di resistenza, che dà lavoro ad un centinaio di operai e ha prodotto una filiera solidale, che coinvolge Libera di Don Ciotti fino ad Sos Rosarno, in una lotta che unisce giustizia e legalità.

Esperienze che anche all’OEF15 si sono incontrate e riconosciute, e che dal Parco Santa Chiara hanno siglato o rafforzato un nuovo patto sociale per diventare proposta politica alternativa, diffusa.

L’OEF15 cerca di partecipare alla produzione delle politiche economiche, non si pone in forma passiva né autorevole: è una piattaforma viva e magmatica che crede nella necessità urgente di agire in prima persona, ovviando i nodi delle deleghe in bianco.

OEF15 ha fotografato una società che versa in gravi condizioni, minacciata dai tagli dello stato sociale, dalla precarizzazione del lavoro, da nuove privatizzazioni atte alla svendita del patrimonio pubblico e dei beni comuni.

Il referendum acqua bene comune aveva aperto il ragionamento sulla riappropriazione dei beni comuni fuori dalle logiche di mercato, oltre la dicotomia pubblico/privato.

In Europa si aprono oggi importanti spazi di confronto: mobilitazioni, nuovi scenari politici, che, come Podemos in Spagna o le proposte economiche del Governo Tsypras in Grecia, cominciano a mettere in discussione quel pensiero unico che preme per la finanziarizzazione delle nostre esistenze.

Partiamo dal presupposto che “L’economia che non capiamo, che non studiamo, la subiremo”. Che l’OEF sia spazio di crescita collettiva, di confronto, di autoformazione. Non conferenze che per quanto interessanti lasciano l’auditore con la solita domanda a mezz’aria: ”Ora che lo so, cosa posso fare?”.

Per questo l’appuntamento si rinnova al prossimo anno, per un altro OltrEconomia festival che farà pensare, divertire, che contaminerà, creerà socialità e pensiero critico. Che farà paura a qualcuno, che non avrà neppure il coraggio di scriverne una riga nei propri giornali. Ma che per lo più, avrà il sapore di un tentativo, di una sperimentazione, per andare Oltre l’assunto di una societàimmobile e passiva: noi dobbiamo essere protagonisti della nostra economia, e lo faremo.

Arrivederci al prossimo anno

 

Tutte e tutti di OltrEconomia festival

 

 

Solo un assaggio della rassegna stampa

 

http://www.trentino-suedtirol.ilfatto24ore.it/index.php/fatto-del-giorno/3188-oltreconomia-festival-l-altro-punto-di-vista-dell-economia

http://www.salto.bz/it/article/02062015/andare-fare-pezzi-il-neoliberismo-europeo