E’ stato un fine settimana storico quello del 29 e 30 giugno. 210 ettari occupati, migliaia di olivi, cinque casali e tante tende accampate tra le zolle delle colline toscane. A sud ovest di Firenze, per la strada che dal capoluogo toscano raggiunge Greve in Chianti, Ia collina di Mondeggi è stata invasa da contadini, giovani e più attempati, studenti, attivisti di tutta italiana per sostenere la riapproproriazione delle terre che la Provincia vorrebbe svendere ai soliti imprenditori.
Terrre pubbliche che la comunità locale e i contadini vogliono difendere dal saccheggio rituale in nome della finanzia e dalle politiche del debito. E allora l’appello lanciato dai comitati di Mondeggi per costituire una “Fattoria senza padroni” è stato accolto da numerose realtà del nostro Paese collegate alla Rete “Genuino Clandestino” e la “Campagna Terra bene Comune”. Una presenza multicolore con storie diverse alla spalle. Dai contadini si Caicocci, che in Umbria stanno sperimentando un percorso analogo a quella di Mondeggi, alle piccole realtà organizzate degli orti comunitari, come il collettivo Richiedenti Terra di Trento, fino ai centri sociali e alle associazioni come Yaku, che con la loro presenza hanno voluto dare un segnale di solidarietà e partecipazione. Perché il processo di Mondeggi avrà bisogno dell’aiuto di tutte e tutti. Da sabato scorso un casale è stato occupato da una quindicina di studenti di agraria. Una famiglia di contadini si sistemerà nei prossimi giorni in una seconda abitazione. Ma l’idea della provincia di vendere i 210 ettari, casali compresi non è stata abbandonato dopo le due aste che non hanno ancora visto nessuna offerta vicina ai 7 milioni di euro necessari per l’acquisto. Poi l’affare “Mondeggi” passerà sotto l’amministrazione del comune di Firenze. E allora ci sarà da resistere e forse anche da trattare. Ma per ora l’importante è coltivare la terre, potare gli alberi e raccogliere le olive, zappare gli orti, garantire l’ospitalità a quanti vogliono aiutare, e organizzare un gruppo che possa dare continuità ad un’idea che ha affascinato tutti coloro che hanno partecipato alla 3 giorni di Mondeggi. Ore intense di parole e relazioni, intervallate da laboratori di potatura, di orticoltura, di studio del paesaggio, di colture bio-dinamiche, e tanta musica con un repertorio di canzoni anarchico-agresti che riportano ai valori della resistenza, ma quella di adesso, contro lo scempio e la svendita di tutto ciò che abbiamo di più caro: il bene comune, che ora si chiama anche Mondeggi.