A Pieno Regime, il 22 febbraio manifestazione nazionale diffusa contro il DDL Sicurezza: anche Trento scende in piazza

il: 19 Febbraio 2025

A Pieno Regime, il 22 febbraio manifestazione nazionale diffusa contro il DDL Sicurezza: anche Trento scende in piazza

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COMUNICATO STAMPA

Sabato 22 febbraio si terrà la manifestazione diffusa in varie città d’Italia contro il DDL Sicurezza – Disegno di legge 1236 – in discussione al Senato il prossimo 4 marzo.

Anche a Trento l’ampia piattaforma composta da organizzazioni sociali, movimenti per la giustizia climatica, sigle studentesche, associazioni, sindacati e partiti, si mobilita per un corteo cittadino che attraverserà la città dalle 15.30 in poi, a partire da Via Verdi e che si concluderà in Piazza Cesare Battisti con interventi dal palco.

La difesa della Costituzione, delle libertà fondamentali, e dei diritti, ha unito la società civile trentina per un fermo NO ad un DDL che nulla ha a che fare con la vera sicurezza, ma rappresenta un preoccupante passo verso la repressione sociale. 

“LA NOSTRA SICUREZZA è GIUSTIZIA SOCIALE E CLIMATICA”

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Oltre 35 realtà associative – ma le adesioni continuano – tra collettivi studenteschi, sindacati, movimenti associazioni e forze politiche, riunite nella rete regionale NO DDL Sicurezza, si ritroveranno a Trento sabato 22 febbraio alle ore 15.30 in Via Verdi per dare vita ad un corteo che attraverserà la città e che si concluderà con gli interventi dal palco allestito in piazza Cesare Battisti.

Una manifestazione nazionale diffusa che si terrà in contemporanea in molte altre città d’Italia, organizzata dalla rete nazionale “A Pieno regime – NO DDL Sicurezza”. 

Yaku, insieme alla “rete In Difesa Di – per i diritti umani e per chi li difende” , si occupa da tempo di costruire percorsi per la protezione, l’accompagnamento e la difesa di chi nel mondo – come attivista, leader comunitario, giornalista, sindacalista o altro – difende in prima linea i diritti umani ed ambientali. Oggi ci troviamo a volgere lo sguardo ed azioni in Italia ed in Europa per fare fronte all’ondata repressiva che sta colpendo proprio i movimenti per la giustizia sociale e climatica. Per questo abbiamo attivato connessioni e alleanze con altre reti europee.

Nel complesso, il decreto segna una preoccupante ulteriore restrizione ai legittimi diritti di libertà di espressione, di riunione e di protesta, tanto che molte organizzazioni italiane per i diritti civili e i diritti umani lo etichettano come il più grave attacco alla libertà di protesta mai sferrato negli ultimi decenni.

leggi qui l’appello delle reti europee in appoggio alla rete No DDL

Il Ddl sicurezza (Disegno di Legge al Senato n. 1236), calendarizzato in discussione il prossimo 4 marzo, rappresenta un attacco senza precedenti ai diritti fondamentali e alle libertà civili: criminalizza il dissenso, restringe la libertà di manifestare, colpisce le fasce più vulnerabili della società e introduce misure pericolose per chiunque osi dissentire: un manifesto ideologico del Governo Meloni verso una democrazia illiberale. Un pacchetto di norme con il quale si vuole rispondere alle difficoltà sociali, alle disuguaglianze e alle lotte quotidiane, con la repressione e l’inasprimento delle misure coercitive. Una sicurezza che fa rima con paura e non con giustizia sociale. 

Nei mesi scorsi, organismi internazionali, tra cui ONU, OSCE e Consiglio d’Europa, hanno inviato lettere e documenti alle nostre maggiori istituzioni per sottolineare la deriva autoritaria contenuta nel provvedimento. 

E solidarietà e vicinanza politica di europarlamentari di Spagna, Francia, Belgio sono stati espressi alla rete No DDL Sicurezza in occasione della visita di una rappresentanza della stessa al Parlamento Europeo il 4 febbraio, che ha evidenziato come una certa deriva repressiva stia di fatto attraversando il nostro continente, e si è concretizzato nell’emendamento presentato dal gruppo politico europeo The Left contro il Ddl sicurezza italiano, nel rapporto annuale sullo stato di diritto dell’Unione.

“Non possiamo accettare che l’Italia segua il modello autoritario ungherese. Quella del governo Meloni non è una ricerca di maggiore “sicurezza”, ma un tentativo di avere una società paralizzata dalla paura, in cui la partecipazione attiva sia ostacolata”, si legge nell’appello della Rete Regionale NO DDL

Questo disegno di legge è fatto per colpire i segmenti più fragili della società e il suo impatto è diretto su chi lotta per il diritto al lavoro degno, per il diritto alla casa, per la giustizia climatica, contro la speculazione e contro le disuguaglianze:

le persone migranti subiscono nuove discriminazioni non potendo nemmeno più acquistare una SIM per telefonare, particolarmente allarmante è l’istituzione del reato di “rivolta penitenziaria” nelle carceri e nei CPR, che equipara la resistenza passiva a quella attiva, in un contesto detentivo già segnato dal sovraffollamento e dall’aumento incessante dei suicidi. 

Il Ddl prevede, inoltre, la cessione dei dati personali delle pubbliche amministrazioni ai servizi segreti e introduce esenzioni di responsabilità per reati eversivi commessi dagli stessi apparati di intelligence. Ed ha una deriva sessista e razzista con l’articolo 15, che elimina il rinvio della pena per le donne incinte o madri con figli sotto l’anno di età, peggiorando norme storiche come il Codice Rocco. 

Ma non solo: restringe la libertà di parola, e prende di mira persino i lavoratori del settore della canapa, costretti a chiudere attività economiche e a rivedere da zero le proprie prospettive di vita. In sintesi, per tutto ciò che in Italia non funziona, la risposta del Ddl Sicurezza è premunirsi con più carcere e più repressione.

La giornata del 22 febbraio a Trento porterà in piazza ognuna di queste tematiche, per ridisegnare in maniera collettiva cosa significhi davvero “sicurezza”. 

Non certo le “zone rosse” della direttiva Piantedosi, ma la ricostruzione di una società con meno diseguaglianze, inclusiva e rispettosa dei diritti.
L’obiettivo della Rete è riaprire una stagione in cui i temi della giustizia sociale e ambientale diventino davvero prioritari e maggioritari, dal diritto alla casa, al lavoro, al welfare, all’accoglienza fino alla crisi climatica in corso ed invita tutte e tutti ad essere parte di questo movimento per opporsi non solo a queste politiche, ma per portare istanze e prospettive alternative all’estrema destra che sta  avanzando in tutta Europa: “NO al Ddl Sicurezza, SÌ ai diritti costituzionali!”

Ci vediamo tutte e tutti sabato 22 febbraio dalle 15.30 in Via Verdi per dare noi il daspo a questo governo!

Per info:

tel –  3289173733 Stefano Bleggi – 3319488840 Claudia Dell’Aquila 

Francesca Caprini – Yaku – 3495812670

Il corteo avrà uno spazio di cura per permettere a tuttɘ di partecipare nel rispetto delle proprie esigenze



Per adesioni e informazioni: trentoantirazzista@gmail.com 

Lista adesioni rete NO DDL – Trentino Alto Adige

Acli Trentine
Anpi Trentino Alto Adige-Südtirol
Arci del Trentino 
Arcigay del Trentino
Assemblea Antirazzista Trento
Associazione A scuola di Solidarietà
Associazione Oratorio S.Antonio
Associazione Penny Wirton Trento
Associazione Taiapaia
Associazione Yaku
Ass. 46° Parallelo / Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo
Bozen Solidale
Centro Sociale Bruno
Centro Pace ecologia e diritti umani – Rovereto
CGIL del Trentino
Ciclofficina Popolare Pedale Radicale Bolzano
Comunità S.Francesco Saverio
Coordinamento Studentesco Trento
Donne in cammino per la pace – Borgo Valsugana
Donne in nero – Rovereto
Donne per la Pace – Trento
Extinction Rebellion Trento
GrIS Trentino
Gruppo di Iniziativa Territoriale di Banca Etica
Il Gioco degli Specchi APS
I sentinelli di Trento
Mediterranea Trento
Movimento Nonviolento del Trentino
Scioglilingua Bolzano
Scuola di italiano Libera La Parola
Spazio autogestito 77
Sportello Casa per Tutt*
UDU Trento
UIL del Trentino
Ultima Generazione Trento

Alleanza Verdi Sinistra del Trentino 

Rifondazione Comunista (Trentino e Alto Adige)

Officina Comune Rovereto
M5S Trentino

Onda
Sinistra Die Linke
Partito Democratico del Trentino


(adesioni in aggiornamento…)


LA RETE NAZIONALE “A PIENO REGIME”

A seguito dell’assemblea nazionale del 16 novembre a Roma è nata A Pieno Regime, una rete che ha coinvolto centinaia di realtà sociali, politiche e sindacali. Il 14 dicembre 100mila persone sono scese in piazza contro il governo Meloni, dando il via a un percorso di opposizione reale.

Questa mobilitazione ha già prodotto alcuni risultati importanti:

  • un allargamento della rete stessa e una sua capillarità nei territori;
  • un rallentamento dell’iter legislativo e, dopo che alla Camera la norma è passata quasi sotto silenzio, un crescente numero di emendamenti prodotti dalle opposizioni al Senato, che potrebbe rallentare ulteriormente l’approvazione del ddl;
  •  rilievi del Presidente della Repubblica che sottolineano la gravità di quattro articoli specifici del ddl;
  • lettere di allarme e richieste di revisione del DDL da parte di organi internazionali quali ONU, OCSE e Consiglio d’Europa;
  • un’assemblea europea a Bruxelles, il 4 febbraio 2025, insieme a parlamentari UE e l’avvio di un processo di mobilitazione che guardi oltre i confini nazionali.

OBIETTIVO DELLA MOBILITAZIONE: BLOCCARE IL DDL SICUREZZA

Ora, l’obiettivo della mobilitazione non è di rivedere o migliorare il ddl sicurezza, ma di bloccarlo e portare una larga parte del paese a far sì che ne venga impedita l’approvazione. Per questo la rete A Pieno Regime si è allargata, includendo ogni forma di protesta ed invitando a mettere in campo ogni forma di iniziativa orientata a raggiungere lo scopo. Ognuno può fare la sua parte per impedire che la deriva autoritaria proceda. Il 22 febbraio ci saranno manifestazioni in città italiane importanti: oltre a Trento, Bologna, Napoli, Milano, Roma, e decine di iniziative in altre città e province che si riconoscono nella stessa cornice comune.