Il 3 dicembre nella zona di Pitalito, ad un’ora dalla cittadina di Curumanì, dipartimento di Cesar, Bruno stava accompagnando una comunità contadina in un’operazione di reclamo del proprio territorio. La commissione – 10 persone – stava arrivando vicino ai terreni oggetto della contesa, quando due persona armate hanno aperto il fuoco contro la delegazione e contro il giornalista italiano, che stava documentando i fatti con la propria telecamera, per poi dirigere le armi contro la comunità. Fortunatamente non si sono registrati feriti né vittime, e gli aggressori – che pure sono riusciti ad allontanarsi – sono stati successivamente identificati anche grazie alle immagini di Bruno.
L’attentato ha un chiaro sapore d’intimidazione, ed s’inserisce nel clima di totale mancanza di garanzia verso i giornalisti e la libertà di stampa in Colombia. Gli sfollamenti forzati e le militarizzazioni dei territori sono una realtà drammatica del paese latinoamericano che Federico Bruno ha denunciato con i documentari ai quali ha partecipato e che anche Yaku ha vissuto durante la recente carovana “No al Quimbo” insieme ad altre associazioni ed organizzazioni italiane ed internazionali, carovana che proprio nell’ottobre scorso ha incontrato anche Bruno.
El Gigante, il bel documentario sulla costruzione della diga El Quimbo, sul Rio Magdalena per mano dell’italiana Enel, è stato presentato a Trento con Yaku e la delegazione latinoamericana della rete Stop Enel, nel maggio scorso, ed ha partecipato al festival Tutti nello stesso piatto di Mandacarù, lo scorso 7 di novembre, con nostra introduzione.
Tutta la nostra solidarietà di giornalisti freelance, di attivisti e di persone che vivono e combattono al fianco delle comunità colombiane, contro una guerra sporca che vuole colpire chi lotta per la libertà e la giustizia e la libera informazione.
“Una stampa libera può essere buona o cattiva,
ma senza libertà la stampa non sarà altra cosa che cattiva ”
Albert Camus (1913-1960)
Associaione Yaku