El Gigante – la lotta contro una multinazionale. Il 6 e 7 maggio a Trento e Bolzano

il: 29 Aprile 2013

IL 6 MAGGIO A TRENTO, IL 7 MAGGIO A BOLZANO

Per liberare l’acqua verso un nuovo modello energetico. Per parlare del tragico impatto delle mega dighe costruite da Enel in Colombia, Guatemala e Patagonia Cilena. Ma anche per difendere le montagne e il territorio dall’attuale modello energetico, dall’idroelettrico, alle centrali a carbone, fino alla geotermia dei veleni, che oscura il nostro futuro.

il 6 maggio a Trento ore  20.30. incontro dibattito presso Cinemafutura – 
Centro Sociale Bruno – Via Dogana 1. 

il 7 maggio a Bolzano ore 20.30. 
Biblioteca delle Culture del Mondo – Via Marconi 5

IN ENTRAMBE LE SERATE SARA’ PROIETTATO IL DOCUMENTARIO IN PRIMA NAZIONALE “EL GIGANTE”, DEI GIOVANI REGISTI ITALIANI BRUNO FEDERICO ED ANDREA CIACCI, SULA LOTTA CORAGGIOSA DELLE COMUNITA’ COLOMBIANE CONTRO LA DEVASTANTE COSTRUZIONE DELLA DIGA DE EL QUIMBO, NElLA REGIONE DEL HUILA.
 Il 6 maggio gli ospiti cileni saranno  insieme agli studenti e ai professori  del Liceo Guetti di Tione e al Parco Adamello Brenta per un Cammino dell’Acqua nelle Dolomiti di Brenta. Per ascoltare le testimonianze ed intescambiare le esperienze, costruendo insieme una cultura del bene comune. 

Dopo l’assemblea internazionale dei movimenti del 28 aprile e il sit-in di protesta del 30 aprile davanti alla sede dell’Enel a Roma, la voce e la testimonianza di coloro che in Sud America si battono per difendere acqua e territorio, gli impatti provocati dalla costruzione delle “mega dighe” sugli ecosistemi e le comunità locali saranno il 6 maggio a Trento e del 7 maggio a Bolzano (scarica la locandina).

E mentre ENEL sponsorizza a Trento il Filmfestival della montagna, durante gli incontri verrà presentato il film documentario “EL GIGANTE”, realizzato da Federico Bruno, sugli impatti e le violenze provocate da ENEL per la costruzione della diga di El Quimbo nella regione di Huila, in Colombia.

saranno presenti:

  • Conception Santay Gomez Sindaco indigeno comunità maya Ixiles, (movimento di resistenza contro la diga di Palo Viejo  Municipio indigeno di San Juan Cotzal, Guatemala)
  •  Humberto Florencio Manquel Millaguir rappesentante delle comunità mapuche (movimenti indigeni contro il progetto delle mega dighe,  Hydroaisèn, Patagonia cilena)
  • Miller Armin Dussan Calderon di Asoquimbo, (associazione che si batte contro la costruzione della diga di di El Quimbo, Colombia)
  • Daniela Lucinda Tisnado Barrientos  rappresentante dei comitati della Patagonia (che si battono contro il progetto Hydroaisèn nella Patagonia Cilena)

Nonostante l’immagine verde e di impegno verso la sostenibilità, che le multinazionali dell’energia si affannano a comunicare attraverso i suoi messaggi promozionali, la realtà è ben diversa.

Molte imprese tra cui l’Enel, continuano a costruire centrali a carbone nonostante gli impegni di riduzione dell’emissione di gas serra, e usando in maniera ingannevole terminologie come “carbone pulito”. Ciò è possibile grazie  ai meccanismi cosiddetti flessibili del protocollo di Kyoto che consentono alle imprese di continuare ad inquinare, assegnando veri e propri permessi di emissione in cambio della costruzione di impianti di energie rinnovabili.

Ma l’energia può essere considerata verde solo ad alcune condizioni. Non quando rischia di distruggere ecosistemi incontaminati, come nel caso del progetto delle mega dighe,  Hydroaisèn nella Patagonia cilena e dei progetti previsti sulle nostre Alpi, o quando calpesta i diritti, le economie locali e l’accesso all’acqua delle comunità contadine e dei popoli indigeni, come avviene nella regione Ixil in Guatemala, in Colombia e in Cile spesso in violazione della Convenzione 169 dell’ILO.

L’energia non può essere considerata verde o rinnovabile quando prosciuga le falde acquifere, emette sostanze dannose per la salute dei cittadini o li espone a rischi incalcolabili. Come nel caso dello sfruttamento geotermico sul monte Amiata in cui l’11 di maggio si terrà una manifestazione nazionale per denunciare la crisi ambientale e sociale prodotta da Enel con la geotermia.

Un modello che sta inevitabilmente generando conflitti ambientali e sociali con le comunità locali. I principali a livello internazionale sono oggi in corso in Cile, e particolarmente nella regione dell’Aysènin Patagonia, nel territorio ancestrale e nei siti sacri di Panguipulli (Cile), nel Municipio indigeno di San Juan Cotzal (Guatemala), nella zona di El Quimbo, Dipartimento di Huila (Colombia).

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