Dal 31 marzo al 6 aprile entreremo a Mapiripan e attraverseremo il territorio del piccolo paese del Meta Colombiano a sud est di Bogotà: piantagioni intensive di palma da olio, paramilitarismo, risorse naturali contaminate, luoghi sacri indigeni violati, e un contadino che vuole riprendersi la casa. Insieme alla commissione intereclesial de Justici y Paz e Contagio Radio, il pool addetto alla comunicazione della Commissione, accompagneremo i popoli indigeni Jiw e Sikuani ai loro territori sacri e la famiglia Aljure, desplazada dai paramilitari, a rioccupare la propria finca. una delegazione di Yaku attraverserà il territorio del piccolo paese .
Una camminata di 6 giorni per ricordare insieme i 20 anni del massacro di Mapiripan, anno i cui furono assassinati 27 contadini dai paramilitari; per permettere agli indigeni Jiw e Sikuani l’ingresso alla loro laguna sacra; per riportare la famiglia Aljure a casa; per testimoniare e monitorare i danni ambientali prodotti dalla coltivazione intensiva di palma da olio.
Quel lontano luglio del 1997 è ancora vicino nei ricordi. Perché Mapiripan resta un luogo di violenti conflitti sociali e ambientali. L’ingresso della Poligrow, azienda italiana che sul territorio coltiva intensivamente palma da olio, è avvenuto nel 2008, ancora in una situazione di acuta violenza e di estrema precarietà per la popolazione civile che abita l’area.
Anche successivamente all’ingresso dell’impresa, le denunce e le testimonianze raccolte vertono su gravissime violazioni dei diritti umani quali minacce di morte, obbligo alla collaborazione e intimidazioni ai contadini al fine di abbandonare o cedere le proprietà terriere. A partire dalla pubblicazione del primo report sul caso Poligrow, nel 2015, da parte della Commissione Interecclesiale di Giustizia e Pace, si è registrata una escalation di minacce e abusi nei confronti delle persone e delle comunità.
In particolare nei confronti di William Aljure, leader sociale della comunità e uno dei primi ad aver fatto richiesta formale per ottenere la terra cui avrebbe diritto, vittima della compravendita della multinazionale Poligrow. Da quando William ha denunciato il caso, ha subito ricevuto molteplici minacce dai paramilitari locali.
Anche le comunità indigene Jiw e Sikuani hanno denunciato diverse violazioni da parte dei paramilitari nelle comunità riconosciute di giurisdizione indigena.
Tra le maggiori violazioni segnalate dalle comunità indigene c’è il non riconoscimento di Poligrow al diritto di Consulta Previa e le limitazioni al diritto di mobilità e pratica della caccia e pesca, nonché l’accesso ai luoghi sacri.
Da inizio settembre 2015 si sono intensificati anche le intimidazioni ai membri della Commissione di Giustizia e Pace, accusata di essere una ONG legata alla guerriglia e di mettere a rischio la vita degli stessi leader locali. Tutto ciò mentre la ONG realizza attività di accompagnamento umanitario legale e legittimo.
Inoltre per opposizione della stessa impresa è stato impedito alla Commissione di partecipare alla verifica ambientale prevista per il passato 28 febbraio dalla Procuratoria General de la Nacìon, monitoraggio a cui avrebbe divuto partecipare anche una delegazione di Yaku.
A seguito delle varie denunce per il momento solo CORMACARENA, la Corporación para el Desarrollo (Agenzia per lo sviluppo) della zona a gestione speciale di La Macarena, è riuscita ad avviare un procedimento sanzionatorio contro la multinazionale Poligrow Colombia Ltda per “presunte violazioni ambientali, imponendo misure preventive all’impresa dedicata alla coltivazione della palma”. A dispetto delle sanzioni e delle restrizioni previste per le violazioni ambientali, però, come denuncia la Commissione di Giustizia e Pace, Poligrow sta continuando ad operare nella stessa maniera.
Per questo il 31 marzo parteciperemo al lungo cammino di Mapiripan. Non solo per ricordare; ma anche per evitare che la storia si ripeta.