“Il Rio Rocha, bello e turbolento, che ha ispirato canzoni come quella di Asuntita Limpias, non esiste più. Quando ero ragazzo ho avuto la fortuna di tuffarmi nelle sue acque ed ascoltare il suo canto. Il suo corso creava pozze di acqua cristallina, noi ci si tuffava saltando da rocce a tronchi, il suo era profumo di pulito. Poi arrivò la mano dell’uomo, costruì muri, schiavizzò il fiume”. René Olmedo Virreira, giornalista de Los Tiempos, uno dei quotidiani più letti della Bolivia, si ricorda così il Rio Rocha, il fiume della città di Cochabamba, oggi in terribile agonia.

A partire dal 2001, con la creazione della Legge di emergenza per il Rio Rocha, comincia il percorso di valutazione del fiume cittadino: ma la mancanza di coordinazione e di fondi hanno ritardato di molto un’attenta valutazione del caso. Oggi uno stu
dio
L’allarme va più in là: “ Quest’acqua usata per irrigare i campi provoca febbre tifoidea e diarrea, e provoca la graduale perdita della fertilità della terra agricola. E’ in pericolo una delle zone più produttive della Bolivia, il granaio del paese. Questo vuol dire perdita della sovranità alimentare per questa gente.diffuso dall’autorità competente – la Contraloría General del Estrado – mette nero su bianco ciò che i cittadini vedono da tempio con i loro occhi: il fiume sta male, è altamente contaminato da rifiuti industriali e dalla mala gestione anche dei singoli, che in
Secondo il documento presentato, sono 299 le industrie fuori legge che riversano nelle acque del fiume rifiuti tossici ed altamente contaminanti. Ma soprattutto, è il problema del trattamento delle acque residuali a destare preoccupazione. Serve urgentemente l’applicazione di progetti che prevedano il trattamento delle acque, ed un’educazione ambientale che parta dalle giovani generazioni. L’associazione internazionale Swisscontact si unisce al coro di allarme puntando il dito proprio verso la mancanza di trattamento delle acque fognarie: “E’ necessario – dicono i responsabili in loco – provvedere per l’impiego di teconologie ecocompatibili perché la poca acqua peresente nella zona sia preservata, evitando il diffondersi di malattie anche gravi soprattutto nelle giovani generazioni”.sistono a lavare i panni e le automobili nelle acque del rio, senza interessarsi del danno ambientale che provocano.
In questo panorama, s’inserisce il progetto “FINCA” di Yaku – FITODEPRAZIONE E TRATTAMENTO DELLE ACQUE – che sta già iniziando un dialogo proprio con Swisscontact, oltre che con le autorità locali e le scuole della zona periferica cochabambina.