L’accordo di Escazú, una questione di vita o di morte

il: 17 Ottobre 2022

Negli ultimi dieci anni, 322 persone sono state uccise in Colombia per aver difeso la loro terra e l’ambiente. Dietro queste figure ci sono individui a cui è stata tolta brutalmente la vita, lasciando da sole le loro famiglie e comunità. Il loro lavoro è essenziale per tutti noi e per il futuro del nostro pianeta. Eppure, sta costando loro la vita.


Come spiega Global Witness nel suo ultimo rapporto, “A Decade of Defiance”, gli omicidi sono solo la punta dell’iceberg. I difensori della terra e dell’ambiente devono inoltre affrontare innumerevoli attacchi non letali come minacce, molestie, sorveglianza e criminalizzazione. Quando un difensore alza la voce contro una compagnia mineraria che opera senza consultare le comunità locali, quando denuncia l’inquinamento idrico di una compagnia petrolifera, o quando si oppone allo sfollamento forzato di una comunità, ne paga il prezzo.

La Colombia e altri paesi dell’America Latina sono alcuni dei paesi più letali al mondo per i difensori ambientali, ma allo stesso tempo la regione è anche altamente vulnerabile ed esposta agli impatti irreversibili dei cambiamenti climatici.

Il rapporto documenta la spaventosa realtà in Colombia e chiede un’azione immediata. Ciò include la ratifica da parte del governo colombiano dell’Accordo di Escazú, il primo trattato regionale sull’ambiente e sui diritti umani in America Latina e nei Caraibi, e il primo strumento giuridicamente vincolante al mondo a includere disposizioni sui difensori dell’ambiente.

Più significativamente, l’accordo richiede ai governi di prevenire e indagare sugli attacchi contro i difensori ambientali. L’accordo affronta anche questioni cruciali come l’accesso alle informazioni, la partecipazione pubblica, l’accesso alla giustizia e la garanzia di un ambiente sicuro per i difensori.

La Colombia ha firmato l’accordo nel dicembre 2019. Tuttavia, quasi tre anni dopo, la sua ratifica è ancora in sospeso. Questo è un passo necessario per l’entrata in vigore dell’accordo e, a sua volta, per il governo colombiano di dimostrare il suo vero impegno per aumentare le protezioni per i difensori.

Messico, Bolivia, Ecuador, Cile e Argentina sono già andati avanti e hanno ratificato l’Accordo di Escazú. Tra pochi giorni anche il Congresso colombiano avrà l’opportunità di ratificarlo. Questa è un’occasione da non perdere [ndr – l’accordo è stato ratificato in Colombia il 13/10/22].

La Colombia ha registrato alcuni dei più alti numeri di uccisioni di difensori della terra e dell’ambiente nell’ultimo decennio. Tuttavia, ci sono delle ragioni per essere ottimisti. In primo luogo, il programma presentato dal nuovo governo di Gustavo Petro include un linguaggio specifico sui difensori e sulle azioni richieste per affrontare le enormi sfide che affrontano. Questo segna un netto distanziamento da un passato in cui la violenza contro i difensori è stata ignorata e respinta dalle autorità, che si sono rifiutate di intraprendere qualsiasi azione o responsabilità.


Un altro motivo di ottimismo è la resilienza che le organizzazioni locali hanno dimostrato per anni, documentando sistematicamente la situazione dei difensori del territorio e dell’ambiente e chiedendo un’azione urgente da parte dello Stato. Le organizzazioni della società civile, i popoli indigeni e altri attori con una preziosa esperienza hanno plasmato strategicamente e con determinazione molte delle riforme necessarie in Colombia.

Un esempio è quello di “Somos Defensores”, un’organizzazione della società civile colombiana che da quasi due decenni lavora per garantire una protezione efficace ai difensori dei diritti umani, ritenendo responsabili le istituzioni statali, condividendo le conoscenze con le organizzazioni partner e aumentando la consapevolezza della cittadinanza.

Somos Defensores e altre organizzazioni colombiane hanno recentemente presentato un piano di emergenza per proteggere i leader sociali, i difensori dei diritti umani e i firmatari dell’accordo di pace. Il Piano include azioni suggerite per i primi 100 giorni di governo, comprese misure per garantire l’effettiva partecipazione dei difensori ambientali.

La Colombia è a un bivio: può continuare a perpetuare pratiche e politiche che sono già costate la vita a troppi difensori, oppure può gettare le basi per la pace e lo sviluppo sostenibile, assicurandosi che nessuno rimanga indietro. Il tempo è agli sgoccioli, ed è ora che i difensori siano in prima fila. Non ci possono più essere morti per difendere la vita e il nostro pianeta.

Video di Global Witness tradotto da Yaku Onlus. Il link al video originale è: Colombia: Environmental leaders attacked for standing up to water pollution – YouTube