Con il Calendario di Yaku per ricordarsi ogni giorno della forza delle Donne In Difesa Di, che dalla Colombia all’Italia lottano, amano, cantano e difendono i valori che cambieranno il mondo. Adelante, Mujeres por la Paz!
Il CALENDARIO DI YAKU 2020 lo puoi scaricare QUI o ordinare a redazione@yaku.eu, per fare parte dei percorsi che Yaku costruisce e sviluppa insieme alle Donne In Difesa Di nei territori di conflitto colombiani.
Raul Zibechi e le resistenze dell’America latina: un dialogo con i comitati e le organizzazioni del Vivèro, il nuovo “luogo di quartiere” al Pigneto di Roma. Domani sabato 30 novembre a partire dalle 17.30, la skypecall con lo scrittore uruguaiano.
Un anno di proteste sociali e repressioni: il 2019 dimostra tutta la complessità dell’America latina, che passa da essere il Patio Trasero degli Stati Uniti a terreno di conflitto fra le megapotenze economiche mondiali – Usa e Cina – ma anche
di Francesca Caprini per Il Manifesto
E’ come una scossa tellurica quella che sta attraversando l’America latina in questi mesi, ed ha un ritmo indigeno.
Lo dimostra la giornata del 21 novembre, che sarà Paro Nacional in Colombia, promosso in primis dal CRIC – il Consiglio Regionale Indigeno del Cauca – all’indomani dell’eccidio di otto Nasa lo scorso 29 ottobre, fra cui la giovane governatrice Cristina Bautista, autorità ancestrale Neehwe’sx del territorio indigeno Tacueyó. Lo sciopero nazionale nato sull’onda dell’indignazione indigena,
di F. Caprini per QcodeMag
Difficile dare definizioni di quello che sta succedendo in Bolivia in queste settimane: definire “golpe” la fuga in Messico del presidente destituito Evo Morales – invitato ad andarsene dopo la vittoria elettorale dello scorso 20 ottobre, subito tacciata di brogli dagli stati della Organización de los Estados Americanos (OEA) – o “dittatura” l’iniziativa della presidenta autoproclamata Janine Añez , che da sabato ha dato pieni poteri all’esercito, esonerandolo da conseguenze penali se dovesse usare la
Evo Morales presidente per la quarta volta consecutiva e la Bolivia non trova pace. Dopo essere stato eletto lo scorso 20 ottobre contro lo sfidante di destra, l’ex presidente del partito MNR Carlos Mesa, vincendo con dieci punti di vantaggio, il Primer mandatario boliviano e il suo vice Garcia Linera si dibattono fra accuse di brogli e la mancata sfida al ballottaggio. Uno scontro che si riflette nelle strade delle città boliviane, dove esplodono continui scontri fra sostenitori ed oppositori del
Sette morti fra i quali la governatrice sono il saldo drammatico dell’attentato martedì scorso nel territorio della comunità indigena Nasa di Tacueyò, in Colombia. A pochi giorni dal grave fatto di sangue, il richiamo della comunità indigena per una massiccia mobilitazione contro la violenza.
Il Consiglio Regionale Indigena del Cauca (CRIC) ha denunciato il sanguinoso attacco che nel pomeriggio di martedì 29 ottobre – per mano, secondo le loro dichiarazioni, del gruppo armato legato alla dissidenza delle FARC, Dagoberto Ramos –