15 gennaio
2019
Secondo l’organizzazione
irlandese Front Line Defenders (FDL),
la Colombia primeggia nella lista mondiale degli assassini di difensori dei
diritti umani, con 126 casi registrati solo nel 2018, seguita da Messico con 48
assassini, Filippine con 39, Guatemala con 26 e Brasile con 23.
Quello che risalta è che in Colombia sono stati assassinati quasi tre volte tanto il numero di difensori che in Messico, paese considerato il più pericoloso durante l’anno appena trascorso, e che il numero totale potrebbe essere
Violenza e speranza si intrecciano nelle periferie urbane di Puerto Buenaventura, il più grande porto commerciale sul Pacifico della Colombia, dove la comunità locale cerca la rinascita attraverso la musica e la danza in un contesto di aperto conflitto.
Accolti dalle forze armate ed accompagnate dalla Comisión Intereclesial de Justicia y Paz, entriamo a Puente Nayero, una rete di palafitte nel barrio (quartiere) de La Playita che accoglie circa 500 famiglie, eretta lungo una strada costituita da accumuli di immondizia e
Sono Luz Marina Cuchumbe e Jani Silva, lideresas e vittime del conflitto in Cauca e Putumayo, ad esprimere la maggiore preoccupazione per l’acutizazione della violenza nei territori colombiani, e per la decisione del presidente Ivan Duque di far saltare il dialogo di pace con l’ELN. Le due donne hanno chiesto che si continui a cercare la negoziazione per la fine del conflitto.
Luz Marina l’abbiamo incontrata nei giorni scorsi nell’ambito degli incontri previsti dal progetto di intercambio “Donne per una pace
Sono passati alcuni giorni dall’attentato che lo scorso 17 gennaio ha ferito a morte la città di Bogotà: l’autobomba che è esplosa nella scuola di polizia Santander – uccidendo 21 giovani cadetti e provocando il ferimento di almeno 65 persone – ha creato un cordoglio generale, ma soprattutto la risposta immediata del governo Duque che fin dalle prime ore aveva attribuito all’esercito guerrigliero ELN la paternità della strage, rompendo unilateralmente il processo di pace e spiccando un mandato di cattura per
COMUNICADO A LA OPINIÓN PÚBLICA
“Pero Dios vió sus sufrimientos y escuchó sus gritos de dolor…”
Exodo 2:24
Condenamos el atentado y animamos la paz para Colombia
Bogotá, 18 de enero de 2019.- Rechazamos y condenamos el atentado ocurrido el día de ayer 17 de enero de 2019 en la Escuela de Cadetes de Policía General Santander (Bogotá), en el que murieron 21 personas y otras 68 resultaron heridas y expresamos nuestra solidaridad con sus familiares.
Como sectores de iglesias hacemos
COMUNICATO STAMPAPoche decine di minuti fa – alle 9.30 della mattina, ora locale – a Bogotà un attentato che non è stato ancora rivendicato ha fatto esplodere un carro bomba all’interno della Scuola di Polizia Santander nella zona sud della città. 21 i morti, tutti cadetti della polizia, 64 i feriti fino ad ora accertati. Il presidente Ivan Dunque, in visita nel Sud del Paese, sta tornando nella capitale. Oggi era prevista una manifestazione nazionale chiamata dagli studenti universitari delle principali
Poche decine di minuti fa – alle 9.30 della mattina, ora locale – a Bogotà un attentato che non è stato ancora rivendicato ha fatto esplodere un carro bomba all’interno della Scuola di Polizia Santander nella zona sud della città. Otto i morti, tutti cadetti della polizia, 41 i feriti fino ad ora accertati. Il presidente Ivan Dunque, in visita nel Sud del Paese, sta tornando nella capitale. Oggi era prevista una manifestazione nazionale chiamata dagli studenti universitari delle principali città
E’ in corso da oltre un anno; è stato fino ad oggi intenso, sorprendente, necessario. Ed ora è alla sua fase finale: è il progetto di interscambio “Donne per una Pace Bene Comune fra Italia e Colombia”, che dal novembre del 2017 ha voluto costruire un percorso fatto di connessioni, formazione ed incontri fra donne ed attiviste colombiane e trentine, e che oggi – dopo che a maggio tre attiviste colombiane sono state protagoniste di una serie di incontri a Roma
La leader Maritza Isabel Quiroz Leiva è la prima donna attivista assassinata nel 2019 in Colombia. Faceva parte della Mesa de Participación de Víctimas per la regione del Magdalena. Era una “richiedente terra”, un’esponente del movimento contadino che sta reclamando – così come previsto dagli Accordi di Pace siglati nel 2016 fra Governo colombiano e movimento guerrigliero FARC -EP – le terre che la guerra colombiana ha loro levato attraverso massicce operazioni di sfollamento forzato.
Maritza era madre di quattro figli,