I lavori della megadiga de El Quimbo in Colombia bloccati dalle proteste contadine.

il: 19 Novembre 2014

Dopo quasi un anno dalla carovana Internazionale No al Quimbo, che ha visto Yaku, Re:common e il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua partecipare al fianco di contadini ed indigeni colombiani riuniti nella piattafroma Asoquimbo, nuove mobilitazioni segnano il passo per il megaprogetto che nella regione del Huila, in Colombia, ha unito contadini, pescatori, studenti universitari agli inidigeni Nasa , per una piattafroma comune che cerca di fare resistenza contro una diga dagli impatti devastanti sia sul piano ambientale che sociale, e contemporaneamente, elaborare in maniera partecipata, delle alternative.

Da settimane gli oppositori al progetto si alternano in blocchi stradali, impedendo di fatto l’ingresso agli operai dell’impresa Enel – Emgesa. In particolare, snon state le disattese promesse che la multinazionale italiana, attrraverso la controllata Emgesa, non ha mantenuto, in tema di restituzione di porzioni adeguate di terra ai contadini in altre zone, e compensazioni economiche, che a quanto pare, non sono state rispettate.

Il messaggio dei manifestanti è teso a sottolineare la disperazione di migliaia di famiglie che il megaprogetto de  El Quimbo – che ricordiamo prevede l’inondazione di 8000 metri quadri di territorio e lo sfollamento di migliaia di persone – ha privato del sostento economico – requisendo campi di coltivazione, attività artigianali e di pesca – che non hanno più un futuro certo, ma di sicuro hanno solo un presente senza più punti di riferimento.  Chiedono ad Emgesa delle prese di posizione ufficiali, che possano dare loro speranze concrete di vita.

Le proteste di questi giorni si assommano alle tante pacifiche che l’associazione Asoquimbo  – di cui il referente Miller Dussen, docente di sociologia all’Università di Neiva, è stato ospite alle iniziative di Yaku gli anni scorsi – ha messo in campo  dal 2007 ad oggi, anche per rispondere alle violente iniziative che la popolazione ha subito da parte dell’esercito, attraverso i corpi speciali dell’Esmad.