Difensore e difensori dei diritti umani. l’Italia con una tre giorni fra Trento e Roma costruisce le prime risposte.

il: 21 Giugno 2018

Nei giorni scorsi la rete In Difesa Di è stata impegnata in tre importanti appuntamenti, per riflettere insieme a esperti internazionali e referenti delle istituzioni e della società civile in Italia su come sostenere, proteggere e accompagnare i difensori e le difensore dei diritti umani.

In un contesto – a livello internazionale e nazionale – di restringimento degli spazi di agibilità civica, di stigmatizzazione e criminalizzazione dei difensori/e, delle restrizioni e limitazioni alle ONG, e di attacco continuo al concetto stesso di “diritti umani”, questi incontri sono stati una fondamentale occasione per rafforzare il legame della società civile italiana con alcune realtà internazionali, per scambiare proposte ed esperienze su come proteggere i difensori dei diritti umani in Italia e nel mondo, e per presentare una serie di proposte per il Ministero degli Affari Esteri e gli enti locali.

La prima giornata si è svolta a Trento, dove alcuni esperti internazionali (tra cui rappresentanti di CEAR-Euskadi e di Justice & Peace, che gestiscono programmi di temporary relocation rispettivamente nei Paesi Baschi e in Olanda) si sono confrontati con la società civile trentina e con le istituzioni locali, per capire come sviluppare un programma pilot di shelter cities anche qui in Italia. In particolar modo, Leire Lasa di CEAR-Euskadi ha sottolineato l’importanza dell’approccio femminista del sistema di protezione, riconoscendo le specificità delle donne difensore.

Il comune di Trento e la provincia di Trento sono i primi enti locali in Italia ad essersi impegnati per la costruzione di un programma di shelter cities. Con la mozione 190 del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento (consultabile qui), proposta dalla consigliera Violetta Plotegher, la giunta si è impegnata ad attivare sul proprio territorio “programmi di protezione temporanea e training per difensori e difensore dei diritti umani minacciati”,  e in seguito anche il Consiglio Comunale di Trento si è espresso a favore dell’iniziativa.

Il 18 giugno la rete In Difesa Di è stata invece ospite di un workshop internazionale organizzato dal Ministero degli Affari Esteri e dell’OSCE, sulle buone pratiche per la tutela di difensori e difensore dei diritti umani, con la partecipazione di esperti di varie organizzazioni e associazioni della società civile italiana ed internazionale.

Sono state affrontate le tematiche dei visti di ingresso per i difensori/e, il tipo di supporto che possono ricevere dalle rappresentanze diplomatiche italiane in Paesi terzi (come visite in prigione, monitoraggio dei processi, dichiarazioni pubbliche di sostegno, allocazioni di fondi per il supporto dei difensori, etc.), il funzionamento di shelter cities e corsi di formazione per difensori/e, e quale ruolo potrebbe svolgere l’Italia nella protezione dei difensori/e.

L’Italia quest’anno si è candidata al Consiglio diritti umani dell’ONU e si è impegnata a mettere in agenda la questione difensori/e dei diritti umani. 

Il terzo appuntamento si è svolto invece al Senato (qui il video completo dell’evento), dove i relatori internazionali  hanno avuto modo di condividere le proprie esperienze con rappresentanti della società civile italiana ed europea, fra cui membri di ONG impegnate nel Mediterraneo come Sea-Watch e OpenArms. L’incontro è stato aperto dall’emozionante testimonianza di Fernanda Gonçalves Chaves, difensora dei diritti umani brasiliana, giornalista, collaboratrice di Marielle Franco (l’attivista uccisa a Rio lo scorso 14 marzo). E’ intervenuta anche la senatrice Emma Bonino,  che ha giustamente sottolineato come oggi anche qui in Italia stiamo assistendo a una deriva preoccupante di autoritarismo democratico. Al momento chi salva vite viene additato come criminale e chi si schiera dalla parte dei diritti umani viene punito invece che sostenuto, come ha ricordato a conclusione dell’evento Riccardo Gatti dell’ong Proactiva Open Arms.

Come scrive il portavoce della rete Francesco Martone, “oggi si apre dinnanzi a noi una nuova e impegnativa sfida: oltre ad occuparsi dei difensori oltre confine dovremo trovare il modo di occuparci di chi difende i diritti umani qua a casa nostra”.

Ed è per questo che la rete In Difesa Di affronterà il tema della criminalizzazione della solidarietà anche in sedi internazionali e il 22 giugno parteciperemo a un side-event organizzato da CIVICUS, in occasione della 38esima sessione del Consiglio ONU sui Diritti, insieme al Relatore Speciale ONU sui diritti dei migranti.

La strada da fare è lunga, ma gli incontri a Trento, alla Farnesina e al Senato ci hanno dimostrato che le persone che vogliono impegnarsi e schierarsi dalla parte dei diritti umani sono tante. Per questo ringraziamo tutte e tutti gli ospiti che ci hanno accompagnato questi giorni, e una grazie speciale alle esperte e agli esperti internazionali di Front Line Defenders, Justice & Peace, CEAR-Euskadi, Protection International, Protect Defenders, York University, Civil Solidarity Platform, Fair Trials, Euromed Rights Foundation.

RISORSE UTILI

Dossier a cura della rete In Difesa Di su temporary relocation: http://www.indifesadi.org/2016/10/01/temporary-relocation-esempi-e-buone-pratiche/

Guida a cura di HRDN su cosa l’EU e gli Stati membri possono fare e non devono fare per sostenere i difensori: http://hrdn.eu/2017/wp-content/uploads/2016/11/DosAndDonts-EP_FINAL.pdf

Guida a cura di CEAR-Euskadi sulla shelter city: http://www.indifesadi.org/2018/01/05/il-programma-di-protezione-di-ceur-euskadi/