Otto marzo – Le Donne colombiane ribadiscono la loro lotta contro le discriminazioni e per la pace

il: 10 Marzo 2022

Oggi onoriamo la memoria di quelle 129 donne bruciate a morte nel cotonificio di New York nel 1908, in seguito alla lotta sindacale per la parità di condizioni e garanzie di lavoro; questo evento spinse le Nazioni Unite a dichiarare l’8 marzo come Giornata Internazionale della Donna Lavoratrice.

Anche oggi e sempre onoriamo la memoria di tutte quelle donne del mondo, dei diversi territori del nostro paese, che ci hanno preceduto, che hanno lottato per i diritti umani delle donne dalla loro vita quotidiana e dai diversi spazi, e che oggi seguono le orme dei passi fatti per la dignità.

Salutiamo e ci uniamo a tutte le donne contadine, afro-colombiane e indigene, le donne dei quartieri popolari delle città; le donne, madri degli scomparsi che stanno combattendo battaglie nella loro ricerca, le madri, sorelle e mogli dei giovani che si sono mobilitate nel quadro dello sciopero nazionale del 2021 tra aprile e giugno; alle donne d’origine e d’affetto di tutti i combattenti ed ex combattenti, alle vedove, agli orfani e a tutte quelle donne che in ogni angolo della profonda Colombia sono una luce splendente per il mondo.

Noi Donne diverse, leader, difensori di comunità etniche, contadini, settori urbani, affermiamo che:

Oggi manteniamo la lotta per il riconoscimento del nostro contributo all’uguaglianza di genere e le garanzie per il godimento dei diritti fondamentali di uomini e donne in diversi ambiti. Per il riconoscimento della nostra capacità e leadership che anche in mezzo a un contesto ostile sempre più complesso stiamo rompendo il silenzio e superando le paure che mettiamo al centro del dibattito sociale, che nonostante il quadro normativo internazionale e nazionale che protegge i diritti delle donne, si mantiene il continuum di affetti alle nostre vite, alla nostra integrità fisica, emotiva e sessuale, che implicano anche affetti ai processi comunitari e politici di cui siamo parte.

Che questa realtà che viviamo nei territori, anche se offusca le nostre lotte, non è stata un ostacolo ma una ragione in più per continuare a consolidare i processi, per trasformare dalle nostre vite alle nostre comunità, per amore della pace, dell’equità e della giustizia sociale.

Ci riconosciamo come attori politici con capacità di influenza, come gestori e custodi della vita, che vogliono un mondo senza violenza in cui si possa godere pienamente del diritto a un lavoro dignitoso, del diritto all’accesso e al godimento della terra, del diritto a un’educazione pertinente, all’esercizio della cittadinanza e della leadership politica senza alcun tipo di esclusione.

Che il territorio è l’elemento essenziale per la nostra esistenza, con il quale stabiliamo un legame profondo come mezzo di sviluppo personale, familiare, sociale e politico; siamo radicati in esso, perciò non concepiamo il suo sfruttamento indiscriminato e vorace per gli interessi del capitale. Vogliamo una vita dignitosa per tutte le persone, anche per quelle che per vari motivi sono finite con questo o quell’altro attore armato; rispettiamo le loro idee, pensieri, sentimenti, emozioni, anche se non le condividiamo, ma forse è possibile trovare storie comuni, in ciò che ci differenzia e allo stesso tempo ci arricchisce. Come donne che si prendono cura e gestiscono la vita, affermiamo l’importanza di creare un equilibrio nelle nostre relazioni con gli uomini e altre persone con diverse identità sessuali. La nostra identità di donne esige che cerchiamo l’inclusione e relazioni rispettose, giuste e armoniose con tutte le persone.

In questo senso, nel VII Festival delle Memorie di Cacarica ( dipartimento di Chocó), che si è tenuto tra il 26 e il 28 febbraio, i candidati che aspirano ad essere eletti al Senato e alla Camera dei Rappresentanti e alla Presidenza della Repubblica e i candidati alle circoscrizioni di pace, hanno condiviso e ascoltato le proposte delle comunità e dei processi organizzativi presenti, che all’unisono hanno espresso che senza la risoluzione di tutte le violenze armate simultaneamente a cambiamenti sociali e ambientali fondamentali e sostanziali, e con disposizioni finanziarie e legali, la possibilità di una pace globale, territoriale, inclusiva, con giustizia sociale e ambientale, dove le donne possano realizzare e affermare i propri diritti e continuare a generare vita, è irrealizzabile.

Come donne costruttrici di pace, ci impegniamo a:

Continuare ad affrontare la complessità della violenza che ci colpisce come donne, e cercare soluzioni e strategie trasformative a livello personale, collettivo, sociale e politico affinché la violenza che alla fine ci rende vittime, sia donne che uomini, non si ripeta; assumere il significato di pace da una visione trasformativa, inclusiva, con un orizzonte di riconciliazione.
Continuare nel compito di unire le nostre voci, memorie e ideologie di donne di diversi territori rurali e urbani, che rimangono impegnate nella sfida di rafforzare con i nostri contributi la costruzione di un paese con misure affermative che sostengano una via d’uscita, disarmando i conflitti negativi che persistono nei nostri territori; dando un nuovo significato a ciò che siamo e a ciò che facciamo.
Motivare dalla nostra esperienza e apprendimento per trasformare gli immaginari sessisti, che discriminano e violano la dignità degli uomini e delle donne attraverso progetti e iniziative economiche, socio-politiche, culturali e ambientali a favore delle comunità.

Ci consideriamo donne alleate per una pace globale e territoriale e in questo senso chiediamo che la proposta di un dialogo umanitario globale sia ascoltata e accettata dai diversi attori ai quali abbiamo fatto un appello attraverso lettere aperte a fermarsi un momento, riflettere e considerare le possibilità di trovare punti di incontro per fermare questa violenza socio-politica e armata che ci colpisce tutti; In questo senso, vogliamo insistere, ribadire e riprendere le nostre iniziative nella proposta di un Accordo Umanitario Globale; la vostra volontà, la vostra parola e il vostro impegno dipendono in gran parte dal raggiungimento di soluzioni globali e complete per la realizzazione di una pace globale e territoriale con sicurezza umana e ambientale. Ribadiamo quindi, come donne dei nostri territori, la richiesta di cessare le azioni offensive nei nostri territori, di evitare di coinvolgere e attaccare le nostre comunità nelle operazioni di supporto e nelle azioni strategiche della guerra militare. Rispetto delle nostre norme interne, perché questo frammenta la comunità; chiediamo loro di non coinvolgere più bambini e giovani; se ci sono bambini come donne siamo aperti a riceverli perché possano essere inclusi nei nostri processi di cura.

Rispetto dei luoghi di sepoltura, dei luoghi sacri; li invitiamo a rispettare i luoghi dove ci sono le fosse comuni, i nostri cimiteri, i nostri luoghi di espressione e riconoscimento spirituale, i nostri semenzai e foreste di ricordi, e i nostri borghi di vita comunitaria.

Libertà di movimento e di lavoro secondo i nostri usi e costumi, permettere l’accesso alle nostre comunità per gli aiuti umanitari delle chiese, delle organizzazioni di pace e dei diritti umani, senza minacciarle.

In mezzo alla militarizzazione o agli scontri armati o alle dispute, non è possibile per noi avere un dialogo libero con voi. Le aziende devono ora accettare i principi volontari sui diritti umani e l’ambiente e, per questo, misurare gli impatti negativi delle loro azioni nelle regioni in cui persiste la violenza.

Associazioni firmatarie:

Mujeres que integran la asociación campesina de Monserrate H

Asociación de víctimas Sembradores de Paz, Inzá

Asociación campesina de Pedregosa, Cajibío

Asociación de víctimas de desaparición forzada de Argelia Cauca

Comité ambiental, cultural de Pilón, Mercaderes

Comité ambiental, cultural de Pedregosa Cajibío

ADISPA como organización representativa de las 24 Comunidades de la Zona de Reserva.
Campesina Perla Amazónica, (Putumayo):
Comunidad de Agualongo.
Comunidad de Bajo Cuembí.
Comunidad de Bajo Lorenzo.
Comunidad de Bajo Mansoyá.
Comunidad de Baldío
Comunidad de Belén.
Comunidad de Bocana de Cuembí.
Comunidad de Buen Samaritano.
Comunidad de Camios.
Comunidad de Angosturas.
Comunidad de Chufiyá.
Comunidad de Comandante.
Comunidad de Frontera.
Comunidad de Guadalupe.
Comunidad de Juveni.
Comunidad de La Española.
Comunidad de La Piña.
Comunidad de La Rosa.
Comunidad de Puerto Playa.
Comunidad de San Salvador.
Comunidad de Sevilla.
Comunidad de Toaya.
Comunidad de Zamora.
Zona de Biodiversidad El Triunfo Putumayo.
Zona de Biodiversidad La Vega Putumayo.
Zona de Biodiversidad La Loma Putumayo.
Asociación Consejo Regional Pueblo Nasa Kwesx Kxsaw del Putumayo, conformado por:
Resguardo Nasa Sa’t Kiwe La Florida Mocoa.
Resguardo Jerusalén Villagarzón
Resguardo San Luís Alto Picudito Villagarzón.
Resguardo Campo Alegre Villagarzón.
Resguardo Sta. Rosa De Juananbú Villagarzón.
Resguardo El Descanso Puerto Guzmán.
Resguardo La Aguadita Puerto Guzmán.
Resguardo El Porvenir La Barrialosa-Puerto Guzmán
Resguardo Alpes Orientales -Puerto Caicedo.
Resguardo La Floresta Alto Coqueto Puerto Caicedo.
Resguardo Kiwnas Cxha’b Alto Lorenzo-Puerto Asís.
Resguardo Nasa Çhamb, Puerto Asís.
Resguardo Nasa U’h Ipiales–Nariño.
Cabildo Hijos De Juan Tama-Mocoa
Cabildo Loma Redonda – Kiwe Thâ Tadx
Cabildo Alto Sinai Villagarzón.
Cabildo Çxhab Wala Dxi’ U’se, Villagarzón
Cabildo Cerro Guadua, Puerto Guzmán.
Cabildo Juan Tama, Puerto Guzmán.
Cabildo Los Guaduales, Puerto Guzmán.
Cabildo Nasa Kiwe, Puerto Leguizamo.
Cabildo Yu’kh Zxiçxkwe, Selva Hermosa, Puerto Caicedo.
Cabildo Yu’cxijme El Líbano-Puerto Caicedo.
Cabildo Pkid Kiwe Los Guayabales, Puerto Caicedo.
Cabildo Kwe’sx Nasa Çxayu’çe, Puerto Caicedo.
Cabildo Kiwe Ukwe, Puerto Caicedo.
Cabildo Kwe’sx Tata Wala, Puerto Caicedo.
Cabildo Kiwe Ñxusxa, Las Delicias-Puerto Asís.
Cabildo Fxiw Ksxa’w Wala – La Libertad Puerto Asís.
Cabildo Sa’t Tama, Puerto Asís.
Cabildo Ksxa’w Nasa, Puerto Asís.
Cabildo Yu’ Luuçx Las Minas, Puerto Asís.
Cabildo Kwe’sx Kiwe, Puerto Asís.

Asociación de Mujeres Mempa de la ZRCPA