Intervento di JOAO STEDILE – MOVIMENTO SEM TERRA BRASILE alla giornata conclusiva dell’OltrEconomia Festival di Trento.

il: 3 Giugno 2014

(l’intervento  completo video è disponibile su www. globalproject.info)

“Sono molto contento di stare qui con voi per condividere idee ed ideali, e di essere qui in questo spazio che è della società civile attiva e dei movimenti. Ho saputo da altri colleghi che avete già sviluppato delle idee molto importanti in questi giorni, e mi dispiace non aver potuto partecipare prima a questo festival alternativo.

Il mondo è in crisi per questa fase di egemonizzazione del capitale finanziario sugli stati, ed è una crisi ancora più grave perché i movimenti stessi sono in crisi. Una volta questi momenti erano quelli in cui la classe lavoratrice poteva costruire degli spazi, ma la crisi è anche ideologica, che abbraccia valori umani in tutto il mondo, e ha a che fare con la solidarietà, la giustizia, l’uguaglianza.

Il capitalismo ha distrutto questi valori, i nostri ragazzi pensano ad individualismo e al consumismo. Il capitale ci impone un modello di produzione basato su grande scala, monocoltura, veleni agrotossici, uno scenario mondiale difficile per cui è importantissimo avere uno spazio di dibattito come questo, per trovare insieme le vie d’uscita a questi problemi.

In Brasile stiamo facendo riflessioni simili, perché abbiamo bisogno di cose concrete: la formazione politica dei militanti, perché senza avere chiaro come funziona il capitalismo non si potrà vincere questa battaglia. Bisogna mettere insieme le forze per avere una nuova ripresa dei movimenti di massa contro il capitalismo. Ci vorranno movimenti di massa enormi, ma se noi occupiamo una terra, uno spazio, una fabbrica, stiamo già creando le condizioni per una società del futuro”.

Dopo aver parlato dell’esperienza concreta dell’MST e dell’agrobusinnes perché “la popolazione urbana è per la prima volta più grande di quella della campagna”, Stedile mette a fuoco un “nuovo diritto alla terra”, parlando del progetto sociale e produttivo della riforma agricola popular, che il Movimento Sem terra del Brasile ha elaborato durante la sua ultima assemblea generale:

“Nel secolo venti si diceva che la terra è di chi lavora, ora si dice che la terra è un bene comune, con una funzione sociale per tutta la società”. Prima si lottava perché i contadini avessero la proprietà privata della terra, ora noi MST vogliamo che i contadini possano prendersi cura della terra, ma per tutti, per una funzione sociale e per la salvaguardia della biodiversità.

Il nostro nuovo programma agrario parla di una lotta contadina che vada oltre il diritto della terra, che non può essere pensata solo per essere sfruttata o come luogo di riproduzione per i contadini. Tutti insieme lotteremo contro l’appropriazione privata dei beni comuni e della natura, in una lotta comune che vede il anche il diritto ad alimenti sani: se una volta il primo obiettivo era l’occupazione della terra – e i contadini per questo si piegavano ai ricatti delle multinazionali come Bayer, Monsanto eccetera, ad utilizzare veleni per coltivare, oggi la terra dev’essere anche salvaguardata.

Le mele della valle di Non qui in Trentno ne sono un esempio: i capitalisti non sono interessati al fatto che la gente mangi mele buone, vogliono lucrare, ed in tutto il mondo è così, il 60/70% dei costi per un contadino nel mondo sono dovuti agli agrotossici.

Dobbiamo creare dunque tutti insieme una matrice ecologica che noi chiamiamo agroecologia, che è una pratica rivoluzionaria, perché vuol dire convivere con la Natura e combattere contro il capitalismo.

Se così fosse, la Bayer potrebbe tranquillamente andare a farsi fottere..(ride)”

Stedile parla poi della privatizzazione dei semi e della necessità da parte dei contadini di gestire il ciclo delle piante, e che persino gli operai delle fabbriche delle agroindustrie potrebbero appropriarsi della produzione, creando un’alleanza per la costruzione di cooperative agroalimentari, un’alleanza diretta fra lavoratori della città che crei anche lavoro per i giovani senza uscire dalle campagne.

Mettiamo insieme la terra, l’agroeconologia, l’agroindustria, la conoscenza.

Solo la conoscenza libera veramente le persone e tutte le prone hanno diritto ad avere accesso a questa conoscenza.

Abbiamo fatto accordi con oltre 50 università con una metodologia dell’alternanza, per cui gli studenti possono andare all’Università a studiare per tre mesi, e poi tornare due mesi a casa per far acquisire loro conoscenze che poi diffondono nelle loro comunità.

Con l’MST abbiamo già formato più di 100 medici a Cuba, ad esempio, i quali vanno nelle comunità a curare la gente (e guai se pensano di diventare ricchi, gli espelliamo subito!).

Intervento di JOAO STEDILE – MOVIMENTO SEM TERRA BRASILE

alla giornata conclusiva dell’OltrEconomia Festival di Trento.

(l’intervednto video è disponibile su www. globalproject.info)

“Sono molto contento di stare qui con voi per condividere idee ed ideali, e di essere qui in questo spazio che è della società civile attiva e dei movimenti. Ho saputo da altri colleghi che avete già sviluppato delle idee molto importanti in questi giorni, e mi dispiace non aver potuto partecipare prima a questo festival alternativo.

Il mondo è in crisi per questa fase di egemonizzazione del capitale finanziario sugli stati, ed è una crisi ancora più grave perché i movimenti stessi sono in crisi. Una volta questi momenti erano quelli in cui la classe lavoratrice poteva costruire degli spazi, ma la crisi è anche ideologica, che abbraccia valori umani in tutto il mondo, e ha a che fare con la solidarietà, la giustizia, l’uguaglianza.

Il capitalismo ha distrutto questi valori, i nostri ragazzi pensano ad individualismo e al consumismo. Il capitale ci impone un modello di produzione basato su grande scala, monocoltura, veleni agrotossici, uno scenario mondiale difficile per cui è importantissimo avere uno spazio di dibattito come questo, per trovare insieme le vie d’uscita a questi problemi.

In Brasile stiamo facendo riflessioni simili, perché abbiamo bisogno di cose concrete: la formazione politica dei militanti, perché senza avere chiaro come funziona il capitalismo non si potrà vincere questa battaglia. Bisogna mettere insieme le forze per avere una nuova ripresa dei movimenti di massa contro il capitalismo. Ci vorranno movimenti di massa enormi, ma se noi occupiamo una terra, uno spazio, una fabbrica, stiamo già creando le condizioni per una società del futuro”.

Dopo aver parlato dell’esperienza concreta dell’MST e dell’agrobusinnes perché “la popolazione urbana è per la prima volta più grande di quella della campagna”, Stedile mette a fuoco un “nuovo diritto alla terra”, parlando del progetto sociale e produttivo della riforma agricola popular, che il Movimento Sem terra del Brasile ha elaborato durante la sua ultima assemble generale:

“Nel secolo venti si diceva che la terra è di chi lavora, ora si dice che la terra è un bene comune, con una funzione sociale per tutta la società”. Prima si lottava perché i contadini avessero la proprietà privata della terra, ora noi MST vogliamo che i contadini possano prendersi cura della terra, ma per tutti, per una funzione sociale e per la salvaguardia della biodiversità.

Il nostro nuovo programma agrario parla di una lotta contadina che vada oltre il diritto della terra, che non può essere pensata solo per essere sfruttata o come luogo di riproduzione per i contadini. Tutti insieme lotteremo contro l’appropriazione privata dei beni comuni e della natura, in una lotta comune che vede il anche il diritto ad alimenti sani: se una volta il primo obiettivo era l’occupazione della terra – e i contadini per questo si piegavano ai ricatti delle multinazionali come Bayer, Monsanto eccetera, ad utilizzare veleni per coltivare, oggi la terra dev’essere anche salvaguardata.

Le mele della valle di Non qui in Trentno ne sono un esempio: i capitalisti non sono interessati al fatto che la gente mangi mele buone, vogliono lucrare, ed in tutto il mondo è così, il 60/70% dei costi per un contadino nel mondo sono dovuti agli agrotossici.

Dobbiamo creare dunque tutti insieme una matrice ecologica che noi chiamiamo agroecologia, che è una pratica rivoluzionaria, perché vuol dire convivere con la Natura e combattere contro il capitalismo.

Se così fosse, la Bayer potrebbe tranquillamente andare a farsi fottere..(ride)”

Stedile parla poi della privatizzazione dei semi e della necessità da parte dei contadini di gestire il ciclo delle piante, e che persino gli operai delle fabbriche delle agroindustrie potrebbero appropriarsi della produzione, creando un’alleanza per la costruzione di cooperative agroalimentari, un’alleanza diretta fra lavoratori della città che crei anche lavoro per i giovani senza uscire dalle campagne.

Mettiamo insieme la terra, l’agroeconologia, l’agroindustria, la conoscenza.

Solo la conoscenza libera veramente le persone e tutte le prone hanno diritto ad avere accesso a questa conoscenza.

Abbiamo fatto accordi con oltre 50 università con una metodologia dell’alternanza, per cui gli studenti possono andare all’Università a studiare per tre mesi, e poi tornare due mesi a casa per far acquisire loro conoscenze che poi diffondono nelle loro comunità.

Con l’MST abbiamo già formato più di 100 medici a Cuba, ad esempio, i quali vanno nelle comunità a curare la gente (e guai se pensano di diventare ricchi, gli espelliamo subito!).