I prodotti locali sono una risorsa per la nostra economia. lo dice la Presidente Donne in Campo Trentino.

il: 6 Novembre 2014

di Francesca Eccher

Lo scorso 28 ottobre le presidenti di Donne in Campo Trentino, di BauerinnenOrganization del Sud-Tirolo e del Tirolo hanno incontrato i consiglieri dell’Euregio in occasione della Seduta Congiunta delle tre Assemblee legislative a Schwaz, vicino a Innsbruck. Di ritorno dalla giornata abbiamo rivolto a Mara Baldo alcune domande.

Per la prima volta le Donne in Campo hanno varcato i confini delle Alpi, ci racconta di questa esperienza?

 

Di recente abbiamo conosciuto l’associazione di donne coltivatrici dell’Alto Adige con la quale condividiamo importanti obiettivi in tema di agricoltura al femminile e quindi abbiamo accettato con grande piacere l’invito delle Bauerinnen a partecipare alla Seduta congiunta di Schwaz. Era occasione per offrire ai politici invitati un presente che vuole essere simbolo di un grande messaggio che vogliamo comunicare.

Di cosa si tratta?

Durante la Seduta le tre Presidenti delle associazioni di donne agricoltrici di Trentino, Alto Adige e Tirolo hanno omaggiato gli invitati con un sacchetto contenente i prodotti tipici dei nostri territori: pane, mele, yogurt, succo di piccoli frutti, ecc. Nel sacchetto abbiamo inseito anche i depliant delle nostre Associazioni e una spiegazione del “senso” di questo gesto.

Il messaggio che abbiamo voluto dare è duplice: per prima cosa la scelta di un unico sacchetto contenente i prodotti dei nostri territori, che hanno caratteristiche simili ma specificità regionali diverse. Per secondo la scelta della tipicità: i prodotti scelti sono rappresentativi delle nostre regioni e non solo, anche del lavoro di noi donne.

Che prodotto avete scelto per rappresentarvi?

Emblematica è la scelta della nostra associazione: la bottiglietta di succo di mirtillo, oltre ad essere complementare con gli altri prodotti (è l’unica bevanda presente), rappresenta molto bene il lavoro delle donne della nostra associazione. E’ nella trasformazione innovativa del prodotto agricolo la caratteristica ‘unica’ delle donne dell’agricoltura: nei secoli le donne si occupavano, oltre che della terra, anche di cucinare, preparare pane, formaggi, conserve per la famiglia e hanno generato molti dei prodotti di eccellenza di cui il nostro territorio oggi va fiero e che tutto il mondo ci riconosce e ci invidia.

Appare anche evidente la volontà di promuovere prodotti di prossimità.

Sì, le nostre associazioni hanno tra gli obiettivi principali l’incentivazione di forme di filiera corta.

Spesso i prodotti agricoli sono inseriti in filiere lunghe il cui valore aggiunto accumulato negli spostamenti viene sottratto all’agricoltore, è necessario operare per recuperare lo spazio dei prodotti agricoli nel mercato. Siamo attive nei progetti di sviluppo della vendita diretta, sia in azienda che presso i mercatini o altre forme innovative di filiera corta. Un esempio ci è dato dell’esperienza delle “Scampagnate in fattoria” o delle feste come “San Martino a Piedicastello” il prossimo 9 novembre.  Si tratta di occasioni importanti per valorizzare l’imprenditoria femminile e per sottolineare la valenza di un ruolo che si afferma in tutta la filiera, esprimendo creatività, tradizione, innovazione e competenza.

In merito a questo aspetto cosa chiedete ai politici?

Chiediamo di considerare maggiormente gli aspetti regionali anche in politica: specialmente negli appalti pubblici si dovrebbe dare maggior peso alle offerte che includono prodotti locali. Un eventuale prezzo maggiore è legato alla migliore qualità e alla produzione di prodotti artigianali. Ciò non può essere uno svantaggio. Anche negli appalti per servizi si dovrebbe incentivare chi lavora con ditte locali e chi assume personale del posto. È una falsa conclusione pensare che l’offerta che cosa meno è anche quella più remunerativa per l’economia locale. I piccoli circuiti economici devono essere agevolati e promossi. La politica deve dare il buon esempio.