Donne al centro dell'Acqua in Bolivia

il: 10 Dicembre 2014


Progetto pilota Finca: Fitodepurazione integrata nella visione andina dell’acqua – Rafforzamento del ruolo della donna nella comunità di Villa Satellite, Tiquipaya, Cochabamba, Bolivia.

Non a caso i fondatori di Yaku si sono incontrati in Bolivia nel 2006 durante i lavori del progetto di cooperazione internazionale “OIS – opere igieniche sanitarie Villas de Chilimarca”, finanziato dal Fondo solidarietà messo a disposizione dall’ATO di Venezia e relativo la costruzione una rete fognaria. Un progetto sviluppato in forma partecipata con otto comunità indigene e contadine nella periferia cochabambina. Nella città in cui, con la Guerra dell’Acqua di Cochabamba, hanno preso vita i movimenti internazionali in difesa dei beni comuni contro le privatizzazioni, è nata la volontà di fondare un’associazione, Yaku.
La “scuola andina dell’acqua” è uno dei primi progetti promossi da Yaku dopo la sua nascita e dal 2008 unisce alcune associazioni e comunità indigene di Bolivia e Colombia in un percorso di studi ed incontri sulla “visione andina dell’acqua”, sui saperi tradizionali delle popolazioni andine e le tecnologie per il recupero ed il riutilizzo delle risorse idriche nella zona andina.
E’ nato da questo percorso di elaborazione l’idea di trattare le acque reflue della rete fognaria costruita nel 2006 nelle comunità del comune di Tiquipaya con il progetto Ois, attraverso il sistema della fitodepurazione, tecnologia sostenibile ed ecologica, che permette alla comunità una gestione autonoma del ciclo integrale dell’acqua.
Di seguito l’analisi dei risultati di questo percorso elaborato da Boris Rios Brito coordinatore di Yaku Bolivia. Il processo comunitario che aveva come obiettivo finale la costruzione dell’impianto di fitodepurazione da parte della comunità, ha dato ampio spazio alla questione di genere come uno dei valori fondanti del tessuto sociale comunitario. E le donne di Villa Satellite hanno risposto da protagoniste riscoprendo un ruolo fondamentale nell’organizzazione del lavoro collettivo e sollevando il tema della parità di genere in un Paese in cui il machismo è un fenomeno radicato in ampi settori delle aree perturbane.

L’analisi:

Nel 2010 ONU Habitat e l’associazione italiana Yaku hanno stretto un’alleanza per rispondere alle necessità della popolazione periurbana di Villa Satellite Norte, nel municipio di Tiquipaya, nei pressi di Cochabamba, in Bolivia. Le necessità erano relazionate all’inquinamento dei corsi d’acqua e delle falde acquifere del territorio causate dalle acque reflue non trattate. Villa Satellite Norte (la parte più alta della più grande comunità di Villa Satellite) per l’ampliamento della zona residenziale avvenuta in un secondo tempo, non ha potuto essere inclusa nella costruzione della rete fognaria prevista dal progetto Ois e conclusasi nel 2008. Dal 2008 nuovi insediamenti urbani si sono estesi verso la zona più alta di Villa Satellite, fuori dalla rete fognaria già costruita. La strategia è stata fin dall’inizio quella di realizzare, anche per questo piccolo agglomerato urbano, una rete fognaria e un impianto di fitodepurazione che potesse servire anche come modello pilota per il progetto più ampio che in un secondo tempo avrebbe coinvolto l’intera comunità di Villa Satellite, basato sulla stessa tecnologia della fitodepurazione. Quindi è stato elaborato un progetto per la costruzione di un sistema fognario e di un impianto di trattamento per le acque residuali (PTAR) per i 400 abitanti di Villa Satellite Norte.

Uno delle particolarità di questo progetto, già al momento della sua elaborazione è stata l’introduzione della questione di genere tra gli obiettivi, nelle attività di formazione e quindi anche nella formulazione degli indicatori di Genere.

1. Localizzazione e caratteristiche socio-demografiche del progetto
La comunità di Villa Satellite Norte si trova nel distretto 5 del Municipio di Tiquipaya ubicato nel Nord Est del dipartimento di Cercado e della Città di Cochabamba, ad un altitudine media di 2.700 metri sopra il livello del mare.

I dati dell’ultimo Censo del 2001 evidenziano che la popolazione del Municipio di Tiquipaya era di 37.791 abitanti con un tasso di crescita annuale dell’11,23%. Secondo tali dati la proiezione per il 2009 prevede che gli abitanti nel comune di Tiquipaya sarebbero stati 83.650 abitanti (dati INE 2008), nella comunità di Villa Satellite circa 4.717 abitanti (dati del 2009). Possiamo fare riferimento solo a stime induttive dal momento che dal 2001 non è stato realizzato alcuno studio demografico in Bolivia.

Le Organizzazioni territoriali di base (OTB) sono state create con la legge 1551 di Partecipazione Popolare, per cui ogni organizzazione riconosciuta avrebbe dovuto realizzare un censo popolare ogni anno al fine di ottenere dei finanziamenti statali calcolato secondo il numero degli abitanti.
Allo stato attuale la legge 1551 è stata abrogata e rimpiazzata da una Legge Transitoria che non impone le stesse norme. Per cui il Censo della popolazione non è più un elemento qualificante delle OTB ed è quindi più difficile ottenere dati aggiornati.

La costruzione del sistema fognario e dell’impianto di fitodepurazione di Villa Satellite Norte è stata una richiesta espressa direttamente dalla stessa popolazione dal momento che la maggior parte delle abitazioni erano sprovviste di bagni e di un sistema igienico sanitario.

Gli abitanti erano quindi costretti a espletare le loro necessità a cielo aperto o ai margini del fiume, inquinando le acque a valle, creando problemi di salute e gravi danni ambientali.
Affrontare tali problematiche tenendo conto della conflittualità di genere è stato un percorso considerato subito di estrema importanza per il GWA e il programma WATSAN-Bolivia di ONU-HÁBITAT, dal momento che un approccio progettuale trasversale avrebbe significato anche un importante impatto per la qualità della vita delle famiglie.

Senza dubbio un’abitazione con bagno privato è un privilegio i cui vantaggi si percepiscono solo quando ne siamo sprovvisti.

Se è vero che i benefici di un bagno all’interno di un’abitazione incidono nella vita quotidiana di tutta la famiglia, è anche ovvio che le ripercussioni sono più importanti nella vita delle donne, dal momento che incidono concretamente nella loro sicurezza, nella privacy e soprattutto nella gestione del loro tempo, evitando ogni giorno di accompagnare i loro figli più piccoli, gli anziani e i malati a espletare le loro funzioni biologiche fuori casa.
Questi criteri e le esplicite richieste della comunità di Villa Satellite Norte sono state alla base del lavoro coordinato con il programma GWA (Allenza di genere e acqua) e ONU-HABITAT, le donne e gli uomini della OTB di Villa Satellite con i seguenti obiettivi:

2. Obiettivi specifici del progetto
Gli obiettivi specifici del progetto sono:

a. migliorare la qualità della vita attraverso una Gestione integrale delle acque reflue nella Otb di Villa Satellite.

b. promuovere la trasversalizzazione di genere in tutte le tappe e fasi del progetto

c. rafforzare nella comunità la consapevolezza delle problematiche di genere e le relazioni di potere ad esse connesse

d. favorire la partecipazione attiva e propositiva delle donne della comunità nella realizzazione e gestione del sistema igienico sanitario

e. considerare nel sistema normativo della rete igienico sanitaria, dell’impianto di trattamento (PTAR) e della Empresa Pública Social de Agua y Saneamiento (EPSAS), i diritti e gli interessi espressi dalle donne della comunità.

3. Attività realizzate
Con il proposito di raggiungere gli obiettivi previsti, il progetto è iniziato prendendo le mosse da due spazi sociali definiti: uno “spazio comune” dove donne e uomini si riunivano per risolvere le criticità che riguardano la comunità e la costruzione, la gestione, le attività di amministrazione dell’impianto di trattamento delle acque residuali; uno “spazio delle donne” all’interno del quale venivano elaborate le problematiche delle donne e, attraverso una riflessione critica e autocritica, si cercano soluzioni per valorizzare il lavoro collettivo e in particolare quello attuato dalle donne.

Durante lo svolgimento di tali attività è stato data ampia importanza nel raccogliere inquietudini, necessità, preoccupazioni e proposte delle donne per elaborare un piano di Gestione Integrale del sistema igienico sanitario e della PTAR, che tenesse conto delle dinamiche relative alla conflittualità di genere.

4. Principali ostacoli e sfide

La trasversalizzazione della questione di genere nel progetto presentava molteplici criticità. La prima, e forse di maggiore spessore, è stata la difficoltà nel mutare gli schemi mentali di alcuni professionisti, ingegneri, o tecnici specializzati dei progetti idrici e igienico sanitari che consideravano le donne incapaci di assumere ruoli di rilievo o di responsabilità per la gestione e l’operatività del sistema; così come in parte erano le stesse donne a ritenersi non adeguate a ricoprire tali ruoli in quanto “riservati” al personale tecnico, quasi sempre maschile.

E’ evidente che l’obiettivo di ampliare la partecipazione non riguardava unicamente il settore femminile, dal momento che la maggioranza della popolazione era rimasta al margine delle decisioni strettamente tecniche. Ciò nonostante le donne avevano comunque molte più difficoltà di accesso agli spazi decisionali. Per questo, durante le varie riunioni ed assemblee, la difficoltà di partecipazione delle donne per la realizzazione del progetto è stata identificata come una criticità di genere causata dalla disuguaglianza relazionale tra uomini e donne.

Questa è stata una delle ragioni per cui è stata ritenuta pertinente l’introduzione di azioni specifiche per promuovere la partecipazione delle donne.

In ogni tappa del progetto gli spazi di riflessione relativi alle criticità di genere sono stati articolati fin dall’inizio, nelle attività preliminari, nelle attività di pianificazione e, in fine, in quelle realizzative.

L’asincronia dei “tempi” relativa alle fasi di realizzazione del progetto e ai processi comunitari ad esso connessi è stata un’altra importante sfida. La velocità realizzativa per la costruzione di infrastrutture dipende fondamentalmente dal tipo di tecnologia applicata. Soluzioni tecnologicamente più avanzate rendono più rapidi i tempi di realizzazione del progetto.
I processi sociali invece evolvono a un ritmo più lento, e quindi richiedono tappe di avanzamento in accordo con lo stato di maturazione del gruppo sociale di riferimento. E’ vero in particolare per le relazioni sociali stimolate a Villa Satellite Norte in cui tutte e tutti gli attori/e coinvolte/i avrebbero dovuto sentirsi co-responsabili e protagonisti di ogni fase progettuale. Processi che non possono né bruciare le tappe né accelerare se l’obiettivo vuole essere un risultato duraturo nel tempo. D’altro lato la normativa boliviana prevede che il progetto debba iniziare con un diagnostico e la realizzazione del così detto “Desarrollo Comunitario” (DESCOM).
Istituito dal Ministerio de Medio Ambiente y Agua, le varie norme che lo regolano impongono sempre dei provvedimenti che affrontano sotto molteplici aspetti la questione di genere.

La vera sfida di questo progetto è stata quindi quella di utilizzare questo strumento con un’approfondita conoscenza della problematica e degli obiettivi, e non in una forma meramente meccanica.

Il DESCOM è uno strumento disegnato per elaborare un diagnostico in dati disaggregati, tecniche di gruppo per incentivare la partecipazione della popolazione ai progetti che riguardano in particolare i sevizi idrici e i servizi igienico sanitari.

Altro ostacolo importante che Yaku ha dovuto affrontare è stato il ritardo con cui sono arrivati i finanziamenti della cooperazione internazionale necessari per la realizzazione del progetto. Tale ritardo ha fiaccato l’entusiasmo e la speranza di parte della comunità. Il finanziamento per le opere infrastrutturali è arrivato verso la metà del 2011. Le attività di formazione hanno preceduto la costruzione dell’impianto di trattamento, per cui i seminari conclusivi si sono tenuti quando il processo di costruzione dell’impianto si trovava nella sua fase iniziale. Senza dubbio è necessario sottolineare come Yaku sia riuscita a volgere i tempi di attesa in una serie di opportunità formative per costruire all’interno della comunità un consenso solido, per identificare in forma partecipata il luogo per la costruzione dell’impianto, per definirne i termini per la gestione e l’amministrazione comunitaria. Avere più tempo ha significato quindi una maggiore pianificazione delle attività anche rispetto alla questione di genere.

5. Risultati e obiettivi raggiunti

Tra i risultati e gli obiettivi raggiunti più importanti è necessario sottolineare il tentativo di includere la questione di genere già dalle fasi preliminari del progetto, raccogliendo le reali richieste e necessità delle donne della comunità. Altro aspetto fondamentale è stato la profonda attenzione riservata ai metodi decisionali presi all’interno della comunità e lo sforzo per bilanciare il protagonismo femminile rispetto a quello maschile in tutte le fasi del progetto, dalla costruzione della rete igienico sanitaria alla costruzione dell’impianto di trattamento. Considerare il “diritto all’acqua” rispetto alla questione di genere ha permesso di aprire un dibattito critico serrato all’interno della OTB rispetto ai diritti e alle discriminazioni femminili presenti nel tessuto sociale comunitario. Confronto che ha riguardato le relazioni di potere e le disuguaglianze di genere e che creato un ampio consenso nel sostenere processi di empowerment femminile sia nelle varie fasi del progetto che all’interno dell’OTB. Dalle riflessioni e i dibattiti svolti dalle donne delle comunità nelle assemblee si è aperto un confronto sulle loro effettive necessità: tutela dell’integrità fisica, istallazione dei bagni all’interno delle abitazioni, tutela della salute messa costantemente in pericolo dalle acque reflue non trattate adeguatamente.
La comunità ha elaborato una proposta per la costituzione di una Empresa Pública Social de Agua y saneamiento (EPSAS) ed ha elaborato una serie di norme per la sua gestione considerando le relazioni di potere e la questione di genere, sottolineando la necessità di aprire spazi di partecipazione delle donne in ogni ambito sociale della comunità.

6. lezioni apprese

 A una maggiore tecnologia corrisponde una minore partecipazione delle donne. Per questo in questo progetto abbiamo ritenuto fondamentale rafforzare la partecipazione femminile a partire da incontri di formazione e di intercambio di esperienze.

 La necessità di sensibilizzare i gruppi di lavoro tecnici per rendere fluida e omogenea la metodologia e lo scambio di informazioni, per favorire la partecipazione e il protagonismo femminile.

 E’ fondamentale la volontà politica di coloro che promuovono e attuano tali progetti per affrontare realmente la questione di genere. E’ per questo importante esplicitarla realmente e stanziare fondi ad hoc per rendere concreti i percorsi partecipati e la traversalizzazione di genere in maniera efficiente, effettiva e duratura nel tempo.

 E’ necessario, fin dalle fasi preliminari del progetto, un approccio che tenga conto della questione di genere per ottenere dei buoni risultati.
Il diagnostico preliminare rispetto alle relazioni di genere all’interno della comunità ha permesso un’elaborazione e una formulazione progettuale realistica ed efficace.
E’ molto importante contare su informazioni quantitative e qualitative disaggregate per sesso, per analizzare le disugualianze di genere presenti nella comunità che il progetto deve considerare e affrontare a partire dalle cause e dagli effetti ad esse connesse.

 La presa di coscienza delle disugualianze di genere da parte delle istituzioni, dalle piccole Ong fino alle grandi agenzie di cooperazione, dagli attori locali ai dirigenti pubblici, è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi. Intraprendere un percorso di reale coinvolgimento e protagonismo delle donne, affrontare le relazioni di potere esercitate all’interno di una comunità, significa anche mettersi in discussione, confrontarsi e aprire un dibattito all’interno delle nostre stesse organizzazioni.