Napoli e la vittoria dell’acqua

il: 15 Marzo 2015

Il 9 marzo 2014 si è compiuto l’ultimo passaggio necessario al completamento del rapporto tra  ABC, Acqua Bene Comune, l’azienda speciale del Comune di Napoli che gestisce il servizio idrico, ed il comune stesso. Il Consiglio Comunale, su indicazione della giunta De Magistris, ha infatti deliberato le necessarie modifiche statutarie (istituzionalizzazione della partecipazione democratica nel Consiglio d’ Amministrazione; esclusione della possibilità di  partecipazioni a SpA, ed apertura  ai Consorzi di Comuni per l’Acqua Pubblica; devoluzione dell’1% degli utili per interventi in Paesi in via di Sviluppo) e soprattutto ha firmato l’atto di concessione trentennale del servizio idrico all’azienda speciale. Il comitato acqua di Napoli, il comitato regionale campano e il F.I.M.A. hanno potuto finalmente festeggiare il termine di un lungo percorso che comincia nel 2004, quando viene impugnata la delibera dell’allora giunta regionale Bassolino che prevede la privatizzazione del servizio idrico a livello regionale. Nei  due anni di manifestazioni e proteste necessari al ritiro della delibera i cittadini e i comitati hanno maturato la consapevolezza della necessità di intervenire in salvaguardia dell’acqua, bene primario messo a serio rischio dalle politiche neoliberiste che dell’acqua vogliono fare una merce, tanto più preziosa quanto più rara a causa dell’avanzare dei cambiamenti climatici e della richiesta in continuo aumento. Per Napoli è stata fondamentale la presenza di padre Alex Zanotelli, missionario comboniano che di ritorno dalle baraccopoli di Nairobi aveva bene impresso negli occhi e nella memoria che cosa significhi non avere accesso all’acqua potabile, ed altrettanto chiaro è stato sempre il suo richiamo al valore anche simbolico di una vittoria del popolo dell’acqua, che non ha mai valenza locale ma riverbera la sua forza e l’affermazione del diritto in ognuno dei luoghi in cui si opera per la sua salvaguardia. E’ stato consequenziale partecipare prima alla raccolta firme per la Legge di Iniziativa Popolare, presentata nel luglio 2007 con oltre 400.000 firme, e poi alla campagna referendaria culminata con la vittoria del 13 giugno 2011. Contemporaneamente il comitato di Napoli e le  amministrazioni comunali delle giunte comunali, Iervolino prima e De Magistris poi, con gli assessori Lucarelli e Calabrese,  hanno lavorato insieme al percorso di trasformazione di Arin spa in ABC azienda speciale superando sia una complessa serie di impedimenti tecnici e legislativi, sia l’opposizione politica di chi dell’acqua vuole ancor oggi fare mercato. Il passaggio finale è stato accelerato anche dalla presenza attiva dei comitati all’interno del cda di ABC, grazie al presidente Maurizio Montalto, avvocato del movimento, e alla possibilità della partecipazione democratica dei comitati stessi all’interno degli organi di governance.

 

Per noi  acquaioli, come affettuosamente ci chiamano,  la ‘battaglia dell’acqua’ è stata e rimane un momento fondamentale sotto molti aspetti; ci ha formato come cittadini consapevoli della necessità di difendere in prima persona diritti sempre più minacciati, ci ha reso consapevoli della portata mondiale di decisioni apparentemente solo locali, ci ha aiutato ad esplicitare in maniera costruttiva il rapporto con l’amministrazione e la politica, anche grazie alle figure istituzionali con cui abbiamo avuto modo di entrare in rapporto.

 

Sappiamo benissimo che la partita è ancora aperta; se l’acqua di Napoli è pubblica, in Campania avanza a grandi passi una privatizzazione selvaggia che passa attraverso la giunta Caldoro e la finta opposizione del PD, e che ha determinato un ingiustificato prolungamento del commissariamento, consentito il mantenimento della fallimentare gestione Gori, istituito, in ottemperanza allo SbloccaItalia,  l’EIATO (Ente Idrico Ambito Territoriale Ottimale), una struttura in cui tutti i poteri sono concentrati in poche mani.

 

Ma quel che per noi è campani risulta ancora più grave è che all’interno del pianeta acqua si stiano affacciando interessi camorristici, come dimostrato dai  nomi che grazie alle scelte della Regione guidano ATO3, l’ambito territoriale ottimale dell’area sarnese-vesuviana, il cui commissario è l’on. Sarro,  mentre il presidente della G.O.R.I. spa è Amedeo Laboccetta. Non è ininfluente la presenza di un interesse da parte della criminalità organizzata in un territorio che ogni giorno deve fare i conti con la devastazione ambientale e morale che dall’intreccio politica-camorra trae solo alimento; per questo sentiamo tanto più importante la vittoria ottenuta il 9 marzo, perché riconosce ai cittadini, ai comitati, alle parti sane della politica e dell’amministrazione la capacità di ottenere risultati, anche quando a questo percorso vengano frapposti ostacoli e volontà contrarie.

 

Costanza Boccardi, attivista del comitato acqua Napoli