Milano Climate Camp

il: 21 Ottobre 2021

di Emma Purgato

Dopo essersi svolto per due anni a Venezia – prima al Lido e poi al Centro Sociale Rivolta – quest’anno il Climate Camp è stato organizzato a Milano, città simbolo dell’economia capitalista in Italia, dalla Climate Justice Platform dal 30 settembre al 3 ottobre 2021.

Per 4 giorni, il Centro Sportivo XXV Aprile si è riempito di attivistə e militanti, provenienti da tutta Italia e dalle realtà più varie. Da Extinction Rebellion, movimento nonviolento internazionale, a Rise Up 4 Climate Justice, rete di lotta per la giustizia climatica e ambientale nata all’ultimo Climate Camp, alle realtà milanesi che hanno lanciato la piattaforma.

La scelta delle date non è stata casuale, in quanto negli stessi giorni, al MiCo, era in programma il summit internazionale della PreCop, incontro preparatore alla COP26 di Glasgow. Infatti, le iniziative portate avanti durante il campeggio miravano principalmente a contestare il meeting, in cui come al solito i potenti della terra discutono all’interno di un palazzo chiuso, prendendo decisioni sul futuro del pianeta senza curarsi di chiedere l’opinione di chi ne dovrà subire le conseguenze.

Nei giorni precedenti al Camp e alla PreCop, durante la Youth Cop, Extinction Rebellion ha occupato le sedi di diversi giornali e agenzie di stampa, chiedendo che la crisi climatica venga raccontata per quello che è, portando alla luce le responsabilità politiche ed economiche che ne stanno alla base. Anche durante i giorni del Camp lə attivistə hanno dato vita ad azioni di blocco non violento in tutta la città di Milano, sedendosi in mezzo alla strada e arrampicandosi su semafori e cartelli stradali, resistendo fino a dover essere portatə via di peso dalle forze dell’ordine, o fattə scendere dai vigili del fuoco.

Le giornate di azione del Climate Camp sono iniziate il giovedì mattina presto, quando alle prime luci dell’alba attivistə e militanti si sono mossə dal centro sportivo per dare vita a tre blocchi in prossimità del MiCo, dove stava iniziando il summit, e Greta Thunberg si preparava a parlare con il Ministro della Transizione Ecologica Cingolani, il premier Draghi e i rappresentanti di diversi altri stati. Il primo blocco, sulla strada che porta al gate 2 del MiCo, formato da militanti di Rise Up 4 Climate Justice, è stato caricato violentemente e manganellato dalla Guardia di Finanza non appena lə attivistə hanno posizionato lo striscione per bloccare il traffico. Qualche ora dopo, la macchina del ministro Cingolani, scortata dalle forze dell’ordine, si è avvicinata al blocco, chiedendo di passare, ma è stata costretta a cambiare strada. Dopo diverse ore, quando sono statə raggiuntə dal blocco formato da realtà milanesi, che si erano incatenate con dei tubi e delle reti, lə attivistə sono tornatə al Camp in corteo. Il blocco di Extinction Rebellion, che si era posizionato all’interno di City Life, appena fuori dal gate 2, è invece continuato per diversi giorni, facendo scritte sulle pareti dell’edificio, suonando sirene per l’emergenza climatica, e resistendo nonostante gli arresti di alcunə attivistə. Ciò che la giornata del 30 settembre ha sicuramente dimostrato è la determinazione di chi lotta contro la crisi climatica, anche di fronte alla repressione delle forze dell’ordine. È ormai chiaro come le voci dellə giovani che lottano per avere un futuro, e che chiedono che sia chi ha causato questa crisi a pagarne le conseguenze, siano un fattore di disturbo per chi invece sta rinchiuso nei palazzi, a parlare di una transizione ecologica che altro non è che greenwashing, e che rappresenta proprio il sistema capitalista che ci ha portatə a questa situazione emergenziale.

La mobilitazione è proseguita la sera stessa, quando il campeggio si è spostato in Piazza Affari, bloccando gli ingressi al palazzo della Borsa con tende e striscioni. Il luogo è stato scelto perché simbolo della finanza fossile e capitalista, che da sempre mette il profitto di pochi di fronte alla vita del pianeta e dellə suə abitanti. Questa azione aveva come obiettivo denunciare un sistema che sfrutta, devasta e uccide in tutto il pianeta, e che continuerà a farlo fino a quando ne trarrà profitto. Lə attivistə hanno passato tutta la notte in piazza, fino al passaggio del corteo Youth 4 Climate, quando si sono unitə alla marea di giovani che ha attraversato Milano in marcia verso il MiCo, lasciando il palazzo della Borsa coperto di mani rosse, a simboleggiare il sangue che il capitalismo ha versato ed è disposto a versare in nome del profitto.

L’ultimo giorno di PreCop, sabato 2 ottobre, è stato di nuovo caratterizzato da un’azione radicale portata aventi da Rise Up 4 Climate Justice. Lə attivistə hanno tentato in diversi modi di raggiungere la conferenza stampa conclusiva della PreCop, provando ad accedere al MiCo da diversi punti di City Life, e infine avanzando in modo pacifico, a mani alzate, lungo viale Eginardo, dove avevano effettuato il blocco il primo giorno, fino a scontrarsi nuovamente con le forze dell’ordine, che hanno reagito caricando e fermando un attivista, poco dopo rilasciato. Di nuovo, lə attivistə per il clima hanno subito la violenza del sistema, che preferisce picchiare ed arrestare chi lotta per un futuro migliore, piuttosto che ascoltare le voci dellə giovani che chiedono soluzioni concrete.

Le giornate del Milano Climate Camp sono state ricche di azioni e contenuti radicali, di denuncia ad un sistema insostenibile e irriformabile, di lotta e resistenza al capitalismo, che vuole zittire ogni voce dissidente. Sono state giornate dense di determinazione e di rabbia, verso chi reprime, e verso chi non fa nulla per cambiare le sorti di un futuro disastroso. Stiamo viaggiando sempre più in fretta verso la catastrofe ambientale e il tempo per cambiare rotta è sempre meno, c’è bisogno di rivoluzione.