Necessaria un’azione urgente per preservare le vite indigene a rischio imminente nel Cauca e nel Chocó

il: 13 Maggio 2023

COLOMBIA, 03 Maggio 2023

L’espropriazione dei territori e lo sfollamento forzato mettono le popolazioni indigene a rischio di scomparsa fisica, culturale e spirituale e impediscono loro di sviluppare il proprio stile di vita e il rapporto con l’ambiente, gettandole nella povertà, nell’incertezza e nell’impossibilità di praticare la propria cultura.

Indigenous Peoples’ Rights International (IPRI), l’organizzazione internazionale che guida l’Iniziativa Globale per Affrontare e Prevenire la Criminalizzazione, la Violenza e l’Impunità contro i Popoli Indigeni, chiede con urgenza allo Stato colombiano e agli organismi nazionali e internazionali per i diritti umani di ascoltare le richieste avanzate dalle organizzazioni e dalle autorità indigene e di adottare misure efficaci e immediate per proteggere le popolazioni indigene a rischio imminente nei dipartimenti di Cauca e Chocó. 

Secondo le informazioni ricevute dall’IPRI e rese pubbliche dalle organizzazioni indigene del Paese, negli ultimi mesi nel dipartimento di El Cauca si sono verificati omicidi, attacchi e minacce contro guardie indigene, autorità ancestrali, leader spirituali e membri delle comunità per mano di gruppi armati. Solo ad aprile sono stati assassinati il membro della comunità José Reyes Chocue, membro della Guardia indigena della riserva di San Lorenzo de Caldono (16 aprile 2023) e il Saggio Ancestrale José Isaías Quiguanás (18 aprile 2023). 

Il Consiglio indigeno regionale del Cauca (CRIC) ha inoltre denunciato che diverse autorità ancestrali delle dieci zone annesse al CRIC hanno ricevuto minacce di morte. Il caso più recente è quello di Adelmo Isoto, ex Alto Consigliere del CRIC e attuale autorità ancestrale del territorio della riserva indigena di Tumburao, nella zona di Chotando, che ha ricevuto opuscoli minatori e nella cui casa si sono introdotti successivamente uomini armati. Anche l’autorità ancestrale degli indigeni di Polindara ha riferito altre tattiche intimidatorie. 

D’altra parte, nel Dipartimento di Chocó, comune di Istmina, quaranta famiglie della comunità di Negría sono a rischio imminente di sfollamento forzato a causa degli scontri tra gruppi armati e delle loro incursioni nei loro territori. Questa situazione si sta verificando nonostante gli Accordi di Pace e i progressi nei colloqui tra il governo nazionale e l’Esercito di liberazione nazionale (ELN) per cercare aiuti umanitari nel Bajo Calima e nel fiume San Juan.

L’espropriazione dei territori e lo sfollamento forzato mettono le popolazioni indigene a rischio di scomparsa fisica, culturale e spirituale e impediscono loro di sviluppare il proprio stile di vita e il rapporto con l’ambiente, gettandole nella povertà, nell’incertezza e nell’impossibilità di praticare la propria cultura. Lo sterminio delle autorità e delle persone competenti mira a disarticolare il tessuto sociale per facilitare l’esproprio di terre e risorse e il reclutamento forzato di persone. 

In solidarietà con le popolazioni indigene colpite e le loro organizzazioni, l’IPRI invita:

  • Gli enti governativi competenti, compreso l’Ufficio del Difensore civico, devono adottare misure immediate ed efficaci, in accordo con le popolazioni indigene colpite, per proteggere le loro vite e la loro integrità e prevenire lo sfollamento forzato. 
  • Gli organismi nazionali e internazionali per i diritti umani, tra cui l’OHCHR, l’IACHR e il MAPP-OEA, monitorino la situazione e promuovano misure in difesa delle vite e dei diritti umani delle popolazioni indigene del Cauca e del Chocó. 
  • Lo Stato colombiano deve intensificare gli sforzi per la piena attuazione del capitolo etnico degli Accordi di Pace.

L’IPRI rimarrà attento alle situazioni denunciate e incoraggia le organizzazioni indigene a esprimere la loro solidarietà ai nostri fratelli e sorelle indigeni in Colombia.

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Per maggiori informazioni:

Comunicato dell’ONIC: https://bit.ly/3oQ3gDj 

Comunicato del CRIC: https://bit.ly/3LhUhlI 

Comunicato dell’ACASEDAN: https://twitter.com/ACADESAN/status/1649852680876052480?s=20 

Scarica il comunicato.

Articolo consultabile a questo link.