Golpe contro la società

il: 30 Giugno 2024

Riflessione sul tentativo di colpo di stato in Bolivia del 26 Giugno 2024,

di MARÍA GALINDO

Mujeres Creando 27 Giugno 2024

Mi trovo in questo momento a partecipare ad un festival di teatro in Austria, a migliaia di chilometri di distanza, ma il golpe mi ha colpito come se fossi stata nella stessa piazza Murillo facendo uno dei miei radio documentari. Allo stesso tempo, tanta gente mi scrive preoccupata per il paese, per le Mujeres Creando e per me stessa, Grazie a tutt@ loro.

Ho risposto velocemente che non è quello che sembra e che possono stare tranquill@, che non sto nel paese e che il gruppo di Mujeres Creando è un tessuto di affetti e saggezze che ha reagito con la massima chiarezza fin dal primo momento.

Perché è difficile spiegare qualcosa di così perverso e torbido come quello che è successo ieri in Bolivia. Perché è difficile spiegare alle persone che siamo state vittime collettive di una gigante manipolazione, perchè è difficile spiegare che, in ogni caso, non possiamo dormire in pace. Perchè è difficile spiegare che lo prendiamo sul serio perchè abbiamo un allenamento alle catastrofi, e che per quanto assurdo sembri, abbiamo diritto a rispondere con paura. Perchè è difficile spiegare che stiamo vivendo in una sorta di sabotaggio continuo.

Le vittime del golpe di ieri siamo stati noi tutt@ come società, perchè non c’è in tutto il sistema politico una persona con sufficiente credibilità per spiegare quello che è successo, iniziando  da Richter e finendo con il senatore Loza, o passando per Toto Quiroga che fu l’attore principale della sommossa delle Forze Armate del 2019.

Non ho accesso alle informazioni su quello che presumibilmente è successo, vado quindi a stilare tre possibilità:

  1. Fu un atto del comandante delle forze armate arbitrario e avventato senza grande supporto dentro alle stesse forze armate,  realizzato contro un governo con nessuna capacità. L’utilità e la base politica di questo atto fu ribadire e rinfrescare la memoria sul potere storico dei militari di assumere il controllo dell’amministrazione dello Stato, con l’uso della forza, ogni volta che lo ritengono opportuno. Una specie di promemoria, una specie di messa in scena, una prova di una possibilità latente. Per questo, e non per perchè siamo imbecilli, reagiamo con paura.
  1. Fu un atto discusso con il governo di Arce, davanti al suo stesso logoramento, presumibilmente per riportarci al golpe del 2019 e correggere la reazione di fuga del governo di Evo Morales, dimostrando un Arce capace di affrontare il problema. Se questa seconda possibilità è vera, le prove dei ruoli sono state pessime e tanto Arce, quanto il Ministro del Governo Castillo e il Viceministro degli Interni, che hanno interpretato los machitos  sul palco, non hanno convinto nessuno con la loro performance. Sappiamo tutti che, a teatro come al cinema, questo è il fallimento della sceneggiatura.
  1. È stato un colpo di Stato che è ancora attivo e non abbiamo ancora visto l’esito della storia. E sarebbe per questo che Zuñiga è così tranquillo, perché siamo stati solo manipolati in modo che quando verrà perpetrato non sapremo se è una simulazione o la realtà.

In tutte e tre le ipotesi va detto con urgenza che il desiderio di interpretare il ruolo di machitos coraggiosi di tutti i personaggi è l’asse del loro comportamento, è la ragion d’essere della loro vita, è la passione più importante che hanno.

Per loro è affascinante sentirsi anche solo per un secondo i padroni assoluti della situazione, anche se un secondo dopo si rendono completamente ridicoli, come è attualmente il caso del presidente, del vicepresidente, del ministro del governo, dell’ex comandante delle forze armate e del viceministro del governo. 

E non mi dicano che vedo machismo da tutte le parti, in primo luogo perché lo è, e in secondo luogo perché è un comportamento che è al centro della crisi in cui ci troviamo.

In tutte e tre le ipotesi va detto con urgenza che mentre la sindaca di El Alto e la rettrice della UMSA hanno reagito tempestivamente, il parlamento stava fuori dal gioco. La presunta istituzione centrale della democrazia non ha fatto e detto niente. Probabilmente Andrónico stava facendo le valigie per ogni evenienza come altri e altre. E’ sicuramente interessante vedere che l’assemblea legislativa non garantisce niente e che lì dentro non c’è nessuna persona che si assume le sue responsabilità, ancora meno come corpo, come rappresentante, come presunti attori e detentori del potere di una parte di piazza Murillo. La Bolivia NON HA UN PARLAMENTO, non ha legislatori, ed è urgente prendere atto di questo.  Neanche il 2019 li ha avuti, perché erano altrettanto smobilitati, ancora alla ricerca di un posto dove nascondere le loro code di topo e salvare la pelle.

È urgente dire che, sebbene anche loro siano molto screditati, i giornalisti e le giornaliste sul campo erano in piazza; con il massimo coraggio, cercando di capire, riflettendo sulla confusione e sull’assurdità della situazione, facendo domande come meglio potevano, senza guardarsi le spalle o i corpi. Stavano lì, registrando quello che succedeva a tutti i costi, con tutto lo stress e il disprezzo che tante volte hanno da sopportare.

Vi ringrazio,  le uniche cose preziose sono le immagini e le dichiarazioni che siete riusciti ad ottenere. Non so cosa faremmo se voi, come i e le parlamentari, foste fuggiti terrorizzati dal vostro posto di lavoro.

La Bolivia non ha subito un colpo di Stato, ma un golpe alla società.

La Bolivia non è un regime democratico, ma machocrático, dove i machitos di turno giocano con le nostre vite mentre litigano tra loro sulla lunghezza del pene.

Il sistema politico boliviano sta agonizzando di mediocrità, di mancanza di idee e di assenza di responsabilità.

Dobbiamo rimandarli tutti, ma proprio tutti, tutti, a casa loro, non con i cannoni, non con un colpo di Stato, ma con la costruzione di un’altra urgente legittimità politica.

Chiudere il collegio militare, perché sono ancora lì dentro con l’idea di essere ciò che non sono, e la loro tradizione golpista non è superata nemmeno dai loro stessi fallimenti.

Indire elezioni aperte con un meccanismo non guidato da proselitismo.

Cambiare il sistema di rappresentazione politica e che non sia guidato da sostenitori ma che sia a livello regionale, generazionale e per segmenti di popolazione. Che gli animali abbiano voce, que le persone con disabilità abbiano voce, che le donne abbiano una rappresentanza diretta e non siano considerate solo portatrici di utero che rappresenta il patraircato, che le persone gay siano rappresentate.

Oggi è l’ora del nuovo, della speranza. Questo colpo di stato alla società,  che è l’ultima delle loro mosse, mi dimostra che non sono nulla e che possiamo facilmente sconfiggerli, possiamo facilmente sconfiggerli, possiamo facilmente organizzarci per espellerli.

Sono dove non meritano di stare.

Non ci meritano come società. Attenzione che vogliono addestrarci all’idea che ciò che è necessario è una risposta più machista, più autoritaria, più violenta e più brutale. La presa in giro nelle reti sta fondamentalmente rivelando questo. Attenzione che vogliono addestrarci a pensare che come società non abbiamo la capacità o le idee per rimuovere il Manfredismo, l’Evismo, l’Arcismo, il Mesismo, il Camachismo, alla faccia del tuto Quiroga, di Doria Medina e tutto il solito club,  bisogna rimuoverli per costruire qualcosa di nuovo.

Guardate il fallimento argentino. È stata la frustrazione generale che ha fatto salire MILEI  al potere. Quello di ieri è stato un esercizio pericoloso, fascista, violento e autoritario che vuole addestrarci ad accettare di vivere così.

Basta ya basta ya

Articolo consultabile sul sito: https://radiodeseo.com/golpe-contra-la-sociedad/?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR1JksrvYkeVjo6GlTKgvDD38dL8TP4rIjoHHLA1bzbGSeRV6d2RUp_SMPE_aem_kzpf0wn29e8SMwB1071w9g%C3%A7