Si è conclusa ieri a Roma l’Assemblea Nazionale del Movimento Italiano per l’Acqua, che per due giorni si è interrogata su vari punti, fra tutti l’applicazione del referendum Acqua Bene Comune. Democrazia, finanza, lavoro, Rete Europea per l’Acqua, i quattro grandi capitoli per altrettanti gruppi di lavoro a cui hanno partecipato centinaia di persone.
Fra gli ospiti, il noto giurista Stefano Rodotà: “L’agenda politica italiana è stata modificata dai recenti referendum – ci spiega – un risultato che viene capitalizzato da questo movimento in costante mobilitazione e che rappresenta un’innovazione storica sulla questione della proprietà. Un risultato culturale enorme che sia in Europa, ma anche in USA ed in America latina, sta condizionando la discussione su queste tematiche, che prende l’esperienza italiana come riferimento. Anche l’occupazione di luoghi pubblici che si vede in molte città – penso all’asilo Filangeri di Napoli, o al Teatro Valle di Roma – dimostra un’intelligenza collettiva che produce risultati”. Chiediamo a Rodotà una riflessione sulla Campagna di Obbedienza Civile lanciata dal Forum dell’Acqua in risposta alla non applicazione del secondo quesito referendario, per cui migliaia di cittadini si stanno già autoriducendo le bollette, non ancora decurtate del full recovery cost, e che potrebbe, a detta dei comitati, prendere piede anche in Trentino: “E’ una battaglia per la legalità costituzionale. Perché i Beni Comuni corrispondono ai diritti fondamentali delle persone. Qualsiasi connessione fra beni comuni e mercato ha a che fare direttamente con la democrazia”. In Trentino si ha a che fare con l’ annunciata costituzione della società In House per gestire l’acqua di Trento, Rovereto e altri 15 comuni, che risponde a norme di diritto privato e chiederebbe solo al comune di Trento di sborsare ben 42 milioni di euro per rientrare in possesso dello stesso acquedotto municipale: “Ogni strumento legale che verrà messo in campo per attuare forme di democrazia partecipativa e per chiedere il rispetto del messaggio politico del referendum Acqua Bene Comune è un contributo essenziale per la tutela dei diritti delle persone”.
Il giornalista di Altreconomia Luca Martinelli esprime perplessità sull’operazione trentina: “E’ in discussione il decreto attuativo di un provvedimento del febbraio del 2012 che rimette gli investimenti delle società In House sotto il giogo del patto di stabilità e questo comporterà il rischio di bloccare la spesa fondamentale per garantire un servizio efficiente al cittadino al pari con quello che è successo agli enti locali sottoposti allo stesso vincolo”. Il Coordinamento Trentino ABC, presente all’Assemblea Nazionale di Roma, ha annunciato prossime iniziative fra cui la raccolta firme per una legge di iniziativa provinciale, e una grande conferenza sui beni comuni per metà dicembre, che metta in connessione vari gruppi ed organizzazioni locali che intersecano il tema acqua.