Il mese di marzo e la giornata dell’acqua che si celebra mercoledì 22, sono per noi la conferma di un percorso iniziato nel 2009 in Colombia. Insieme alla Commisione Interecclesiale de Justicia y Paz e la Ong Censat Agua Viva – Amigos de la Tierra, abbiamo deciso di articolare i nostri percorsi di lotta in difesa di acqua, beni comuni, a sostegno dei diritti umani, sociali e ambientali delle comunità’ colombiane vittime del conflitto. Un ponte di interscambio e solidarieta’ da una parte all’altra dell’oceano, tra insidie, pericoli e le tante speranze che si aprono al cambiamento nel bel mezzo del processo di Pace Colombiano, con gli strumenti della cooperazione internazionale e i partner con cui collaboriamo, per dire no alla violenza del conflitto armato e dell’attuale sistema económico e produttivo, distruttivo ed escludente, in Colombia come in Italia.
Nel dipartimento del Cauca, tra le montagne al confine con il Huila, lo scorso 6 marzo, insieme alla Commissione intereclesiale di Justicia y Paz, abbiamo inaugurato due acquedotti per le scuole comunitarie di Yarumal e Palmichal, due piccole realta’ educative del comune di Inza’coinvolte nel progetto “5 esculas por el Agua” sostenuto dalla Provincia Autonoma di Trento e di Bolzano con la compartecipazione della Chiesa Valdese. Disporranno di acqua pulita 285 abitanti della comunita’ di Yarumal, e i 74 alunni del collegio. Della ristutturazione dell’acquedotto di Palmichal, sempre nel municipio di Inza’ hanno invece beneficiato 354 unita’ familiari e i 74 alunni della piccola scuola. Inoltre la sorgente dell’acquedotto “el nacedero” e’ stata dichiarata “zona di biodiversita’ – fuente de vida y esperanza’” luogo intangibile e sacro per la comunita’ e finalmente protetto dalle disposizioni legge 165 de 1994 e 99 del 1993 dello Stato colombiano.
Nel dipartimento del Meta l’equazione e’ semplice: o si rispettano gli standard qualitativi che le disposizioni di legge impongono (tra cui la legge 1753 del 2015) o i 62 acquedotti comunitari verranno privatizzati. La capitale del Meta, dipartimento dell’occidente colombiano fa storia a parte nelle dinamiche di lotta per la difesa dell’Acqua Bene Comune. Circa la meta’ dei 600 mila abitanti di Villa Vicencio viene servita da acquedotti comunitari, costruiti collettivamente tra le periferie, durante la crescita dei quartieri suburbani fondati negli anni ‘60 e ‘80: gli sfollati sfuggiti alla violenza del conflitto colombiano, dalle campagne de los llanos del Meta in condizioni sanitarie da incubo, ma lontanti dalla matanza della guerra sucia, tra esercito, paramilitari e guerrilla, hanno trovato riparo ai margini della citta’.
Con il progetto “14 acquedotti” finanziato dalla Regione Trentino Alto Adige e dalla Tavola Valdese, insieme al partner colombiano Censat Agua Viva – Amigos de la Tierra, sosteniamo la gestione comunitaria degli acquedotti con l’obiettivo di potabilizzare l’acqua e raggiungere quegli standard qualitativi imposti per legge che pretendono un alto livello di specializzazione in quartieri ricordati solo da Dio, non certo dalla pubblica amministrazione che mai ha investito in infrastrutture se non per garantirne il passaggio a societa’ private. E’ quello che e’ successo a 22 piccoli acquedotti caduti e raccolti da imprese private o pubblico-private.
Oltre al sostegno formativo ai 14 acquedotti appartenenti alla rete ACER (associazione acquedotti comunitari in rete di cui fanno parte 40 acquedotti) il progetto prevede il finaziamento di parte di un impianto di potabilizzazione nel quartiere periferico di Villa Lorena.
Lo scorso 14 marzo abbiamo partecipato insieme al Censat Agua Viva – Amigos de la tierra, ai festeggiamenti, perche’ la strategia per recuperare la controparte finanziaria a carico della comunita’ funziona (risparmio e piccoli prestiti). Il luogo in cui sara’ installato l’impianto e’ pronto ed entro luglio sara’ in funzione.
470 famiglie, circa 1600 persone, avranno acqua potabile e l’acquedotto restera’ quello di sempre. Comunitario.