Articolo di Jorge Hurtado, pubblicato il 19 dicembre 2021 su france24.com
Con il 99,66% dei 46887 seggi elettorali scrutati, Gabriel Boric ha ottenuto il 55,9% dei voti, contro il 44,1% del legislatore José Antonio Kast. Il candidato di estrema destra ha accettato la sconfitta. Questa domenica, oltre 15 milioni di persone sono state chiamate alle urne per votare al secondo turno delle elezioni presidenziali in Cile.
Con quasi un milione di voti in più rispetto a Kast, l’ex lider studentesco di sinistra rompe con la sottile tendenza del primo turno delle elezioni presidenziali cilene. Kast ha riconosciuto la sconfitta, ed ha chiamato il suo avversario per congratularsi del suo “grande trionfo”, mentre i sostenitori di Boric si riunivano nel centro di Santiago per festeggiare.
Boric, candidato di 35 anni, storico leader del movimento studentesco, si definisce ecologista, femminista e regionalista. Ha dichiarato che il suo obbiettivo è quello di rafforzare il ruolo dello Stato, per raggiungere un modello di welfare simile a quello europeo.
Nonostante diversi esperti avessero indicato che non ci sarebbe stato un grosso divario tra i due candidati, questo sarebbe dipeso dalla scarsa partecipazione al primo turno, che ha visto votare a malapena il 50% degli aventi diritto.
Boric è il primo candidato a venire eletto presidente dopo aver perso al primo turno. È stato in grado di invertire la differenza espandendosi al di là della sua base nella capitale, conquistando voti nelle zone rurali, tra chi non sta dalla parte degli estremi politici.
Piñera si è congratulato con il candidato, che assumerà l’incarico a partire dall’11 marzo 2022. “Sarà uno dei presidenti più giovani degli ultimi tempi, e dovrà essere in grado di combinare la forza e l’idealismo della gioventù con l’esperienza”, ha dichiarato. Questo lunedì (20 dicembre 2021) si riuniranno per iniziare il processo di transizione.
La polarizzazione riflessa nelle schede elettorali
In questi comizi polarizzati, si sono scontrati due candidati contrapposti: l’ultraconservatore José Antonio Kast e l’ex leader studentesco di sinistra Gabriel Boric. “Farò del mio meglio per dimostrarmi all’altezza di questa tremenda sfida”.
Dopo aver votato questa domenica a sud della città di Santiago, Kast ha assicurato che, nel caso la differenza fosse stata molto sottile, con un divario tra i due candidati inferiore ai 50mila voti, le elezioni presidenziali si sarebbero potute “risolvere nei tribunali elettorali”. Dichiarazione che ha poi modificato, riconoscendo la sconfitta.
“C’è un margine molto stretto, dobbiamo aspettare il risultato. Un esito è quello che emette il Servel (Servizio Elettorale), ma nel caso la differenza sia poca, chiaramente gli scrutatori hanno un ruolo, e l’elezione potrebbe arrivare a risolversi nei tribunali elettorali”, ha dichiarato il leader del Partito Repubblicano.
Boric in precedenza ha assicurato che spera di poter essere “il presidente di tutti i cileni”. “ Il senso di responsabilità storica è tremendo, so che la storia non inizia da noi, ma che siamo in piedi sulle spalle di giganti. Spero di poter essere il presidente di tutti”, ha affermato il leader della sinistra dopo aver espresso il suo voto.
Voci autorevoli si alzano per la democrazia
Inoltre, altre voci si sono fatte sentire in questo giorno cruciale per il futuro del Cile. L’ex presidentessa cilena Michel Bachelet ha dichiarato che “la speranza deve vincere contro la paura” dopo aver votato per il candidato di sinistra, verso il quale ha dimostrato il suo appoggio pubblicamente.
L’attuale Alta Commissaria dell’ONU per i Diritti Umani ha oltretutto chiesto al vincitore del ballottaggio di essere il “presidente di tutti”, e di “cercare il dialogo con tutti gli ambiti, per continuare a costruire un paese di cui tutti possiamo sentire di essere parte”.
A sua volta si è pronunciata la senatrice eletta Fabiola Campillari, una vittima riconosciuta della repressione della polizia in Cile, affermando come il suo voto fosse “per tutti i mutilati”, risultati dall’onda di proteste del 2019, durante le quali ha perso la vista, l’olfatto e il gusto a causa dell’impatto di un lacrimogeno.
“Il mio voto è per tutti quelli che non ci sono più, per tutti i mutilati, i torturati, per la libertà dei nostri detenuti”, ha dichiarato Campillari.
Traffico e carenza di mezzi pubblici hanno reso difficoltosa la movimentazione dei votanti
La giornata delle elezioni non si è svolta senza problemi di mobilità, come si registra in diversi media locali.
Il traffico veicolare e gli autobus strapieni hanno segnato le prime ore di questa domenica. Molte persone che dovevano viaggiare lontano per poter votare hanno dovuto aspettare fino a due ore prima di riuscire a salire su un autobus.
“È troppo che le persone anziane devano aspettare tanto tempo al sole, con questo caldo”, ha detto Mariana Vargas, abitante di Santiago, intervistata dall’agenzia di stampa EFE.
Per diverse ore, l’hashtag #SueltenLasMicros è stato il più condiviso sui social cileni, come richiesta collettiva al Governo di far circolare più mezzi pubblici.