Riportiamo il comunicato della Rete in Difesa Di relativo alle procedure repressive adottate contro i movimenti climatici.
Mentre il pianeta è sconvolto dalla crisi climatica e ambientale, dal crescere delle disuguaglianze e delle discriminazioni che ne conseguono, non sorprende che le nuove generazioni – su cui grava più di ogni altre il peso del disastro incombente – protestino oggi in forme sempre più eclatanti.
La risposta a queste proteste, sottolinea un gruppo di associazioni e Ong italiane* che fanno parte della rete “In difesa di”, si basa sull’applicazione di misure sempre più spesso intimidatorie e repressive.
Dopo i fogli di via e le multe, comminati ad attivisti e attiviste, adesso si è arrivati anche alla sorveglianza speciale di un attivista di Ultima Generazione, Simone Ficicchia: proposta dalla Questura di Pavia, verrà discussa in Tribunale il prossimo 10 gennaio.
Tale misura, disciplinata dal cosiddetto “codice antimafia” (Decreto Legislativo n.159 del 2011) contro chi rappresenta una minaccia per l’incolumità pubblica, è completamente ingiustificata ed è espressione della crescente criminalizzazione nei confronti dell’attivismo ambientale.
Le associazioni e Ong rifiutano l’idea che criminalizzazione, repressione e intimidazione siano le risposte giuste a un’ansia che monta. Chi continua a proporre in Italia come altrove soluzioni fasulle, come ad esempio nuove infrastrutture per importare e consumare sempre più combustibili fossili, ha tutto l’interesse a non affrontare davvero problemi sempre più urgenti e a zittire coloro che sollecitano soluzioni urgenti ed efficaci.