Putumayo, continuano i falsi positivi

il: 22 Aprile 2022

Assurdo massacro di 11 indigeni da parte dell’esercito, in alleanza con due potenti trafficanti di droga: la Araña (il Ragno, Giovany Andrés Rojas) e el Alacrán (lo Scorpione, Víctor Patiño Fomeque)

Di Horacio Duque | 01/04/2022 | Colombia

“Nel 2021, la Colombia ha contato 114 massacri e sono almeno 198 i leader sociali assassinati, per un totale di 1.284 portavoce di reti sociali uccisi dopo la firma degli accordi di pace nel 2016″.

È terribile quello che è successo nel villaggio di El Remanso nel comune di Puerto Leguízamo, dipartimento di Putumayo.  

L’esercito nazionale di questa regione, guidato dal maggior generale Edgar Alberto Rodriguez, un alto ufficiale con gravi precedenti penali, ha ucciso il presidente della Junta de Acción Comunal de la vereda Remanso, Didier Hernández Rojas, Ana María Sarria Barrera (moglie del presidente della Junta), Pablo Panduro Coquinche (membro della Junta), Pablo Panduro Coquinche (governatore del cabildo Kichwa, Brayan Santiago Pama), un minorenne di 16 anni, Oscar Olivo Yela, e altre due persone conosciute come Pequeño e Cuéllar. Sono rimasti feriti Willinton Galíndez, Vanesa Rivadeneira Reyes e Nora Andrade, tutti abitanti ben conosciuti di questa comunità, mentre erano al bazar comunitario del villaggio. 

Tutto indica che questa operazione è stata finanziata dalle mafie del narcotraffico di noti criminali come La Araña (Giovany Andrés Rojas) e El Alacrán (Víctor Patiño Fomeque) con il beneplacito di ufficiali, sottoufficiali e soldati dei vari rami delle Forze Armate colombiane, che i narcotrafficanti finanziano con milioni di dollari e proprietà di lusso a Bogotà e Medellín. Recentemente un fratello del Ragno è stato sorpreso a Bogotà in un veicolo del Ministero della Difesa assegnato a un alto generale dell’esercito. 

L’azione folle è stata realizzata dal Comando contro il traffico di droga e le minacce transnazionali a Putumayo; questa operazione è stata “giustificata” come un combattimento contro un gruppo delle FARC organizzato nel 48° Fronte.  

L’Ufficio dell’Ombudsman, la popolazione del comune e del villaggio e le organizzazioni per i diritti umani indicano che si tratta di un “falso positivo”, ossia civili disarmati presentati come guerriglieri uccisi in combattimento. 

Per “falsi positivi” si intendono quelle persone inermi – studenti, contadini – sequestrati in strada dall’esercito letteralmente a caso, a volte con prove e false testimonianze, assassinati e poi spacciati come guerriglieri delle Farc per incassare i soldi del “Plan Colombia”

Si tratta di una carneficina commessa dall’esercito e dalla sua Sesta Brigata, legati a doppio filo al sistema di massacri e sterminio di leader sociali, eseguito dal regime neonazista di Ivan Duque e dell’Uribismo (negli ultimi quattro anni), non nuovo a strizzare gli occhi a questo tipo di trattamenti verso contadini e indigeni. 

L’uomo responsabile di questa operazione, il maggiore Edgar Alberto Rodriguez, è stato accusato di aver partecipato a 73 esecuzioni extragiudiziali o “falsi positivi”, eppure ha sempre avuto l’appoggio di tutta la cricca politica del regime genocida, tanto da occupare alte posizioni nelle Forze Armate come capo dell’Educazione e Dottrina dell’Esercito Nazionale; come comandante della IX Brigata a Neiva (Huila), dove il suo sport preferito erano le esecuzioni extragiudiziali di contadini; e come membro della Joint Task Force Aquiles operante nel Bajo Cauca e nel Nudo del Paramillo, che fu duramente messa in discussione dalle organizzazioni sociali per la presunta partecipazione di Rodriguez alle azioni già sopracitate. 

Nel Bajo Cauca Antioqueño, i contadini hanno denunciato il luogo esatto in cui si trovavano i comandanti del fronte neo-paramilitare Virgilio Peralta Arenas, meglio conosciuto come i Caparrapos, alias Cain e alias Flechas, che si trovavano in una sala da biliardo nel villaggio di El Guaimaro nel comune di Taraza, in stato di ebbrezza. Stranamente le truppe dell’operazione Aquiles, in mano al generale Rodriguez, non hanno mai cercato di catturarli. La situazione non è stata ancora chiarita dall’Ispettorato generale dell’esercito. 

I dubbi sulle azioni del generale Rodriguez sono permanenti nella sua sanguinosa carriera di soldato, e per questo motivo è avvenuto il nuovo massacro a Putumayo in cui l’esercito vuole far passare diversi civili come “guerriglieri uccisi in combattimento”. Questo fatto deve essere non solo verificato, ma si esige una rapida indagine degli organi statali che finalmente porti ad un’azione efficace contro l’impunità. 

Nonostante la denuncia, che mette ancora una volta sotto i riflettori il capitolo dantesco dei “falsi positivi”, il governo pro-Uribe Duque ha immediatamente escluso qualsiasi illecito criminale. L’irresponsabile ministro della difesa, il pro-Uribe Diego Molano, ha dichiarato sui suoi social network: “L’operazione non era contro i contadini, ma contro i dissidenti delle FARC. Non era contro gli indigeni innocenti, ma contro i trafficanti di droga”. Ma crescono i dubbi sulla versione data dalle forze di sicurezza dell’ufficiale Rodriguez. 

L’Organizzazione Nazionale dei Popoli Indigeni dell’Amazzonia Colombiana (Opiac), ha denunciato che le undici persone ammazzate in un’operazione militare a Puerto Leguízamo (Putumayo) sono “civili, non guerriglieri”. La comunità afferma che l’esercito ha fatto irruzione in un bazar comunitario di indigeni e contadini e ha assassinato due noti leader della regione.  

L’OPIAC ha recuperato le testimonianze della comunità, che indicano che non c’è stato alcun tipo di scontro armato. “L’esercito è arrivato al villaggio dove alcuni abitanti della zona stavano tenendo un bazar in una capanna comune, adiacente a un campo da calcio usato dai vicini”, ha detto un indigeno della regione a una radio comunitaria. Hanno assicurato che “questa attività era di raccogliere fondi per rispondere ai bisogni dello stesso villaggio. Il signor Divier Hernández e sua moglie, genitori di due bambini di 6 e 2 anni, erano in questo spazio”. Si trattava di persone che erano ad una riunione con la comunità per raccogliere denaro per costruire alcune “impronte” che sarebbero state utili ai contadini. 

La comunità ha sottolineato che il bazar doveva raccogliere fondi per rispondere alle necessità dello stesso villaggio e che sono stati raccolti undici milioni di pesos, che sono scomparsi nelle mani dei soldati durante l’accaduto. Nella dichiarazione, l’organizzazione ha sottolineato che questi attacchi contro le comunità indigene in questa zona del paese non sono eventi isolati, e che negli ultimi mesi ci sono stati anche omicidi dei loro membri. 

Né l’esercito né il governo hanno spiegato perché i contadini e gli indigeni sono stati massacrati nell’operazione di Rodriguez. 

L’Opiac (un’organizzazione indigena) ha detto che è stato l’esercito a prelevare i corpi e che la loro posizione non è chiara. Tuttavia, il segretario del governo di Putumayo ha detto alle radio comunitarie che i corpi sono a Mocoa, in possesso di Medicina Legal sotto custodia, dato che spesso l’esercito ha avuto interesse ad alterare la scena del crimine.  

Una fonte ha indicato che i corpi sono stati rimossi da agenti del CTI dell’ufficio del procuratore generale che stavano accompagnando l’operazione militare per catturare l’alias Bruno. Il problema è che questi investigatori non erano autorizzati a farlo. 

Secondo Opiac, la Procura dovrebbe andare immediatamente sulla scena del crimine e garantire la protezione della scena. La commissione per i diritti degli indigeni ha chiesto che forze come l’esercito nazionale pongano fine alle uccisioni falsamente positive contro la popolazione di Puerto Leguízamo. 

L’Opiac ha sottolineato che è dovere del Ministero della Difesa colombiano ritirare le dichiarazioni stigmatizzanti in cui si giustificava l’uccisione di civili da parte dei militari sostenendo che essi “appartenevano a gruppi di guerriglieri” senza alcuna prova di tale accusa. 

L’Opiac chiede alla Procura Generale, nell’ambito delle sue funzioni legali, di fare uso dei suoi poteri preferenziali e di indagare su tutti i funzionari che hanno partecipato a questo falso positivo, compreso il ministro della Difesa, Diego Molano. 

Alla luce di questi eventi disastrosi, l’organizzazione indigena ha esortato le organizzazioni internazionali per i diritti umani a includere gli omicidi riportati a Putumayo nei loro rapporti sulla situazione critica in Colombia in termini di diritti umani e diritto umanitario internazionale. 

L’Opiac ha chiesto lo sviluppo di un’indagine con l’obiettivo di un’analisi giudiziaria degli eventi riportati nella zona, così come il perseguimento degli autori di questi atti criminali.  

Un attivista dei diritti umani dall’estero ha detto che è urgente che le autorità chiariscano questi fatti e cerchino di svolgere il loro compito con professionalità. Non è prudente, quattro giorni dopo gli eventi, saltare alle conclusioni dando per assodato che questi fossero membri dissidenti o che fossero falsi positivi. Bisogna indagare, e se ci sono state irregolarità o crimini, i responsabili devono essere assicurati alla giustizia. 

La Defensoría del Pueblo ha sostenuto questo ricorso. L’ente ha informato che sta assistendo le famiglie colpite e che fornirà loro i consigli necessari. In particolare, fornirà la rappresentanza legale attraverso un avvocato d’ufficio delle vittime in tutti i procedimenti derivanti dagli eventi, cosa che si spera sia vera vista la politica pro-Uribe dell’ufficio del difensore civico di Camargo, pedina delle mafie della Monteria.  

Le famiglie di Divier Hernández e Ana María Sarria hanno annunciato che faranno causa allo stato, poiché sostengono che non erano “banditi”, come ha sostenuto il ministro Molano. Quest’ultimo episodio rimarca ancora una volta come agisca l’esercito in una regione profondamente colpita dal conflitto e dalle coltivazioni illecite. 

Esigiamo la punizione dei funzionari coinvolti in questo genocidio contro le comunità indigene e contadine di Putumayo.  

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