Articolo pubblicato il 25 aprile 2022 sul sito di radio e materiale audiovisivo indipendente contagioradio.com
L’accordo commerciale tra Colombia e Germania, promosso dal presidente Dunque, rappresenta un attentato contro le comunità indigene e afro di La Guajira. L’accordo avanza l’ipotesi di un incremento dell’esportazione di carbone, per sopperire alla necessità di combustibile dello stato europeo, a cui la Russia ha smesso di fornirlo a causa delle sanzioni imposte durante il conflitto in corso.
Il 6 aprile, il Presidente della Repubblica Ivàn Dunque ha incontrato il Cancelliere Olaf Scholz, per discutere di aumentare l’esportazione di carbone colombiano verso la Germania. L’Europa sta tentando di rafforzare le relazioni con i suoi fornitori energetici perché, attraverso sanzioni contro l’invasione dell’Ucraina, provando a diminuire la sua dipendenza dal gas russo.
Quest’accordo è contestato da varie organizzazioni ambientaliste e difensore dei diritti umani. La miniera El Cerrejòn, a La Guajira, dovrà aumentare i ritmi di estrazione, che comportano violazioni dei diritti umani ed ambientali delle comunità indigene e afrodiscendenti che risiedono in quella zona.
Il 19 aprile, il collettivo “Unidas por la Paz” ha diffuso un comunicato di denuncia dell’accordo commerciale. In un’intervista per Contagio Radio, la comunicatrice sociale e membro del collettivo “Unidos por la Paz Alemania”, e “Defendemos la Paz Internacional” Diana Sepúlveda ha spiegato le azioni intraprese dal collettivo e l’importanza della battaglia.
Sepúlveda ha spiegato come, attraverso la creazione della campagna “Vida en vez de carbòn”, assieme ai collettivi “Aluna Minga” e “Women Engage for a Common Future”, le organizzazioni si stanno impegnando per dare visibilità al tema, alla società civile tanto quanto alle istituzioni. Oltre al comunicato, hanno redatto una lettera rivolta a organismi come l’ONU e l’Unione Europea, per portare l’attenzione sulla questione a livello internazionale.
“Stiamo preparando anche materiale informativo e audiovisivo per i social, cercheremo spazi nella scena politica tedesca per far sì che leader della regione possano denunciare direttamente quanto sta succedendo, e gli effetti che ha la miniera sulla popolazione e il territorio”.
Diana Sepúlveda
Per la Germania, ha spiegato Sepúlveda, la Colombia rappresenta uno dei maggiori fornitori di energia. Lo scorso anno “più di un quinto di tutta l’energia importata veniva dalla Colombia, presumibilmente dal Cerrejòn”. Il paese europeo è quindi fortemente dipendente dal combustibile fossile, soprattutto proveniente dalla Russia, perciò in questo momento si trova di fronte ad un grande problema:
“da un lato, c’è l’agenda ambientale che un governo la cui maggioranza è rappresentata da una coalizione tra verdi e socialdemocratici dovrebbe portare avanti, dall’altro, la necessità di soddisfare i bisogni interni al paese, specialmente in un momento politico in cui la Germania prova a diminuire la sua dipendenza dal gas russo”
Diana Sepúlveda
L’attività del Cerrejòn e uno sguardo al futuro
La miniera del Cerrejòn, racconta Sepùlveda, ha prodotto un “ecocidio e un etnocidio contro le comunità di La Guajira. A causa delle operazioni minerarie, che utilizzano 24 milioni di litri d’acqua al giorno, l’acqua che prima si trovava a 5 metri di profondità ora deve venir cercata a 20 o 30 metri”. Altre conseguenze dell’attività della miniera si vedono nell’inquinamento dell’aria, e negli effetti che ha sulla fauna e la flora della regione, oltre che sulla popolazione, che è direttamente colpita.
“Continueremo a ribadire che la giustizia climatica è un tema globale, e che la solidarietà al popolo ucraino non deve concretizzarsi alle spese del popolo indigeno Wayuu e delle comunità afrodiscendenti e contadine colombiane. È necessario un consumo responsabile, e la Germania deve assumersi la responsabilità di quanto sta accedendo in Colombia”.
Diana Sepúlveda
Infine, ha sottolineato l’importanza della persistenza nelle lotte ambientali: “è necessario che continuiamo a costruire ponti e a lottare, a prescindere dal negazionismo dell’attuale governo e del discorsi ipocriti che sta facendo”. D’altra parte, ha rimarcato la rilevanza della possibilità che una lideresa ambientale afrodiscendente come Francia Màrquez diventi vicepresidente, perché: “esempi di guida come questo ci devono accompagnare, e dobbiamo lavorare assieme per poter continuare a difendere il territorio e la vita”.