14 Novembre 2023
Diverse aziende complici nella distruzione e nel saccheggio delle risorse idriche nella Palestina occupata sono state avvertite che stanno violando il diritto dei palestinesi all’autodeterminazione e il diritto internazionale.
Al-Haq, una ONG palestinese, ha denunciato alcune aziende, tra cui la compagnia idrica nazionale israeliana Mekorot, la Hagihon Company, la TAHAL Group International B.V, la Hyundai Heavy Industries, la Caterpillar, il gigante della produzione JCB e il Gruppo Volvo.
Secondo l’agenzia di stampa Wafa, le società consentono l’appropriazione dell’acqua da parte di Israele, sostenendo l’espropriazione in corso del già limitato accesso all’acqua da parte delle comunità palestinesi.
Un esempio è la compagnia idrica nazionale israeliana, Mekorot, che utilizza l’acqua rubata per aumentare la fornitura agli insediamenti israeliani illegali, che hanno un’elevata domanda. Non fa lo stesso per le comunità e le città palestinesi della Cisgiordania occupata. Anzi, discrimina sistematicamente e nega l’acqua alla popolazione palestinese, ha affermato il gruppo per i diritti.
In una lettera indirizzata alle compagnie, Al-Haq ha scritto: “Appropriandosi illegalmente di grandi quantità d’acqua dai palestinesi, le azioni di Mekorot possono equivalere al crimine di guerra del saccheggio. La trivellazione di pozzi illegali da parte di Mekorot, insieme al supporto infrastrutturale di TAHAL, serve gli insediamenti illegali israeliani con una fornitura illimitata di acqua, limitando contemporaneamente l’approvvigionamento idrico per le comunità palestinesi della stessa regione”.
“Questo sostiene il trasferimento di una popolazione straniera negli OPT, costituendo una violazione dell’articolo 49 della Quarta Convenzione di Ginevra. Attraverso queste azioni, Mekorot, e molte altre aziende, violano palesemente i mezzi di sussistenza dei palestinesi, una violazione dell’articolo 1(2) del Patto internazionale sui diritti civili e politici e dell’articolo 1(2) del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali”.
L’organizzazione per i diritti dei palestinesi ha chiesto alle aziende di porre fine alle loro attività nei territori occupati e di “agire con maggiore diligenza per evitare ulteriori coinvolgimenti in gravi violazioni dei diritti umani e crimini di guerra”. Israele occupa la Cisgiordania dal 1967. Gli abusi dei diritti umani contro i palestinesi e le violazioni del diritto internazionale sono all’ordine del giorno.
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