Ci sono ospedali – e lo sappiamo – che vanno oltre l’immaginazione. Nonostante l’eroismo di dirigenti, dottori ed infermiere. Nonostante il coronavirus non sia – per ora – la priorità.
Uno di questi è l’ospedale di Primo Soccorso di Cubarà, regione di Boyacà, ai confini del resguardo indigeno del popolo indigeno Uwa, vicino alla frontiera colombiana col Venezuela.
Sono soprattutto donne indigene quelle che incontriamo nell’atrio, alcune siedono per terra mentre i bambini gattonano o dormono fra le loro braccia. “Pochi
di
Francesca Caprini – 6 marzo Apartadò –
Colombia
Il
Presidente della Colombia Ivan Duque parla ad una platea di impresari
dell’industria bananera nella città di Apartadò,
in Antioquia, promettendo loro appoggio e fondi per il nuovo porto e l’autostrada
per Medellin.
E’ la mattina del 29 febbraio e l’incontro pubblico “Costruendo il Paese” è da poco iniziato: ”Ascolteremo gli abitanti per capire le loro necessità”, sta dicendo el mandatario. Siamo sul Golfo dell’Urabà, al confine con Panama. Terra densa, con
Che in Colombia ci fossero i forni crematoi poche persone se lo aspettano. E’ Jesus Abad Colorado a raccontarlo con le sue foto, quasi 500 bianconeri distribuiti nelle quattro grandi sale del Chiostro de San Augustin, all’Universidad Nacional di Bogotà che sono l’opera della sua vita di fotogiornalista: “EL TESTIGO. Memorias del conflicto armado colombiano” raccoglie parte della produzione fotografica di Abad in una mostra lacerante e necessaria, che racconta volutamente senza sconti, la storia violenta della Colombia.
Chocò, Turbo, San
E’ l’attivista Gloria Ocampo – 37 anni, segretaria della Junta de Acción Comunal (JAC) di Estrella nel Putumayo – la prima defensora uccisa in Colombia.
di Francesca Caprini per Il Manifesto
E’ come una scossa tellurica quella che sta attraversando l’America latina in questi mesi, ed ha un ritmo indigeno.
Lo dimostra la giornata del 21 novembre, che sarà Paro Nacional in Colombia, promosso in primis dal CRIC – il Consiglio Regionale Indigeno del Cauca – all’indomani dell’eccidio di otto Nasa lo scorso 29 ottobre, fra cui la giovane governatrice Cristina Bautista, autorità ancestrale Neehwe’sx del territorio indigeno Tacueyó. Lo sciopero nazionale nato sull’onda dell’indignazione indigena,
Sette morti fra i quali la governatrice sono il saldo drammatico dell’attentato martedì scorso nel territorio della comunità indigena Nasa di Tacueyò, in Colombia. A pochi giorni dal grave fatto di sangue, il richiamo della comunità indigena per una massiccia mobilitazione contro la violenza.
Il Consiglio Regionale Indigena del Cauca (CRIC) ha denunciato il sanguinoso attacco che nel pomeriggio di martedì 29 ottobre – per mano, secondo le loro dichiarazioni, del gruppo armato legato alla dissidenza delle FARC, Dagoberto Ramos –