Le tensioni e le contraddizioni sui combustibili fossili sono peggiorate nelle ultime settimane, sia a livello internazionale che in Colombia. A livello internazionale, l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) ha presentato il suo rapporto ai responsabili, in particolare ai politici, insistendo sulla necessità di adottare misure drastiche per ridurre le emissioni di gas serra se si vuole evitare una catastrofe.
Pochi giorni dopo, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha aggiunto che è necessaria una trasformazione “radicale” dei sistemi
“Adelante Petroleros” ci permette di parlare di giustizia ambientale e ribadire con forza un messaggio: lo sfruttamento delle
risorse naturali non rinnovabili – in Ecuador così come in altre parti del mondo – non produce sviluppo durevole bensì
diseguaglianze, impoverimento e disastri ambientali.
Insieme alle comunità dell’Ecuador, Mani Tese vuole invece immaginare un futuro in cui la gestione democratica e
partecipata di acqua, terra e fonti energetiche da parte delle comunità locali consenta loro di decidere i propri sentieri di
progresso,
Attività pescherecce compromesse, famiglie dislocate e migliaia di animali morti: sono questi i bilanci preliminari del disastro causato dalla contaminazione di torrenti e fiumi con più di 24.000 barili di petrolio a Santander (Colombia), che hanno contaminato i torrenti di Lizama e il fiume Sagamoso nella zona rurale di Barrancabermeja. “Un grave disastro ambientale che non può riaccadere”dichiara il ministro dell’Ambiente Luis Gilberto Murillo.
Dopo 20 giorni in stato di emergenza il bilancio non è dei migliori. Centinaia di pescatori non
Venerdì 30 marzo alle ore 20.00 è stata uccisa la leader comunitaria Maria Magdalena Crus Rojas, nel quartiere El Rincon del Indio, nel comune di Mapiripan (Colombia).
Le testimonianze dei residenti dicono che presunti componenti dei dissidenti delle FARC sono arrivati a casa della leader e le hanno sparato in testa davanti a tutta la sua famiglia. Il corpo senza vita di Maria Helena è stato trasportato alla città di Villavicencio. La donna faceva parte del programma per la sostituzione volontaria
La crisi politica che dilania il Venezuela in questo momento storico, spinge i propri cittadini a varcare i confini verso un futuro incerto, armati solo di qualche effetto personale in valigia, la voglia e la speranza di trovare un luogo dove poter progettare un futuro migliore.
“Non possiamo tornare indietro, e nemmeno restare qui”, questa è l’opinione di Hernandez, venezuelana, arrivata insieme alla figlia di due anni e al marito; uno dei tanti venezuelani fuggiti a Cúcuta, dove la lotta per
Il popolo indigeno U’wa, più volte nostro ospite in Italia, di nuovo minacciato dall’intransigenza del Governo colombiano che vuole di nuovo entrare nel territorio ancestrale per interessi legati al petrolio. L’appello preoccupato degli U’wa giunge fino a noi